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Italicum e riforme istituzionali. La svolta è vicina | G.C.Storti

La critica politica più forte è che il PD fa l’accordo con Berlsconi e lo ha riabilitato.

| Scritto da Redazione
Italicum e riforme istituzionali. La svolta è vicina | G.C.Storti

Secondo il Sen. Luciano Pizzetti, sottosegretario alle riforme, entro la fine del 2015 sarà concluso l’iter delle riforme con il referendum confermativo delle stesse.

Una modifica così profonda alla Costituzione non può non  chiudersi che con il voto del popolo sovrano.

Ma il popolo sovrano approverà questa riforma? Io credo di si.

Il punto più discusso è quella delle elezione diretta o meno del Senato. Su questa opzione tutte le “minoranze” , da Sel, dalla Lega , dal M5S e dalla minoranza PD sono concordi nel bocciare la soluzione approvata, con una ridotta maggioranza, al Senato.

Non si può non ammettere che il sistema del bicameralismo perfetto ha indebolito il sistema democratico italiano. Una democrazia che non sa decidere in tempi ragionevoli, non rapidi, si blocca, si arena. I giochi delle lobby nelle due camere era molto evidente. Insomma una legge per essere approvata abbisognava di diversi passaggi e votazioni.

Nelle democrazie europee più antiche come l’Inghilterra e la Francia o in quelle più moderne (vedi la Germania) la seconda camera o è nominata (Inghilterra ) o è votata con un meccanismo di secondo livello.

Il bicameralismo perfetto e la elezione diretta di entrambe le camera era conseguente ad una fase storica ( quella dei blocchi politici contrapposti). Ora siamo in Europa ed i pericoli di svolte autoritarie, fasciste, credo che sia inconsistente. Certo può sempre succedere ma in una economia e democrazia globalizzata mi pare molto ma molto difficile.

Del resto la riforma votata dal senato contiene una scelta di semplificazione dei livelli che diventano tre: comuni, regioni e stato avendo, finalmente, abolite le province.

Non vedo quindi un pericolo di “ svolta autoritaria” ma un sforzo di semplificazione democratica del nostro sistema.

Certo il meglio non esiste, ma il possibile si. Ed il sen Pizzetti, nella sua intervista, evidenzia le possibili modifiche, in particolare quelle di garanzia per l’elezione del Presidente della Repubblica.

Anche l’Italicum dovrà essere migliorato in tre punti:

-la percentuale per ottenere il premio di maggioranza da portare al 40%;

-l’abbassamento delle soglie di accesso per garantire ai piccoli partiti la presenza in parlamento;

-la scelta degli eletti ( a me le preferenze non piacciono, preferisco il collegio uninominale).

L’altra critica è politica. Il PD fa l’accordo con Berlsconi e lo ha riabilitato. In termini teorici un riforma delle regole si fa con tutti. E se la situazione si è sbloccata è per questa scelta fatta da Renzi e dal PD ( con qualche travaglio interno).

Sinceramente non capisco la scelta di Sel: si è tirata fuori occupando la prateria dei contras. Poteva invece incidere notevolmente nel merito.

La posizione della Lega sempre di più diventa antistituzionale come del resto quella di Grillo. Bisogna auspicare nel M5S si apra un dibattito che permetta a questi parlamentari di dare il loro contributo alla riforma  democratica della Repubblica Italiana.

Adesso alcuni amici mi diranno che sono diventato Renziano. Tranquilli sono solo del Partito Democratico

Gian Carlo Storti

Cremona 14 agosto 2014 

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