Signor direttore, le chiedo di poter dire la mia su un paio di cose. La prima. Ho letto la lettera dei sindaci Pisapia, Doria e Zedda. Da vecchio compagno linea Pci-Pds-Ds–Sel mi ci ritrovo. Mantengo divergenze e forti riserve con le scelte renziane e della maggioranza Pd particolarmente su lavoro e riforme elettorale e della Costituzione. Su ciò la dialettica è ancora aperta, la sinistra si impegni per far prevalere le sue idee. Ma, col quadro generale che si presenta oggi, sbarrare la strada al peggio e costruire un rapporto di forze adeguato è la bussola cui dobbiamo orientarci verso il ‘bene del Paese e il suo sviluppo nel solco dei valori della Costituzione, della democrazia, dell’europeismo, della solidarietà, dell’integrazione e dell’innovazione’. Cito dalla lettera dei sindaci perché ritrovo qui un essenziale passaggio delle lotte per gli interessi della classe lavoratrice.
La seconda cosa. Salto, dal macro al micro, ma non di palo in frasca, ad una scelta che sta davanti alla politica locale. Continuo a ritenere che conseguire una dimensione strutturale adeguata all’Europa, per la municipalizzata Aem e per Lgh in cui è inserita, sia la strada migliore per non dire obbligata. In questa prospettiva considero che A2A non sia una concentrazione del privato capitalismo, essa mette insieme i Comuni di Milano e Brescia e propone di aggiungervi quelli della bassa Lombardia. Dicoai compagni di Rifondazione comunista che, invece di ripiegare su dimensioni aziendali pubbliche asfittiche rispetto alla odierna economia, vale la pena accettare la sfida. La sinistra deve riuscire, entrando nel merito, a conseguire dimensioni oggi vitali per imprese e servizi pubblici insieme all’incidenza dei poteri democratici locali.
Giuseppe Azzoni (Cremona)