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Lo Stato non dimentichi gli Operatori Socio Sanitari delle carceri | Sergio Ravelli (CR)

Una delegazione di 80 Operatori socio sanitari da tutta Italia hanno manifestato oggi a Roma per chiedere di rientrare in servizio

| Scritto da Redazione
 Lo Stato non dimentichi gli Operatori Socio Sanitari delle carceri | Sergio Ravelli (CR)

 Lo Stato non dimentichi gli Operatori Socio Sanitari delle carceri, giuridicamente in servizio ma sospesi dalla loro attività.

Una delegazione di 80 Operatori socio sanitari da tutta Italia hanno manifestato oggi a Roma per chiedere di rientrare in servizio fino allo scadere del loro contratto previsto per il 31 dicembre 2022.

Oltre 1500 Operatori Socio-Sanitari si trovano nel limbo, nonostante esista la richiesta da parte delle ASL e nonostante siano stati stanziati i fondi per la prestazione di questo tipo di servizio. Al momento vi è un rimpallarsi di responsabilità tra Stato e Regioni che non fa comprendere il perché di questo stallo, eppure la situazione nella carceri - sempre più esplosiva - meriterebbe, a fronte di una pandemia ancora in corso, maggiore attenzione e soprattutto risposte.

Si ricorda che con l’ordinanza 665 del 22 aprile 2020, venivano chiamati 1.500 Operatori Socio Sanitari a prestare il loro contributo in questo settore così complesso della giustizia: le Regioni e la Protezione Civile non sono riuscite a prorogare i contratti in scadenza per gli OSS che lavoravano nelle carceri con un’eventuale stabilizzazione.

Secondo il sindacato degli OSS non si può accettare che un Ministro rinneghi il valore di questi operatori e di averli spazzati via come una scopa vecchia. Un Ministro che avrebbe dovuto rendersi partecipe al tema, sensibilizzando i funzionari competenti a valutare la necessità di integrare nel sistema carceri la figura dell’operatore socio sanitario. Operatori socio sanitari che hanno prestato servizio presso le Unità speciali e non possono considerarsi “volontari”, ma sono stati dei veri e propri prestatori di lavoro alle dipendenze della Protezione Civile. Hanno lavorato con grandi capacità assicurando un contributo qualitativo all’assetto delle prestazioni sanitarie dedicate agli ospiti delle strutture carcerarie, incidendo positivamente all’interno delle aree sanitarie, collaborando con le figure professionali degli infermieri.

Per queste ragioni la giusta lotta degli operatori socio sanitari delle carceri deve essere sostenuta.

Al termine della manifestazione di Roma una delegazione delle OSS ha chiesto un incontro al Partito Radicale e sono state ricevute dal tesoriere Irene Testa.

 28.6.2022

 Sergio Ravelli, consigliere generale del Partito Radicale

 

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