E’ stata anche mobilitazione dell’associazionismo europeo che ha dato testimonianza di quella solidarietà tra la gente che la politica non ha voluto vedere, di cui non ha voluto tener conto.
Mentre si consuma lo sgombero del campo di idomeni, che rimarrà come uno dei simboli, insieme a Calais, del fallimento delle politiche europee di gestione dei flussi migratori del nostro tempo, ci sembra importante dare visibilità ad alcune iniziative che hanno cercato in questi mesi di dare una parvenza di normalità alla vita nel campo, di alleviare i traumi dei bambini scappati dalla guerra per finire una situazione disperata per loro incomprensibile. E’ stata una mobilitazione di decine, di centinaia di giovani che hanno messo a disposizione dei profughi fermati dall’ultimo sbarramento dell’Europa che li rifiutava il loro tempo e le loro capacità.
“La meglio gioventù” cominciano a dire in molti, parafrasando il titolo di un bel film di qualche anno fa.
Una onlus trentina, Speranza – Hope for Children in questi mesi ha diffuso attraverso la sua pagina FB molte informazioni e ha mobilitato la solidarietà di molti volontari italiani. Durante lo sgombero del campo ha postato diverse testimonianze.
Valentina Cupi, in missione con Hope, scrive: “IDOMENI. In tutto il delirio dello sgombero c'è tempo per l'amore, la gentilezza e l'umanità. Un bimbo mi ha regalato un anello, una famiglia che aveva visto i miei jeans stracciati mi ha regalato dei pantaloni, abbiamo fatto le bolle, una bimba mi ha aiutata a preparare gli aiuti per spostarli in un altro campo improvvisato. Tutto questo considerato che da stamattina alle 5 stanno sgomberando il campo di Idomeni. Le persone vengono caricate sui bus che le porteranno in altri campi. Le persone qui si erano create una minima parvenza di vita normale, tende che erano diventate case, un campo che era diventato una piccola comunità viene spazzato via dalle ruspe. Andarsene dal campo di Idomeni avrebbe dovuto voler dire attraversare le frontiere e accedere a una vita degna di essere chiamata tale. Invece queste persone devono ricominciare da capo tutto. Tra tende e fango e rifiutate dall'Europa. Qualcuno sta tornando in Siria pur di non affrontare di nuovo questo inferno. Preferiscono l'inferno di casa a questo che gli stiamo creando."
“Oggi, prima di sgomberare definitivamente la struttura magazzino di Speranza - Hope for Children a Idomeni, i nostri volontari hanno scritto a caratteri cubitali "FUCK EUROPE" pensando alla prossima distruzione con le ruspe del magazzino costruito con i soldi dei nostri donatori. Si tratta di un fallimento politico e morale delle istituzioni europee incapaci di affrontare il problema dei rifugiati che scappano dalle guerre e che hanno diritto di asilo. Tristezza ho letto negli occhi di un bambino che preparandosi lo zaino ci ha detto che lui e la sua famiglia sarebbero rientrati in Siria sotto i bombardamenti e con i tanti sacrifici. Quegli occhi da bambino e la loro tristezza avrei voluto lì vedessero anche i politici europei e i leader dei popoli egoisti europei. Così non si costruisce il futuro, popoli europei!”
A Idomeni c’era anche un centro Culturale, frutto del lavoro e della progettualità di un gruppo di volontari indipendenti e rifugiati, che hanno lavorato insieme in questi mesi per creare uno spazio educativo.
Postiamo un breve video che mostra le loro attività. Sono solo due esempi tra i tanti. Una ventata di aria fresca e di speranza in una situazione desolata.
Guarda il Video Cultural Center Idomeni clicca qui