L’oasi della Ca Rossa di Pieve d’Olmi è agonizzante di Franco Balestreri ( Malagnino)
Signor direttore, desidero segnalare il grave ed imminente pericolo che incombe sull’oasi Ca Rossa di Pieve d’Olmi, si sta prosciugando ed ormai manca poco alla catastrofe definitiva. Il Comune di Pieve D’Olmi, proprietario dell’oasi se ne frega e non risponde nemmeno alle mail.
L’oasi, una ex cava d’argilla trasformata in area naturalistica circa 20/25 anni fa, è molto grande, diversi ettari, ma poco profonda, è tutta circondata da vegetazione e da rifugio a parecchi animali (aironi bianchi, cinerini ed anche rossi, garzette, tarabusini, anatre, cormorani, gallinelle, martin pescatori, picchio rosso, picchio verde, poiana, porciglione, beccaccino, piro piro, cavaliere d’Italia, Ibis sacro, sgarze col ciuffo, scoiattoli, volpi, conigli selvatici e chissà quanti altri)
Fino a qualche anno fa era anche molto pescosa (la pesca è ammessa solo in agosto, settembre ed ottobre), ma due anni fa iniziato il decadimento. Se andiamo avanti così muore tutto questa estate. Spero che il giornale si interessi della cosa, senza interventi immediati atti a ripristinare un livello decente dell’acqua, sarà una catastrofe.
L’oasi è circondata da parecchi laghetti privati, ormai quasi tutti asciutti completamente, si salvano solo quelli dotati di un pozzo.
Per assurdo anche il Comune possiede un pozzo ed ha da anni un motore diesel ed una pompa collegati, mai azionati.
Franco Balestreri ( Malagnino)
