Mercoledì, 15 maggio 2024 - ore 13.41

Patrimonio Mondiale Naturale, l’Italia chiede all’Unesco tre nuovi riconoscimenti

A Parigi, presso l’UNESCO, è stata presentato nei giorni scorsi il dossier per il riconoscimento di ulteriori “faggete vetuste”, considerate uniche per il profilo naturalistico

| Scritto da Redazione
Patrimonio Mondiale Naturale, l’Italia chiede all’Unesco tre nuovi riconoscimenti

A Parigi, presso l’UNESCO, è stata presentato nei giorni scorsi il dossier per il riconoscimento di ulteriori “faggete vetuste”, considerate uniche per il profilo naturalistico, all’interno del sito Patrimonio Mondiale Naturale “The Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe”, che include anche un’ampia porzione di foreste di faggio primordiali della Slovacchia orientale.

Sono tre le nuove candidature italiane di questa ultima proposta di estensione: la faggeta “Pollinello”, estensione di quella di “Cozzo Ferriero” già facente parte del sito, nel Parco Nazionale del Pollino; la foresta “Valle Infernale” nel Parco nazionale dell’Aspromonte; e un’ulteriore parte della “Foresta Umbra”, già riconosciuta. La candidature presentate coinvolgono, oltre all’Italia, anche altri 8 Paesi (Bosnia-Erzegovina, Francia, Montenegro, Repubblica Ceca, Repubblica di Macedonia, Polonia, Serbia, Svizzera). Il Sito Patrimonio mondiale Naturale copre attualmente 12 Paesi (Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Italia, Germania, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna e Ucraina) per un totale di 77 componenti.

«Abbiamo lavorato proficuamente insieme a tanti Paesi europei, in particolare la Svizzera che ha curato il coordinamento delle attività – ha affermato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa – Un ringraziamento va al Parco nazionale d’Abruzzo Lazio E Molise che ci ha supportato. Auspico che anche questo nuovo processo possa avere un esito favorevole, rafforzando ancor più i riconoscimenti Unesco italiani, a riprova dell’attenzione e dell’impegno che assicuriamo nella tutela e nella conservazione del nostro eccezionale patrimonio».

 

 

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