Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 20.23

Parigi due anni dopo la strage di Charlie Hebdo

A Parigi ancora stato d’emergenza e mazzi di rose rosse. La politica tace

| Scritto da Redazione
Parigi due anni dopo la strage di Charlie Hebdo

Al numero 10 di rue Nicolas-Appert a Parigi, quando è il 7 di gennaio il freddo entra fin sotto i cappotti. La strada è quasi deserta e i curiosi che girano l’angolo passano oltre cercando di farsi notare il meno possibile. Davanti alla porta che fu del settimanale satirico Charlie Hebdo c’è una targa con i nomi dei 12 morti dell’attentato del gennaio 2015. Tra loro alcuni, più degli altri, fanno rumore: Charb, Wolinski, Cabu, Tignous, Honoré. Appoggiati sul marciapiede due mazzi di rose bianche. Li hanno portati il sindaco Anne Hidalgo e il ministro dell’Interno Bruno Le Roux per una commemorazione durata il tempo di un minuto di silenzio a testa passa e di una stretta di mano. A osservare quel corteo funebre male organizzato, i murales dei volti dei morti. Nessuna didascalia, solo una frase: “Non ho niente da perdere. Preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio”. E’ una citazione dell’ex direttore Charb, quella stessa che dopo l’attacco i manifestanti di tutto il mondo hanno gridato in segno di solidarietà. Nel giorno del ricordo, nessuno la legge ad alta voce.

Fonte: il Fatto quotidiano on line 

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