Lunedì, 06 maggio 2024 - ore 14.09

Oggi è il Giorno del ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo istriano

| Scritto da Redazione
Oggi è il Giorno del ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo istriano

Oggi in Italia è il Giorno del ricordo, solennità civile nazionale celebrata il 10 febbraio di ogni anno, che ricorda i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. La giornata intende promuovere la conservazione e il rinnovo della memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

La tragedia delle foibe, che ha provocato migliaia di vittime innocenti tra militari e civili italiani e non solo, riguarda in particolare il periodo dall’8 settembre 1943, quando entrò in vigore l’armistizio tra l’Italia e gli Alleati, al 10 febbraio 1947, data della firma dei trattati di pace di Parigi. Mentre con “esodo giuliano-dalmata” o esodo istriano ci si riferisce all’emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di nazionalità e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, dall’Istria, dal Quarnaro e dalla Dalmazia, nonché di un consistente numero di cittadini italiani (o che lo erano stati fino poco prima) di nazionalità mista, slovena e croata, che si verificò a partire dalla fine della seconda guerra mondiale nel 1945 e nel decennio successivo.

Sotto: una immagine del Magazzino 18 di Trieste, dove ancora oggi sono ammassati i mobili di migliaia di famiglie italiane sfollate da Istria e Dalmazia che non sono mai tornati a riprenderseli. 

Nel corso di una celebrazione che si è svolta questa mattina a Roma dal titolo “Il Giorno del ricordo delle foibe e dell’esodo giuliano – dalmata” a Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei deputati, è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e hanno preso inoltre la parola il presidente della Camera Roberto Fico, il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e il presidente di FederEsuli Giuseppe de Vergottini.

In occasione del Giorno del Ricordo il presidente Mattarella ha rilasciato questa dichiarazione:

«Le sofferenze, i lutti, lo sradicamento, l’esodo a cui furono costrette decine di migliaia di famiglie nelle aree del confine orientale, dell’Istria, di Fiume, delle coste dalmate sono iscritti con segno indelebile nella storia della tragedia della Seconda Guerra Mondiale e delle sue conseguenze.

Nel Giorno del Ricordo, che la Repubblica ha voluto istituire, desidero anzitutto rinnovare ai familiari delle vittime, ai sopravvissuti, agli esuli e ai loro discendenti il senso forte della solidarietà e della fraternità di tutti gli italiani. I crimini contro l’umanità scatenati in quel conflitto non si esaurirono con la liberazione dal nazifascismo, ma proseguirono nella persecuzione e nelle violenze, perpetrate da un altro regime autoritario, quello comunista.

Tanto sangue innocente bagnò quelle terre. L’orrore delle foibe colpisce le nostre coscienze. Il dolore, che provocò e accompagnò l’esodo delle comunità italiane giuliano-dalmate e istriane, tardò ad essere fatto proprio dalla coscienza della Repubblica. Prezioso è stato il contributo delle associazioni degli esuli per riportare alla luce vicende storiche oscurate o dimenticate, e contribuire così a quella ricostruzione della memoria che resta condizione per affermare pienamente i valori di libertà, democrazia, pace.

Le sofferenze patite non possono essere negate. Il futuro è affidato alla capacità di evitare che il dolore si trasformi in risentimento e questo in odio, tale da impedire alle nuove generazioni di ricostruire una convivenza fatta di rispetto reciproco e di collaborazione.

Ogni comunità custodisce la memoria delle proprie esperienze più strazianti e le proprie ragioni storiche. È dal riconoscimento reciproco che riparte il dialogo e l’amicizia, tra le persone e le culture.

Si tratta di valori che abbiamo voluto riaffermare con il Presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, che ringrazio ancora per l’incontro e le iniziative del luglio scorso, in occasione della firma del protocollo d’intesa per la restituzione del Narodni Dom alla minoranza linguistica slovena in Italia.

Da questi valori discendono progetti altamente apprezzabili come la scelta di fare di Gorizia e Nova Gorica, congiuntamente, capitale della cultura europea 2025.

Atti di alto significato simbolico che dimostrano una volta di più come la integrazione di italiani, sloveni e croati nell’Unione Europea abbia aperto alle nostre nazioni orizzonti di solidarietà, amicizia, collaborazione e sviluppo. Il passato non si cancella. Ma è doveroso assicurare ai giovani di queste terre il diritto a un avvenire comune di pace e di prosperità.

La ferma determinazione di Slovenia, Croazia e Italia di realizzare una collaborazione sempre più intensa nelle zone di confine costituisce un esempio di come la consapevolezza della ricchezza della diversità delle nostre culture e identità sia determinante per superare per sempre le pagine più tragiche del passato e aprire la strada a un futuro condiviso».

(Red, Quirinale.it)

 

542 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria