Il Presidente degli Stati Uniti d'America pone fine ad un embargo di 50 anni nei confronti del regime comunista latinoamericano per dare un senso ad una politica estera finora sottotono. Il riorientamento della politica estera statunitense in America e nell'Asia-Pacifico, ed il confronto con i repubblicani al Congresso, tra le ragioni che hanno portato Obama ad aprire all'Avana
Philadelphia - Un tentativo di passare alla storia e di mettere in crisi un Congresso agguerrito e forte nei numeri. La scelta del Presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama, di normalizzare i rapporti con Cuba, presa nella giornata di mercoledì, 17 Dicembre, è una manovra politica che guarda in diverse direzioni.
In primis, l'ordine di riaprire un tavolo per il ripristino di rapporti diplomatici con il regime comunista di Cuba, che il Presidente Obama ha dichiarato di intendere impartire quanto prima al Segretario di Stato, John Kerry, chiude una fase di 50 anni di embargo economico e di gelo politico avviata da John Fitzgerald Kennedy, il Presidente degli Stati Uniti ideologicamente più vicino a Obama, in piena Guerra Fredda.
La riapertura dei rapporti diplomatici con Cuba è anche l'ennesima prova della maggiore attenzione che Obama intende porgere nei confronti dell'emisfero occidentale: un riorientamento della politica estera statunitense che ha già visto le sue prime conseguenze nel maggiore impegno degli Stati Uniti nella regione dell'Asia-Pacifico e nel quasi assente coinvolgimento in Europa.
Con questa decisione di portata storica, Obama intende inoltre dare un senso ad una politica estera che, finora, gli ha fornito l'epiteto di uno dei Presidenti meno coraggiosi in ambito internazionale della storia degli Stati Uniti, dopo la gestione marginale della guerra in Libia contro la dittatura di Muhammar Gheddafi, il mancato attacco al regime di Bashar Al Assad in Siria, e la troppo tiepida gestione della crisi ucraina e della nascita dello stato islamico ISIL.
Come riportato da Politico, oltre al fatto storico, la decisione di Obama di ripristinare i rapporti diplomatici con Cuba rappresenta un atto di forza del Presidente democratico nei confronti del Congresso che, per via della vittoria dei repubblicani nelle elezioni di Mid-Term, sarà presto totalmente ostile all'Amministrazione Presidenziale.
Da parte loro, i repubblicani hanno promesso battaglia al Presidente sulla sua decisione di riaprire il dialogo con Cuba blocca di alcuni fondi destinati all'attività del Presidente in politica estera.
Tuttavia, Obama ha fatto sapere di intendere procedere con l'uso dei poteri esecutivi in suo possesso, così come promesso per la riforma della sanità e per la regolarizzazione di 4,7 milioni di immigrati irregolari: due cavalli di battaglia che il Presidente intende cavalcare negli ultimi due anni di legislatura.
Jeb Bush e Marco Rubio alla ricerca del voto dei dissidenti
Infine, come riportato dall'autorevole Reuters, la mossa di Obama di ripristinare i rapporti con Cuba ventila l'opportunità per i democratici di compattare il proprio elettorato, che secondo un recente sondaggio IPSOS è favorevole alla normalizzazione con il regime comunista della Avana, attorno al loro candidato nelle prossime Elezioni Presidenziali.
Inoltre, l'elettorato latino, concentrato per lo più in Florida, uno degli swing-state principali, potrebbe accogliere con favore la decisione di Obama, così come i tanti appassionati di baseball, uno sport in cui i più grandi campioni sono principalmente cubani.
Non a caso, l'ex-Segretario di Stato USA, Hillary Clinton, data per probabile candidata democratica nelle prossime Elezioni Presidenziali, ha subito caldamente accolto l'iniziativa di Obama di riaprire i rapporti con Cuba, dichiarando che 50 anni di embargo non sono serviti ad alcunché.
Dall'altro lato dello schieramento politico, l'apertura di Obama a Cuba ha portato i possibili candidati alle Primarie Repubblicane ad assumere posizioni di opposizione, vicine a quelle degli ambiti più conservatori.
L'ex-Governatore della Florida, Jeb Bush, e il giovane Senatore della Florida, Marco Rubio, si sono opposti all'apertura di Obama per cercare di compattare l'elettorato della comunità degli esuli cubani che, come riportato da diversi sondaggi, è tuttavia già schierato politicamente a favore dei repubblicani.
Rand Paul, senatore del Kentucky del Tea Party, ha invece accolto con favore le aperture di Obama a Cuba, sottolineando che il gesto del Presidente può aprire una nuova fase nella politica commerciale degli Stati Uniti nel Mondo.
Matteo Cazzulani, Analista di tematiche Trans Atlantiche, Twitter @MatteoCazzulani