Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 01.05

Iran contro gli educatori baha’i

| Scritto da Redazione
Iran contro gli educatori baha’i

Indignazione in tutto il mondo per l’attacco dell’Iran contro gli educatori baha’i
Governi, organizzazioni ed educatori hanno condannato il recente attacco
dell’Iran contro un’iniziativa che offre studi superiori ai giovani baha’i
ai quali non è consentito frequentare l’università.

Il governo dell’Austria, oltre 80 eminenti indiani e importanti accademici
del Regno Unito sono fra coloro che hanno recentemente espresso il loro
sostegno al diritto all’educazione per i baha’i iraniani. All’appello per la
liberazione degli educatori baha’i arrestati si sono uniti anche alcuni
gruppi per i diritti umani.

Una quarantina di abitazioni associate all’Istituto baha’i di educazione
superiore (BIHE) sono state recentemente colpite. A tre settimane dalle
incursioni quindici membri del personale amministrativo e docente del BIHE
sono ancora in prigione. Altri tre sono stati arrestati e poi subito
liberati e altri baha’i legati all’istituto sono stati convocati dal
Ministero dei servizi segreti per essere interrogati.

«Queste perquisizioni domiciliari e questi arresti dimostrano un ulteriore
sforzo per impedire alla comunità baha’i di accedere agli studi», ha detto
Michael Spindelegger, vice cancelliere e Ministro degli esteri austriaco.

«Il diritto all’educazione è un diritto umano fondamentale, per chiunque, di
qualsiasi religione. Questa restrizione dell’accesso agli studi per i
giovani baha’i è inaccettabile».

«Le persecuzioni fondate sulla fede sono una chiara violazione dei diritti
umani. L’Iran deve rispettare i suoi obblighi internazionali», ha detto il
dottor Spindelegger il 1° giugno.

È giunta notizia che il Ministro iraniano della scienza e della tecnologia
ha dichiarato che tutte le attività del BIHE sono illegali.

«Il divieto per i baha’i di accedere alle università dimostra l’ignoranza
del governo», ha scritto un gruppo di eminenti accademici inglesi in una
lettera aperta pubblicata da The Guardian l’11 giugno.

«Si sta violando un diritto umano fondamentale di tutti i giovani baha’i che
non possono studiare», dice la lettera. «Si sta soffocando il loro desiderio
di contribuire alla società proprio all’inizio della loro vita adulta».

«Accademici, studenti e politici devono unirsi in difesa degli studenti
baha’i in Iran. Dobbiamo far sapere alle autorità che i diritti umani sono
universali», hanno scritto i firmatari, fra i quali ci sono anche professori
di Oxford, Cambridge e altre prestigiose università.

In India, oltre 80 eminenti cittadini, del mondo della magistratura,
dell’università, della religione delle ONG, dei gruppi per i diritti umani e
delle aziende, hanno firmato una petizione indirizzata al governo iraniano
per chiedergli di liberare immediatamente e incondizionatamente i
prigionieri del BIHE.

«Le recenti atrocità perpetrate contro questa comunità perseguitata . . .
meritano la più ferma condanna da parte di ogni sostenitore della dignità e
dell’onore umano in India e nel mondo», dice la petizione, fra i cui
firmatari vi sono anche il giudice V. R. Krishna Iyer, già membro della
Corte suprema indiana, e Miloon Kothari, già relatore speciale ONU sul
domicilio adeguato.

«Le conseguenze di questa politica di impedire ai giovani baha’i di
proseguire gli studi superiori sono un danno non solo per la comunità baha’i
dell’Iran, ma anche per l’intera nazione».

Anche Christian Solidarity Worldwide preme perché l’Iran cessi la sua
politica discriminatoria. «Pur avendo firmato il Patto internazionale sui
diritti civili e politici, che impegna i paesi a rispettare i criteri
internazionali della libertà religiosa per tutti i cittadini, l’Iran
colpisce i baha’i e certe comunità cristiane soltanto a causa delle loro
credenze religiose», ha detto il capo di Christian Solidarity Worldwide,
Mervyn Thomas.

«Christian Solidarity Worldwide sollecita il governo iraniano a onorare il
suo impegno con il Patto internazionale sui diritti civili e politici e a
garantire che le minoranze religiose godano delle libertà previste dal
patto».

Negli Stati Uniti, il senatore Mark Kirk, che quest’anno ha già presentato
una risoluzione bipartitica del Senato che condanna l’Iran per la sua
persecuzione dei baha’i, ha detto che la comunità internazionale deve
«condannare fermamente» i recenti arresti. «Mi impegno di raddoppiare al
Senato gli sforzi a favore della comunità baha’i iraniana e di tutti i
cittadini dell’Iran che vogliono il rispetto dei diritti umani, della
libertà e della democrazia», ha detto il senatore Kirk.

Il 22 aprile u.s. un seminario nell’Università della California, a Berkeley,
ha discusso il tema delle violazioni dei diritti umani in Iran, compreso il
divieto ai baha’i e ad altri di proseguire gli studi superiori. Erano
presenti accademici, studenti e ospiti brasiliani, angloamericani,
nicaraguensi, salvadoregni e afgani.

Firuzeh Mahmoudi, cofondatore e direttore esecutivo di United4Iran, ha
descritto il coraggio di alcuni degli studenti recentemente arrestati in
Iran.

Il governo iraniano ha violato i suoi obblighi verso i diritti umani sotto
molti aspetti, ha detto la signora Mahmoudi, come «la libertà di
espressione, di associazione, di credenza, di religione, di privacy, il
diritto di partecipare a dibattiti, riunioni e proteste, la libertà da
arresti e detenzioni arbitrarie, il diritto a un giusto processo, la libertà
dalla tortura, la libertà di movimento, cioè di partire dall’Iran, il
diritto all’associazione e alla partecipazione».

Anche la Campagna internazionale per i diritti umani in Iran e la
Commissione USA sulla libertà religiosa internazionale hanno chiesto la
liberazione dei prigionieri.

Fra i media che hanno parlato dell’attacco contro il BIHE vi sono il
quotidiano brasiliano O Globo, il Washington Post e radio ABC in Australia,
siti web di CNN International, University World News, Radio Free Europe e
Huffington Post.

La situazione dei baha’i in Iran sarà discussa mercoledì 15 giugno durante
un seminario che si terrà al Parlamento del Regno Unito e domenica 19 giugno
in un grande evento organizzato dalla Commissione per combattere
l’intolleranza religiosa di Rio de Janeiro.

Per leggere online l’articolo in inglese e vedere le foto si vada a:

http://news.bahai.org/story/831

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