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L’Eco Riflessioni nel 95° Dell’assassinio di Ghinaglia e Boldori

Come annunciato da L’Eco del Popolo nei giorni scorsi, si è svolta, per iniziativa dell’ANPI, la commemorazione, in occasione dell’assassino perpetrato dai fascisti il 21 aprile 1921, di Ferruccio Ghinaglia.

| Scritto da Redazione
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L’evento, seguito da una partecipazione certamente superiore ad ogni ottimistica previsione, si ha avuto luogo presso il Torrione nello slargo della via civica, che, nell’immediato secondo dopoguerra, venne dedicata alla memoria del giovane studente universitario comunista.

Il prof. Giancarlo Corada, già Presidente della Provincia e Sindaco di Cremona, ha esordito nel ruolo di Presidente dell’ANPI, conferitogli a seguito del recente Congresso Provinciale, con un’importante (anche sul piano storico e culturale) rivisitazione di una delle personalità più apprezzate dell’antifascismo cremonese. Ferruccio Ghinaglia, nato a Casalbuttano nel 1899, si trasferì nella nostra città con la famiglia nel 1907. Era stato studente liceale al Manin di Cremona e poi iscritto all’Università di Medicina di Pavia; sempre con eccellenti voti tanto da vincere la borsa di studio per il posto gratuito nel Collegio Ghislieri. Giovanissimo era già molto attivo nella attività politica sia nella nostra provincia che a Pavia. A capo dei giovani socialisti, antimilitarista ed anti-interventista (pur se chiamato a militare nel ’17 fra i “ragazzi del ’99”) fondò periodici come “Lo studente”, partecipò a grandi lotte sociali, aderì alla scissione comunista del ’21. Fu ucciso mentre con alcuni altri giovani compagni passava da Borgo Ticino a Pavia. Un gruppetto di fascisti gli aveva teso un agguato: gli spararono, lui morì subito, i suoi compagni furono feriti, alcuni gravemente. Il funerale vide una imponente partecipazione di popolo, prima a Pavia quindi a Cremona. Orazioni funebri vennero pronunciate dal Sindaco di Pavia, Alcide Malagugini, da Attilio Boldori, da Dante Bernamonti. L’Università sospese i corsi e gli esami in segno di lutto.

In aggiunta al sintetico ma appassionante profilo tracciato dall’oratore, chi scrive vi aggiunge una postilla suscettibile di integrare, per quanto non esistano prove documentali, il contesto in cui caddero, a fascismo montante ma non ancora insediato, quei protomartiri.

Il prof. Mario Coppetti, all’epoca dell’assassinio politico scolaro ma, dato il clima famigliare, precoce osservatore delle tumultuose vicende di quella congiuntura, riferisce che il padre- ferroviere socialista, in compagnia del quale aveva partecipato alle esequie (cui sarebbero seguite, in scenari di crescente violenza e di intimidazione, quelle del ferroviere Masuello e di Attilio Boldori)-  fosse certo della circostanza, ampiamente condivisa nell’ambiente anti-fascista, che il manipolo degli squadristi pavesi fosse stato orientato (e forse anche supportato), nella scelta delle vittime, da imbeccate provenienti da Cremona.

Va qui data notizia anche di un prologo della riuscita manifestazione rievocativa.

Il programma dell’ANPI, diramato qualche giorno prima, prevedeva una raccolta cerimonia di deposizione di fiori sulla tomba di Ghinaglia.

Fatto che regolarmente è avvenuto con una variante in corso d’opera; suggerita dall’opportunità di celebrare l’anniversario di Ghinaglia e l’incipiente clima dell’anniversario della Liberazione in uno spirito di forte condivisione di tutti gli apporti di cui si sono alimentati l’antifascismo e la Resistenza.

In accordo con l’Associazione Emilio Zanoni, che idealmente rappresenta la testimonianza del Raggruppamento delle Brigate Matteotti, l’ANPI ha esteso la cerimonia presso il Civico Cimitero anche alla tomba di Attilio Boldori (che sarebbe caduto pochi mesi dopo per mano fascista).

All’evento hanno partecipato il Prof. Corada, Giuseppe Azzoni, una folta delegazione dell’ANPI, rappresentanti dell’Associazione Partigiani Cristiani, dirigenti dell’Associazione Zanoni, eredi di Ghinaglia ed il nipote di Attilio Boldori.

La deposizione dei garofani rossi si è conclusa al Tempio dei Patrioti, dove i partecipanti hanno manifestato al prof. Coppetti, presente e lucido dispensatore di memoria e di aneddoti in larga parte inediti, riconoscenza e compiacimento per il significato morale insito nella realizzazione e nel dono alla città dell’opera artistica, intitolata La Pietà Laica. Che, appunto laicamente, connota la sacralità della cappella che raccoglie le spoglie dei tanti giovani immolati per la riconquista della libertà.

Il prof. Coppetti, fermamente intenzionato a partecipare (se gli acciacchi lo consentiranno) alle celebrazioni del 71° anniversario della Liberazione, ha ricordato il clima fortemente coeso ed unitario, nonostante da pochi mesi si fosse consumata la scissione del campo socialista, del popolo antifascista.

Indubbiamente la scissione avrebbe indebolito la risposta del fronte democratico al pericolo liberticida. Ma, come si sa, i socialisti amano talmente i loro ideali ed il loro movimento che un solo partito non gli basta!

Ebbene, ha ricordato Coppetti (e noi con lui), il contesto di quella dolorosa frattura rinsaldò, anziché indebolire, l’animo unitario dell’antifascismo, chiamato, nel prosieguo, ad impegnative prove.

Nella sua orazione funebre Attilio Boldori affermò “Ferruccio fu ed è un aiuto poderoso alla causa del proletariato. Il suo sacrificio non sarà fatto invano poiché da esso si eleva puro immenso faro di luce che irradia l’idea che fu la sua missione, la sua meta”.

Di tale afflato torneremo a parlare ai primi di dicembre del corrente anno, quando rievocheremo la figura di Boldori.

E.V. 

In allegato cartolina dedicata dalla federazione del PCI in occasione della seconda festa settembrina del 1947 a Ferruccio Ghinaglia ( la copia della cartolina è gentilmente stata concessa per la pubblicazione da Enrico Vidali)  

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