Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 04.46

Lettera aperta ad un compagno del PD

| Scritto da Redazione
Lettera aperta ad un compagno del PD

Ho ricevuto un gentile - e direi anche preoccupato, se non addolorato - messaggio di un compagno e collega cooperatore, critico verso le mie polemiche nei confronti del PD; in particolare quella sui campi di concentramento per migranti.

Lo stile del messaggio ricevuto mi impone una replica che spero all'altezza, anche se so che non potrà essere soddisfacente per chi, e sono ancora molti, è iscritta/o o vota per il PD, ritenendosi sinceramente (e ritenendo il partito) di sinistra.

E qui siamo al primo punto sensibile. Ritengo infatti che il PD si meriti tutte le critiche, da sinistra, in quanto ormai, di sinistra, non lo è più.

E questo non lo penso solo io (basti citare due intellettuali vicini al PD stesso, come Massimo Cacciari e Fabrizio Barca), né tutte/i quelle/i che hanno fatto una scelta deliberata di rottura, confluendo nella coalizione di Unione Popolare; ma anche in Spagna in Unidas Podemos, in Francia ne La France insoumise, in Grecia  in Syriza, e via discorrendo. Tutte coalizioni diverse, ma che hanno inteso spostare coerentemente a sinistra (cioè nel senso classista di una rappresentanza delle classi popolari) gli equilibri politici. Il che non esclude - poi - coalizioni, come in Francia la NUPES (Nouvelle Union Populaire Écologique et Sociale) alle ultime legislative: ma solo dopo aver riequilibrato decisamente i pesi tra le forze politiche. In fondo, non è quello che fece un socialista riformista come François Mitterrand negli anni '70, l'ultima esperienza di governo in Europa di una sinistra non ancora neoliberale, negli anni '80 di Thatcher e Reagan ?

Ho citato esempi anche contraddittori: come Syriza che, dopo aver alimentato tante speranze, ha ceduto alle pressioni delle istituzioni del capitalismo multinazionale (Ue, Fmi, la Banca Mondiale, e quella Europea di Mario Draghi; per altro Tsipras fu lasciato drammaticamente solo); oppure Unidas Podemos, che convive in un governo con un PSOE decisamente contraddittorio (vedi la complicità neocoloniale con il Marocco nel Sahara Occidentale, oppure il sostegno armato all'Ucraina). Tutte esperienze che ricordano anche quello che è avvenuto in Italia, sia a livello nazionale che locale, con il PD disponibile a fare coalizioni con la sinistra, ma su posizioni sempre subalterne: "accontentati delle briciole, tieniti un assessorato culturale od ambientalista, e non rompere..." (intanto che le scelte vere vanno in senso opposto). Politiche che, a partire dalla "vocazione maggioritaria" veltroniana hanno desertificato una sinistra incerta, impreparata, contraddittoria, spesso purtroppo settaria e quindi debole (infatti è per questo che io sono un candidato indipendente: non perché sia piovuto dalla Luna, ma perché ho visto e "militato" fin troppo, ed ogni limite ha la sua pazienza). Unione Popolare aspira a rompere con questa spirale autodissolutoria, e merita quindi un investimento anche emotivo, con tutti i limiti dell'esperimento. Altre scelte (come quella di S.I. e Verdi), di allearsi con un PD con il quale hanno sempre dissentito, o addirittura di rientrarvi (come l'Art. 1 bersaniano o personalità come Elly Schleyn), sono inspiegabili politicamente, e qui mi fermo per buona educazione.

Chi pensa di continuare il suo percorso con il PD, o con i suoi satelliti, deve riflettere innanzitutto su:

- le politiche neoliberali sposate dal (suo) partito, tanto nei governi di "centrosinistra" che in quelli tecnici - l'ultimo compreso;

- la privatizzazione progressiva di interi pezzi di sanità, assistenza sociale, pubblica istruzione, formazione professionale, collocamento al lavoro, trasporti, acquedotti (in violazione di un referendum popolare);

- le politiche anticostituzionali, dalle commissioni bicamerali alle modifiche attuate (pareggio di bilancio) al fallito referendum renziano, fino all'orribile legge elettorale ed alla scelta di elezioni anticipate convocate ad agosto, in pieno periodo di ferie;

- le scelte atlantiste, che hanno portato il PD ad allinearsi - a pari "merito" con FdI - nella complicità bellica delle autolesionistiche (per la gente) sanzioni alla Russia e del sostegno militare all'Ucraina, invece che in politiche diplomatiche di pace, conformi alla nostra Costituzione - oltre all'aumento delle spese militari;

- le politiche antipopolari, dall'antica "legge Treu" (che permette, ancor oggi alla Flex di Trieste, di avere interi reparti in "lavoro interinale") al Jobs Act (vero contro-Statuto dei Lavoratori), fino all'opposizione a provvedimenti "di sinistra" del governo "di destra" Conte 1: il reddito minimo, il "decreto dignità" che ha limitato gli effetti del Jobs Act e "quota 100", che ha transitoriamente sospeso la controriforma pensionistica Fornero. Fino alla deregolamentazione degli investimenti alle multinazionali straniere, come nel caso della Wärtsilä di Bagnoli della Rosandra. Ben sapendo che le scelte strutturali per l'economia debbono prevedere l'intervento pubblico ed alcune ri-statalizzazioni... cosa che non puoi fare con il Grande Privatizzatore Draghi;

- il razzismo contro i migranti, con un'accoglienza "emergenziale" che dura da più di trent'anni, e con i campi di concentramente - hai ragione compagno: c'è stato anche il (compagno, pure lui) socialista Martelli, prima dei ministri piddini - ... ma dimentichi l'orrore del ministro di polizia Minniti e l'alleanza con gli schiavisti libici.

Non si può, onestamente, gridare "al lupo (fascista) !" oggi, dopo aver governato con la destra nuovamente per un anno nel governo Draghi, avendolo fatto già prima con il governo Letta, quello Renzi e quello Gentiloni. Ed aver ridotto il Parlamento in un convertificio di decreti-legge emanati dal Governo e firmati in automatico da due Presidenti della Repubblica piddini (Napolitano e Mattarella). Ormai della Costituzione si è fatto strame, anche se poi il popolo italiano l'ha sempre voluta conservare, quando ha potuto votare. E questa è la risposta da dare anche il 25 settembre prossimo, punendo sia la destra-destra, che un PD che con la sinistra non c'entra più nulla da tempo.

Fraterni saluti.

Gian Luigi Bettoli, candidato al Collegio uninominale a Pordenone ed in Alto Friuli per la Camera dei Deputati, indipendente nelle liste di Unione Popolare con De Magistris.

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