Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 08.42

La Grecia in crisi alla prova delle urne

| Scritto da Redazione
La Grecia in crisi alla prova delle urne

Domenica il Paese al voto in un clima di grande malcontento sociale. Tutte le previsioni indicano un radicale cambiamento dello scenario politico e la fine del bipolarismo. Gli avversari storici, Pasok e Nea Dimocratia, potrebbero diventare alleati
 
La Grecia alla prova delle urne. Domenica il Paese simbolo della crisi economica e sociale che sta colpendo l'Europa andrà al voto, in un clima di fortissimo malcontento sociale. E secondo tutti gli ultimi sei sondaggi d'opinione - le cui cifre, per legge, non possono essere diffuse a meno di 15 giorni dal voto - il risultato delle elezioni del 6 maggio cambierà radicalmente lo scenario politico della Grecia, segnando la fine del bipartitismo che per 4 decenni aveva garantito a Pasok e Nea Dimocratia il Governo del Paese.

Sono più di 30 i partiti che hanno presentato le proprie liste dei candidati alla Corte Suprema greca per poter partecipare alle elezioni. Oltre a Pasok e Nd, vi sono gli altri tre partiti presenti attualmente in Parlamento: i comunisti del Kke, la sinistra radicale di Syriza e l'estrema destra del Laos; a seguire le nuove formazioni, molte delle quali create negli ultimi mesi da dissidenti provenienti dai partiti maggiori e insoddisfatti per la politica di austerità seguita dal governo di unità nazionale di Papademos.

Da una costola di Nd è nato infatti il partito della "Grecia Indipendente", dal Pasok il "Patto sociale” e da Syriza la "Sinistra Democratica"; a questi si aggiunge l'Alleanza Democratica dell'ex ministro degli Esteri Dora Bakoyannis, uscita dalle fila dei conservatori già due anni fa.


Intanto, con l'approssimarsi del giorno delle consultazioni, si fanno sempre più accesi i toni del confronto fra i leader dei due maggiori partiti, Evangelos Venizelos del Pasok, e Antonis Samaras di Nea Dimocratia, anche se in fondo tutti e due sanno benissimo che il risultato delle urne li costringerà a governare insieme.

La prevedibile frammentazione del nuovo Parlamento, infatti, porterà probabilmente a far nascere un nuovo governo di grande coalizione in cui i principali partiti potranno farsi scudo di fronte al mantenimento di misure fortemente impopolari.

Per quel che riguarda i singoli partiti favoriti sono ancora i conservatori di Nea Demokratia, con il 19% delle preferenze (seguiti dai socialisti del Pasok col 14%; a sinistra il Syriza otterrebbe il 13% dei voti, mentre comunisti e Sinistra Democratica seguono al 12%; a destra il nuovo partito dei "Greci Indipendenti" raccoglie l'11% dei consensi mentre i neonazisti dell'Alba Dorata avrebbero il 5% necessario per entrare in Parlamento; in calo invece l'estrema destra del Laos - attualmente parte del governo di unità - ferma al 3% come gli ecologisti. Quanto ai leader, il dirigente più popolare è il Segretario socialista, Evangelos Venizelos (18%) seguito da quello conservatore Antonis Samaras (15%).

Ma i sondaggi hanno rilevato pure una forte contraddizione che caratterizza il corpo elettorale: nonostante la maggioranza degli elettori (circa il 75%) si sia detta convinta di volere un governo di coalizione Pasok-Nea Dimocratia - che garantirebbe la linea del rigore e la permanenza della Grecia nell'eurozona - nello stesso tempo una maggioranza afferma che non votera' per essi bensi' a favore dei partiti che si dichiarano contro il Memorandum. Con l'approssimarsi del giorno delle consultazioni, intanto, si fanno sempre piu' accesi i toni del confronto fra i leader dei due maggiori partiti, Evangelos Venizelos del Pasok, e Antonis Samaras di Nea Dimocratia, anche se in fondo tutti e due sanno benissimo che il risultato delle urne li costringerà a governare insieme.

fonte:
http://www.rassegna.it/articoli/2012/05/3/86848/la-grecia-in-crisi-alla-prova-delle-urne

 

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