Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 13.52

Lombardia, inaugurata la mostra sui 60 anni del Pirellone

La mostra è aperta al pubblico e sarà visitabile su prenotazione fino al 30 novembre

| Scritto da Redazione
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Lombardia, inaugurata la mostra sui 60 anni del Pirellone

 Al 26° piano del Grattacielo Pirelli la mostra che ripercorre i primi 60 anni di storia del Pirellone Inaugurata alla presenza di Alessandro Fermi, Attilio Fontana e Marco Tronchetti Provera La mostra è aperta al pubblico e sarà visitabile su prenotazione fino al 30 novembre

  “Quella tra Palazzo Pirelli e l’istituzione regionale è un‘associazione straordinaria che, negli anni '70, ha permesso alla Regione di avere un simbolo di riconoscibilità. Il Pirelli è riuscito a comunicare da subito in modo chiaro un’identità dinamica e moderna, figlia dell’operosità e del saper fare dei cittadini lombardi, valori sempre attuali. Negli ultimi anni la sede del Consiglio regionale si è connotata anche per la sua apertura verso l’esterno, nel solco di una concezione trasparente della pubblica amministrazione e della politica di cui il Palazzo vuole essere interprete e testimone; un’amministrazione con una visione proiettata al futuro per la propria comunità e capace di dare un messaggio forte di fiducia e di speranza".

 Lo ha sottolineato il Presidente del Consiglio di Regione Lombardia Alessandro Fermi che ha inaugurato oggi la mostra “Storie del Grattacielo. I 60 anni del Pirellone tra cultura industriale e attività istituzionali di Regione Lombardia”, curata dalla Fondazione Pirelli e promossa dalla Giunta e dal Consiglio regionale, grazie anche al contributo di Pirelli e FNM Group. Un percorso che racconta l’edificio, nato come Headquarter della Pirelli e poi diventato sede e simbolo di Regione Lombardia, attraverso videoinstallazioni con testimonianze esclusive, fotografie, illustrazioni, filmati di repertorio, in larga parte provenienti dall’Archivio Storico Pirelli.

La mostra, di cui sono già disponibili il catalogo e il sito dedicato 60grattacielopirelli.org, vuole essere una celebrazione della modernità della tecnologia e dell’industria lombarde, dell’istituzione della Regione, e dell’avanguardia urbanistica della “città che sale” che trova espressione proprio nel capoluogo lombardo.

 La mostra è stata presentata oggi in Sala Pirelli in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, oltre al Presidente Fermi, anche il Presidente della Giunta Attilio Fontana, il Presidente della Fondazione Pirelli Marco Tronchetti Provera con il Direttore Antonio Calabrò e l’architetto Alessandro Colombo che ne è stato curatore.

 "Dopo l’anteprima digitale, oggi riusciamo a godere in presenza della mostra che racconta il compleanno del nostro Pirellone -ha detto Attilio Fontana-. Una rassegna che abbiamo fortemente voluto insieme alla Fondazione Pirelli e che raccoglie documenti di grande interesse a partire, naturalmente dai primi schizzi di Giò Ponti: un modo originale e affascinante per raccontare i protagonisti della cultura e della società di questi ultimi decenni".

 “Il Grattacielo nasce come simbolo del miracolo economico, in un’Italia che aveva voglia di ripartire grazie alla straordinaria energia delle istituzioni, delle imprese, di tutti gli italiani -ha aggiunto Marco Tronchetti Provera-. Sessanta anni dopo il Pirellone è uno dei simboli della formidabile crescita del nostro Paese, che celebriamo in un momento in cui, come allora, diventa fondamentale unire passato e futuro partecipando a un grande progetto unitario di ripresa”.

 “La Città che sale costruisce con i grattacieli il suo paesaggio contemporaneo, in un territorio di intraprendenza, innovazione e inclusione, ben saldo nel cuore dell’Europa” ha concluso Antonio Calabrò.

 La mostra sarà visitabile da domani fino al 30 novembre su prenotazione, che potrà essere effettuata contattando l’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Consiglio regionale al numero telefonico 02-67482777 o via mail scrivendo a urp@consiglio.regione.lombardia.it: le visite, della durata di mezzora, saranno possibili nelle giornate di lunedì e mercoledì il mattino dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e il pomeriggio dalle ore 14.30 alle ore 16.30

  Dal seguente link è possibile scaricare immagini video della mostra, della conferenza stampa e della cerimonia del taglio del nastro inaugurale, oltre all’intervista del Presidente Fermi:  https://www.filemail.com/d/lydcwmdfshxecpg

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Storie del grattacielo: il percorso della mostra

 Il percorso espositivo si apre con un plastico del Grattacielo proveniente dai Gio Ponti Archives posizionato davanti a una grande parete che accoglie il pubblico allo sbarco dagli ascensori al piano “della memoria”, il 26esimo, con la riproduzione di uno schizzo dello stesso Ponti che riassume la sua idea di Milano, della quale il Pirellone è landmark indiscusso. Un disegno realizzato durante un’intervista a Ponti sull’edificio di piazza Duca d’Aosta, nella quale l’architetto racconta con visione profetica la Milano del futuro: “Sogno una Milano fatta dai miei colleghi architetti. Certamente non voglio una Milano fatta con case basse e un grattacielo qui, uno là, un altro là e un altro ancora là. Sarebbe come una bocca con qualche dente lungo e gli altri corti. I grattacieli sono belli se si trovano uno di fianco all'altro, come delle isole. [...] Questo che dico non è un sogno, dico ciò che sarà in futuro”.

 Cinque “movimenti” scandiscono il percorso espositivo, e una linea del tempo accompagna il visitatore attraverso gli eventi più significativi della grande storia nazionale e internazionale, dal 1956 ai giorni nostri.

 Una storia di persone, uomini e donne al lavoro, che parte dalla veduta del primo stabilimento della Pirelli, azienda pioniera in Italia nella lavorazione della gomma elastica, costruito nel 1872 sull’area nella quale avrà poi sede il Grattacielo. Al termine del secondo conflitto mondiale, i presidenti dell’azienda Alberto e Piero Pirelli decidono di insediare il nuovo centro direzionale del Gruppo su quest’area. Diversi gli scatti e i reportage d’autore, tra cui anche la celebre serie dell’olandese Arno Hammacher del 1959 e le fotografie di Paolo Monti, che documentano l’evoluzione del progetto architettonico, affidato agli studi Ponti-Fornaroli-Rosselli e Valtolina-Dell’Orto e agli ingegneri Pier Luigi Nervi e Arturo Danusso. Inaugurato il 4 aprile del 1960, il Grattacielo è subito acclamato dalla stampa internazionale come simbolo del miracolo economico, dell’industria e dei consumi. Anche la Rivista Pirelli dedica all’evento copertine fotografiche e illustrate da autori come Jean Michel Folon ed Ezio Bonini e diversi articoli di approfondimento con le firme dello stesso Gio Ponti e, tra gli altri, Carlo De Carli. Memorabili “Le piccole storie del grattacielo” dedicate da Dino Buzzati al Pirellone:  “In Milano il grattacielo Pirelli, a parte la sua incontestabile bellezza, o forse proprio per questo, è un grande personaggio”.

 Nel 1968 Uliano Lucas immortala un immigrato davanti al Grattacielo: lo scatto è potente, il fotoreporter riesce a fissare in un’immagine iconica, oggi in mostra, tutte le contraddizioni di un Paese che si affacciava allora alla modernità.

 Il Grattacielo Pirelli era in grado di sostenere, supportare e prevedere nuove modalità di vivere il lavoro per la nuova “Italia in movimento”. Il secondo elemento allestitivo è dedicato proprio alla narrazione della vita nell’edificio: gli spazi interni, il design, il lavoro. Una documentazione affidata allo sguardo di grandi fotografi come De Paoli, Aldo Ballo, Calcagni, Dino Sala e storiche agenzie come Publifoto. Uno scatto fotografico ritrae al 25° piano del Pirellone Leopoldo Pirelli e Arrigo Castellani, direttore dell’Ufficio Propaganda dell’azienda, impegnati nella selezione di alcuni materiali di comunicazione. In quegli anni collaborano con Pirelli i più celebri grafici e designer dell’epoca, che definiscono uno stile innovativo attraverso campagne pubblicitarie diventate presto iconiche. In mostra una selezione delle opere più significative di Lora Lamm, Riccardo Manzi, Alessandro Mendini, Bruno Munari, Bob Noorda, Pino Tovaglia, Alessandro Vignelli, protagonisti del fermento culturale e artistico nella Milano di quegli anni.

 Negli anni Cinquanta la città vive una stagione di grande vivacità intellettuale ed è pronta per attraversare la seconda metà del secolo. Prima del Pirellone la Torre Velasca e la Torre Galfa iniziano a caratterizzare una Milano “in verticale”, capace di sperimentare e guardare al futuro, verso una nuova modernità. Un contesto in cui anche il Centro Culturale Pirelli, che ha sede in quegli anni nel Grattacielo, organizza eventi di portata internazionale, come il concerto di John Cage o le rassegne letterarie coinvolgendo scrittori come Milan Kundera e Umberto Eco. Sono gli anni in cui la città meneghina si dota della prima metropolitana, la linea rossa, con grafica e lettering coordinati dallo stesso Bob Noorda; si inaugura il primo tratto dell’Autostrada del Sole, e atterra a Milano-Linate il primo volo di linea. Il Grattacielo è protagonista dei reportage fotografici di maestri come Ugo Mulas, che reinterpretano la moda di quegli anni, ed è palcoscenico del nuovo cinema italiano di autori come Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Carlo Lizzani. Ma anche drammatici eventi portano Milano e l’Italia verso gli anni Settanta, come la strage di Piazza Fontana. Il 1970 vede la nascita delle regioni, ed è in questo clima di cambiamento che la Pirelli decide, alla fine del decennio, di trasferire il proprio quartier generale nell’area Bicocca, dove attualmente risiede. La rosa camuna, simbolo del territorio lombardo, diventa il nuovo logo ufficiale della Regione, che si insedia nel Grattacielo Pirelli il 2 giugno 1980.

 Nel 2002 un velivolo da turismo impatta contro il ventiseiesimo piano del palazzo: la struttura resiste, ma l’incidente richiede ampie operazioni di restauro che interessano anche il layout degli uffici regionali, la riqualificazione dell’auditorium al piano interrato, il recupero del Belvedere all’ultimo piano e l’adeguamento alle norme di sicurezza e risparmio energetico. Il risultato è un complesso architettonico restituito alle proprie funzioni originarie e in grado di guardare a un futuro sostenibile.

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