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IT - Fumare La marijuana fa meno male di quanto si credeva, ma... GB - Cannabis legalizzata in Gran Bretagna

Italia: Fumare cannabis non sarebbe legato allo sviluppo di turbe ansiose Fumare cannabis non aumenterebbe i rischi di turbamenti ansiosi dell'umore. Gran Bretagna: 1 miliardo di sterline di tasse in piu' ogni anno

| Scritto da Redazione
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Fumare La marijuana fa meno male di quanto si credeva, ma...

Pur se degli studi precedenti ritenevano che un consumatore di marijuana avesse piu' possibilita' di sviluppare delle turbe psicologiche e neurologiche, un rapporto dell'Universita' di Columbia afferma il contrario. Da notare: la schizofrenia non e' stata presa in considerazione.

Fumare cannabis non sarebbe legato allo sviluppo di turbe ansiose

Fumare cannabis non aumenterebbe i rischi di turbamenti ansiosi dell'umore. E' quanto afferma uno studio – molto accurato- dell'Universita' di Columbia, pubblicato nel giornale Jama Psychiatry e riportato dal quotidiano Washington Post. Una valutazione piuttosto sorprendente rispetto a numerosi studi che hanno sostenuto il contrario.

34.653 partecipanti americani, con piu' di 18 anni, hanno partecipato a questo studio. Con tre anni di intervallo (2001-2002 e 2004-2005), i ricercatori hanno comparato lo stato menale dei diversi pazienti. Alla base dell'esperimento, il consumo di cannabis, i criteri socio-demografici, la storia famigliare e la storia delle turbe psichiatriche dei pazienti, erano state prese in considerazione e studiate dell'équipe dei ricercatori. Secondo i risultati pubblicati il 17 febbraio, cannabis e turbe ansiose non sarebbero legate. Occorre comunque precisare che la schizofrenia non e' stata presa in considerazione in questo studio.

Altri rischi non sono esclusi

Attenzione, i pro-cannabis non devono pero' gridare vittoria troppo presto. I ricercatori hanno in effetti trovato una connessione tra il consumo di cannabis e l'abuso di sostanze che danno dipendenza. Un fumatore di cannabis ha piu' possibilita' di sviluppare una dipendenza alla nicotina, all'alcool o anche ad altre droghe.

Con un numero di consumatori in costante aumento e altrettanti Paesi che legalizzano la marijuana a fini ricreativi e terapeutici, i problemi degli effetti di questa droga sulla salute mentale, comunque sussistono. I ricercatori insistono sull'importanza di campagne di prevenzione per le dipendenze. Se prendiamo ad esempio la Francia, il consumo di tabacco e alcool sono le prime due cause di morte che possono essere evitate.

 

Fonte Aduc


Cannabis legalizzata in Gran Bretagna

La legalizzazione delle vendite di cannabis in specifici negozi porterebbe ad un aumento di introiti fiscali di 1 miliardo di sterline ogni anno e ridurrebbe i danni per consumatori e per la societa', secondo alcune proiezioni più dettagliate, mai elaborate in precedenza per la liberalizzazione delle leggi sulla droga nel Regno Unito.

Lo studio, che è stato effettuato da un gruppo di esperti tra cui scienziati, accademici e capi di polizia, chiede che il Regno Unito segua l'esempio di alcuni Stati degli Usa e consenta la vendita di cannabis a chi ha piu' di 18 anni in negozi al dettaglio autorizzati alla bisogna.

Le conclusioni del rapporto potrebbero essere la base per una nuova politica sulla droga che il partito Liberaldemocratico sta preparando, e che si prevede di cominciare la discussione nella conferenza di primavera che prendera' il via questa settimana.

Questo quanto viene proposto:

- Gli adulti potrebbero acquistare cannabis da specifici negozi muniti di autorizzazione come se fossero delle farmacie, cosi' come avviene oggi nei dispensari di marijuana che sono in Oregon e Colorado.

- La coltivazione legale di marijuana sarebbe altrettanto legale per uso personale e in piccoli social club autorizzati, le cui norme vanno stabilite. Nel contempo i marchi, la promozione e la pubblicita' dei prodotti a base di cannabis dovrebbero essere vietati.

- Il prezzo, la potenza e il confezionamento di tutta la cannabis in vendita dovrebbe essere sotto il controllo del Governo, con una nuova agenzia che dovrebbe controllare il mercato. Il prezzo sarebbe sproporzionato verso l'alto per non favorirne la diffusione e le vendite in forma piu' nociva.

- Sia i produttori che i venditori saranno tassati, facendo aumentare gli introiti fiscali tra 500 milioni e 1 miliardo di sterline ogni anno. Tuttavia, a differenza di alcuni Paesi che hanno legalizzato la cannabis, lo studio non si esprime a favore degli introiti fiscali per trattamenti farmacologici, prevenzione e riduzione del danno.

- Una nuova agenzia sara' istituita per controllare il mercato, modellata sulle autorita' tipo Ofgem e Ofwat (ndr: rispettivamente autorita' per la regolamentazione del mercato energetico e di quello idrico).

Secondo gli esperti di questo studio, la legalizzazione dovrebbe ridurre i crimini legati alle droghe e mitigare gli effetti dei danni che le droghe provocano sui consumatori.

Lo studio e' stato avviato l'anno scorso dall'ex-ministro liberaldemocratico della Salute, Norman Lamb, ed e' stato diretto da Steve Rolles, della Transform Drug Policy Foundation.

Allo studio vi hanno partecipato anche Mike Barton, capo della polizia di Durham Constabulary, il professore David Nutt, ex-presidente del Advisory Committee on the Misuse of Drugs, e Niamh Eastwood, direttore esecutivo di Release che si occupa di assistenza sulle droghe. Nel rapporto, gli autori sostengono di non occuparsi dei danni della cannabis -legalizzazione e regolamentazione e' la via migliore per ridurre i danni.

“La politica sulle droghe si e' sempre orientata sugli aspetti politici ed ideologici, ignorando quelli scientifici, di salute pubblica e sociali”, scrivono nel rapporto.

“Siamo pienamente consapevoli dei danni per la salute connessi al consumo di cannabis, ma sosteniamo che una politica razionale deve gestire pragmaticamente la realtà dei consumi nella sua forma attuale, piuttosto che tentare di sradicarla utilizzando norme punitive”. Questo e' stato un approccio che, "per quanto ispirato da buone intenzioni, ha storicamente dimostrato di essere inefficace e controproducente".

Mr Rolles dice che la realta' e' quella di milioni di persone che consumano cannabis tutti i giorni, e, da parte del Governo, non emerge "una necessità urgente di prendere il controllo del commercio levandolo alla malavita e ai venditori clandestini”.

“La regolamentazione legale oggi in vigore in Colorado e Washington, sta dando buoni risultati, e potrebbe estendersi per tutti gli Usa nei prossimi anni”.

Ma altri esperti in materia di droga sono meno entusiasti. Harry Shapiro dell'organizzazione caritatevole DrugWise, sostiene che, pur se la depenalizzare della cannabis e del possesso di piccole quantità di droga e' un fatto positivo, eventuali ulteriori iniziative dovrebbero essere prese solo con cautela. “Ci sono forti motivazioni per essere prudenti e vedere cosa succede altrove prima di prendere decisioni in questo Paese”.

Questo studio mette in evidenza che il Liberaldemocratico sia il primo partito britannico a pronunciarsi a favore della legalizzazione.

Nelle ultime elezioni, il Green Party aveva chiesto che la Royal Commission rivedesse la classificazione delle droghe, financo a prendere in considerazione la legalizzazione del consumo.

Tim Farron, leader dei Liberaldemocratici, sostiene di essere convinto che il divieto della cannabis e' fallito. “E' necessario un nuovo, piu' pratico approccio e considero positivamente questo rapporto per il dibattito nella nostra conferenza di primavera”.

“E' uno spreco di tempo quello della polizia per andare dietro ai giovani che consumano cannabis e sono ridicole le condanne penali che vengono inflitte loro, e che possono anche danneggiare la loro futura vita”.

“Un mercato legale ci consentirebbe di avere un maggiore controllo sul tutto, e farebbe aumentare considerevolmente il gettito fiscale”.

“Ho sempre sostenuto che dobbiamo avere un approccio realistico che ci porti alla riforma della legge sulla droga, e questo rapporto deve essere preso sul serio. La Gran Bretagna deve smetterla con questa guerra alla droga, ormai fallita. Lo status quo provoca un danno enorme e abbiamo urgente bisogno di una riforma”.

(articolo di Oliver Wright, pubblicato sul quotidiano The Independent del 08/03/2016) 

 

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