Mercoledì, 18 settembre 2024 - ore 21.19

PESTE SUINA - COLDIRETTI: IN LOMBARDIA 53% MAIALI ITALIANI- COLDIRETTI CREMONA: BENE ORDINANZA SALVA ALLEVAMENTI

COLDIRETTI: BENE ORDINANZA SALVA ALLEVAMENTI

| Scritto da Redazione
PESTE SUINA - COLDIRETTI: IN LOMBARDIA 53% MAIALI ITALIANI- COLDIRETTI CREMONA: BENE ORDINANZA SALVA ALLEVAMENTI

La tempestiva adozione di un provvedimento nazionale che consente alle

attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza, fornendo

rassicurazioni in merito alle esportazioni, è importante soprattutto

per la nostra regione dove è allevato il 53% dei suini italiani. È

quanto afferma la Coldiretti Lombardia in riferimento alla firma

dell'ordinanza dei ministri della Salute Roberto Speranza e delle

Politiche Agricole Stefano Patuanelli per fermare la diffusione della

peste suina africana (PSA) dopo i casi riscontrati su cinghiali in

Piemonte e Liguria ma anche in Germania, Belgio e Paesi dell'Est

Europa.





  La Peste Suina Africana - sottolinea la Coldiretti - può colpire

cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi

animali, ma non è invece trasmissibile agli esseri umani. La situazione

di emergenza che siamo costretti ad affrontare ora - continua la

Coldiretti - è frutto della mancata azione di prevenzione e

contenimento come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle

sedi istituzionali di fronte alla moltiplicazione dei cinghiali che

invadono città e campagne da nord a sud dell'Italia dove si contano

ormai più di 2,3 milioni di esemplari.



  L'ordinanza interministeriale - spiega la Coldiretti - prevede il

divieto di ogni attività venatoria salvo la caccia selettiva al

cinghiale nella zona stabilita come infetta da Peste Suina Africana,

ossia 114 Comuni di cui 78 in Piemonte e 36 in Liguria, dove la

presenza

di allevamenti è per fortuna molto contenuta. Nell'area circoscritta

sono altresì vietate la raccolta dei funghi e tartufi, la pesca, il

trekking, il mountain bike e le altre attività di interazione diretta o

indiretta con i cinghiali infetti. L'ordinanza in vigore per sei mesi -

continua la Coldiretti - si pone l'obiettivo di "porre in atto ogni

misura utile ad un immediato contrasto alla diffusione della Psa e alla

sua eradicazione a tutela della salute del patrimonio faunistico e

zootecnico suinicolo nazionale e degli interessi economico connessi

allo

scambio extra Ue e alle esportazioni verso i Paesi terzi di suini e

prodotti derivati".



  Il provvedimento nazionale - sottolinea Coldiretti Cremona - arriva

dopo la positiva decisione di Regione Lombardia di istituire una task

force per prevenire e contrastare la peste suina sui nostri territori.

Un'unità di crisi coordinata dalla U.O. Veterinaria (DG Welfare) e

composta da rappresentanti della DG Agricoltura, della DG Protezione

civile, dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e

dell'Emilia-Romagna, dei Dipartimenti Veterinari delle Ats, della

Polizia provinciale e dei Carabinieri forestali.



  Ora - prosegue Coldiretti Cremona - è importante vigilare oltre che

sul piano sanitario anche contro le speculazioni di mercato a tutela

degli allevatori e del sistema economico ed occupazionale. Una

necessità dopo che sono state attivate misure precauzionali alle

frontiere di Svizzera, Kuwait e in Oriente (Cina, Giappone e Taiwan)

dove è stato previsto un temporaneo stop alle importazioni di carni e

salumi Made in Italy.



  Le esportazioni di carni suine e derivati Made in Italy ammontano

complessivamente nel mondo a 1,7 miliardi ma va sottolineato - precisa

la Coldiretti - che oltre il 60% è destinato a Paesi dell'Unione

Europea che riconoscendo il principio della regionalizzazione prevedono

eventuali blocchi solo dai comuni delimitati, dove peraltro l'attività

di allevamento è molto contenuta. Un comportamento analogo peraltro è

stato adottato anche da paesi come Regno Unito, USA e Canada dove è

diretta la maggioranza dell'export extra Ue per i casi analoghi che si

sono verificati in Germania, Belgio e Paesi dell'Est Europa e per

questo

- continua la Coldiretti - diventa ora importante un'azione diplomatica

per formalizzare questo orientamento e non penalizzare la filiera.



  Abbiamo più volte evidenziato - afferma la Coldiretti nazionale - il

rischio della diffusione della Peste Suina Africana (Psa) attraverso i

cinghiali e la necessità della loro riduzione sia numerica che spaziale

attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge

157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree

protette. Adesso serve subito un'azione sinergica su più fronti anche

con la nomina di un commissario in grado di coordinare l'attività dei

prefetti e delle forze dell'ordine chiamate ad intensificare gli

interventi, per tutelare e difendere gli allevamenti e compensare gli

eventuali danni economici alle imprese. Si ravvisa infine la necessità

di avviare iniziative comuni a livello europeo perché - afferma la

Coldiretti - è dalla fragilità dei confini naturali del paese che

dipende l'elevato rischio di un afflusso non controllato di esemplare

portatori di peste.



  La Lombardia è la prima regione per numero di suini allevati: sono

infatti quasi 4 milioni e mezzo i capi presenti nelle aziende lombarde,

pari al 53% del totale nazionale. Una parte importante viene dalla

provincia di Cremona: il patrimonio zootecnico cremonese - evidenzia

Coldiretti Cremona - conta infatti oltre 900mila suini (918.585 capi,

dati CCIAA Cremona).

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