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Marco Pezzoni (Cremona) Con Andrea Virgilio profonde differenze ...

Continua il confronto Pezzoni e Virgilio .Con questa Amministrazione emergono differenze profonde soprattutto nella concezione e nella pratica della democrazia. Non sottovalutatele!

| Scritto da Redazione
Marco Pezzoni (Cremona) Con Andrea Virgilio profonde differenze ...

Marco Pezzoni (Cremona) Con Andrea Virgilio profonde differenze nella pratica della democrazia

 Con Andrea Virgilio e con questa Amministrazione emergono differenze profonde soprattutto nella concezione e nella pratica della democrazia. Non sottovalutatele!

 Mi fa molto piacere che il vicesindaco Andrea Virgilio abbia voluto rispondere al mio intervento sulla questione del rapporto tra l’Amministrazione comunale di centrosinistra e il cavalier Giovanni Arvedi anche se è stato non solo prudente ma molto reticente sui nodi politici che avevo evidenziato. Innanzitutto quello di una subalternità nelle scelte strategiche che riguardano il futuro della città e sulla debole autonomia che dimostra in tanti campi, non solo sul terreno dell’urbanistica, l’attuale Giunta alla guida del comune di Cremona.

Scrive il vicesindaco “ se il solo problema è la collocazione della sede” del Politecnico nella ex caserma Manfredini…No, caro vicesindaco, il primo problema è la mancata discussione pubblica delle diverse possibilità di collocazione della “cittadella universitaria” e della “cittadella della sicurezza” che, ora, risulta azzoppata. Il secondo problema è la riduzione a semplice questione tecnica delle scelte possibili che andavano valutate congiuntamente e autonomamente prima di aderire alle preferenze del cavalier Arvedi. Insomma quello che purtroppo ci divide, non solo in questa vicenda, è la concezione e la pratica della democrazia.

Da tempo l’Unione Europea insiste sull’importanza che ogni governo in ogni scelta strategica, anche a livello locale, sappia conciliare nelle decisioni sia il “modello discendente” che il “modello ascendente”. Troppe amministrazioni, compresa quella di Cremona, adottano solo il modello discendente e pretendono che poi opinione pubblica, associazioni, cittadini aderiscano acriticamente alle decisione piovute dall’alto e prese magari da pochi ristretti vertici istituzionali.

Secondo le Dottrine “decisioniste” va bene così. Secondo invece un’idea di democrazia deliberativa è fondamentale che ogni decisione importante sia preceduta da un coinvolgimento ampio di punti di vista e sensibilità e che ci sia una istruttoria pubblica e partecipata. Certo questo “modello ascendente” può complicare l’iter procedurale e modificare la scelta finale ma, alla fine, la vita democratica di una Comunità risulta più vitale, ricca e consapevole. Non solo, il “modello ascendente” nel sottoporre a discussione e verifica il “modello discendente” lo rende più autonomo rispetto a influenze e interferenze interessate.

Anche sul “Pacchetto 20/30” il metodo utilizzato dall’Amministrazione comunale di Cremona è stato quello di non avviare alcun dibattito pubblico precedente al tavolo di lavoro con A2A, AEM, Padania Acque. E’ nato così un pacchetto che risponde più alle esigenze tecnocratiche dei contraenti che alle esigenze di transizione ecologica ed energetica del territorio.

Si fosse avviata prima del Tavolo di lavoro- Steering Committee- una discussione pubblica aperta ci sarebbe stato un contributo utile da parte di tanti Comuni, organizzazioni sociali e associazioni e oggi non ci sarebbe la necessità di modificare profondamente questo Pacchetto perché corrisponde assai poco agli obiettivi europei di una transizione ecologica giusta nel nostro territorio.

Nell’intervento del vicesindaco si ritrova poi una mentalità poco laica perché presuppone l’esistenza di un pensiero unico, di un quadro di lettura unico, insomma di una verità unica, la sua. Mentre non è ammessa l’esistenza di un ’altra visione, di un altro punto di vista che subito questi vengono declassati ad “armamentario ideologico e strumentale”.  

Purtroppo per lui, per il Sindaco e per la Giunta la nostra società postmoderna è pluralista sia nei credo personali che nelle culture politiche e la verità vive in diverse versioni e frammenti che il solo appello al sostegno alla “barchetta” del centrosinistra cremonese non riesce a ricucire se non partendo dal riconoscimento delle differenze che si stanno allargando.

Ad esempio è evidente che si sta creando una distanza abissale tra chi prende sul serio i Rapporti periodici dell’IPCC sui cambiamenti climatici e chi li ritiene in fondo allarmistici, tra chi ritiene urgente organizzare e promuovere obiettivi ambiziosi di decarbonizzazione e chi ritiene che il tradizionale modello di sviluppo vada soltanto riverniciato di verde e aggiornato.

E’ davvero indicativo dell’incomprensione da parte del vicesindaco della gravità della situazione climatica, ambientale e sanitaria, il tipo di accusa che mi rivolge: secondo lui sarei un “ambientalista ex post”, secondo lui non sarei coerente con il mio passato, secondo lui mi indignerei perché il percorso verso lo spegnimento dell’inceneritore voluto dalla Giunta Galimberti è più lungo di quello sancito nel programma di governo.

Ma se anche fosse così, e così non è come dimostrerò poi, se anche uno di fronte ai cambiamenti climatici sempre più accelerati cambiasse atteggiamento, si “convertisse” all’ecologia integrale come chiede papa Francesco e come chiedono migliaia di scienziati, non sarebbe un cambiamento saggio e responsabile, anche se tardivo?

Ma questi amministratori, cosa ci vogliono vendere? Che loro sono bravi perché non cambiano idea e di fronte ai cambiamenti climatici rimangono fermi sulle loro vecchie posizioni?  Cosa aspettano a cambiare rotta, che siamo colpiti anche noi da alluvioni e tragedie come in Germania?

Mi auguro che tante persone per bene, che tanti cittadini di buona volontà diventino adesso “ambientalisti ex post”. Del resto è successo con l’illusione dell’uso del nucleare civile. Negli anni ’50 e ’60 in tutto il mondo e da parte di quasi tutte le forze politiche si sostenne la costruzione di centrali nucleari per produrre energia elettrica. Poi negli anni ’70 e ’80 crebbe la critica a questa tecnologia fino a metterla in discussione anche in forza delle nuove fonti rinnovabili e pulite quali il fotovoltaico e il solare termico. Stesso discorso vale per gli inceneritori dei rifiuti poi ribattezzati termovalorizzatori. Questa tecnologia sembrò all’avanguardia negli ultimi vent’anni del secolo scorso e furono create scuole ingegneristiche a suo sostegno , tra le più convinte il Politecnico di Milano. Poi si fece strada l’alternativa delle piattaforme di recupero di materie prime-seconde in linea con la nuova prospettiva di economia circolare al punto che, oggi, l’Unione Europea esclude dai propri finanziamenti gli inceneritori anche se termovalorizzatori. 

 Per quanto riguarda l’inceneritore di Cremona non c’è alcuna garanzia che venga chiuso entro il 2029. La decisione spetta ad A2A che ne è diventata proprietaria. Purtroppo anche qui le cose non stanno come racconta il vicesindaco: non si tratta di un percorso verso lo spegnimento un po' più lungo rispetto a quello sancito dal programma di governo. Prima di tutto perché l’impegno a spegnerlo risale al primo Programma di governo del sindaco Galimberti, cioè al 2014. Poi un nuovo impegno a spegnerlo entro il quinquennio è stato assunto dal sindaco Galimberti nel 2019 . Infine arriviamo ai giorni nostri che vedono A2A sostenere l’inopportunità di formalizzare questa decisione nel proprio CdA. 

Al vicesindaco sfugge ancora una volta che sia sul piano politico che amministrativo non esistono vie obbligate ma percorsi e progetti diversi che dipendono dalla volontà degli attori e dalle priorità scelte. Chieda ad esempio a Luciano Pizzetti la priorità che diedi come segretario della Federazione del PCI alla “questione morale” negli anni ’80 quando il giovane Andrea Virgilio portava ancora i calzoni corti e la fondamentale importanza che affidavo all’autonomia della politica dai poteri forti. Si informi meglio sul protagonismo che avemmo come gruppo dirigente di Cremona nel mettere in minoranza le posizioni favorevoli al nucleare del  gruppo dirigente di Milano e su chi già allora si mise alla testa dei movimenti ecologisti e pacifisti cremonesi nei referendum del 1987 per contribuire a far chiudere tutte le centrali elettronucleari italiane, a cominciare da Caorso. Invece dovrebbe ricordare il suo scetticismo verso i Referendum nazionali del 2011 contro il progetto di costruire nuove centrali nucleari in Italia e per l’acqua pubblica. Il PD cremonese affidò ancora a me il compito di organizzare la campagna antinucleare e la sede del PD divenne sede del coordinamento territoriale di tutte le forze politiche contrarie all’energia nucleare e favorevoli alle fonti rinnovabili. E ancora chieda a Maura Ruggeri chi nel 2013 operò più convintamente per convincere il gruppo consiliare del PD a sfidare dall’opposizione il Sindaco Perri e l’assessore Bordi a deliberare la chiusura dell’inceneritore di San Rocco entro tre anni. Coerentemente poi, dando centralità a questo progetto di chiusura,  impegnai Gianluca Galimberti e la sua Campagna a  candidato sindaco nel 2014,  coinvolgendo personalità scientifiche quali Enzo Favoino di Zero Waste Europa, Alberto Bellini docente di ingegneria dell’Energia elettrica all’Università di Bologna, Piero Pelizzaro responsabile europeo di Kyoto Club, e amministratori del Consorzio Contarina di Treviso e Mirko Tutino assessore provinciale a Reggio Emilia. Tutti concordi nel dare avvio a quella società post-incenerimento  alla quale tuttora non crede l’attuale esperienza amministrativa di centrosinistra che nulla sta facendo sul piano del recupero delle materie prime-seconde, cioè della “fabbrica dei materiali”, vera alternativa all’incenerimento dei rifiuti.

Di fronte a contraddizioni così evidenti e a narrazioni così diverse, risulta difficile per ogni cittadino minimamente informato rinunciare a utilizzare la propria intelligenza e coscienza  critica. Dunque il dialogo, se si vuole un confronto senza pregiudiziali, non può che partire dalle differenze.

Marco Pezzoni (Cremona)

Cremona 18 luglio 2021

 

 

 

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