Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 19.32

Racconto Viaggio in Messico di Agostino Spataro

A ben pensarci, lo stile messi­cano è più naturale, è più a misura d’uomo. Fra un sano lentore e una stressante frenesia, una mente sana sceglierebbe il primo. Del resto, i messicani provengono da grandi e sontuose civiltà.(Agostino Spataro in "I giardini della nobile brigata")

| Scritto da Redazione
Racconto  Viaggio in Messico di Agostino Spataro

Dal 1° al 30 novembre 2016, Agostino Spataro, direttore di “Informazioni dal Mediterraneo” (www.infomedi.it ), già membro delle commissioni Affari Esteri e Difesa della Camera dei Deputati, ha compiuto un viaggio in Messico dove ha preso parte a diverse iniziative di dibattito politico e culturale.

COLLOQUIO INTERNAZIONALE

Su invito dell’Instituto de Ciencias Sociales y Humanidades “Alfonso Vélez Pliego”, della Benemerita universidad autonoma de Puebla (Buap), ha partecipato, come relatore, al Colloquio internazionale, svoltosi a Puebla il 7-8 novembre, sul tema:

“Scenari attuali dei governi progressisti in America Latina: fine del ciclo?”

Nella relazione presentata (“Problemi della sinistra in Europa e in America Latina”) si rileva, fra l’altro, "il grande valore dell’esperienza di alcuni Paesi latino-americani che ha saputo:

- contrastare il neoliberismo dilagante con azioni di lotta e progetti mirati a recuperare, a fissare un’identità politica, etnica e culturale, a dimensione continentale; 

- offrire risposte sociali forti, inclusive alla massa dei lavoratori, a centinaia di milioni di poveri;

- indicare una prospettiva economica auto-centrata alle forze sane della cooperazione e dell’imprenditoria;

- assicurare dignità e sovranità agli Stati nel quadro delle nuove istituzioni regionali, sovranazionali.

In poche parole: ci è parso che lo sforzo intrapreso in diversi Paesi latinoamericani guidati, con alterne fortune, da schieramenti progressisti e di sinistra (dal Brasile all’Argentina, dall’Uruguay al Cile, dall’Ecuador al Venezuela, dalla Bolivia al Nicaragua, ecc), sia riuscito a migliorare le condizioni di vita dei lavoratori, delle masse povere e delle popolazioni indigene.

La novità sta anche nel fatto che tale trasformazione è avvenuta con il consenso elettorale, nel vivo di una rinascita democratica.

Una grande lezione, politica e morale, che le forze di progresso hanno dato alla destra, alle oligarchie internazionali che in America latina hanno spesso favorito, imposto regimi illiberali e antisociali e sanguinose dittature militari.

Insomma, una nuova Liberazione, dopo quella dal colonialismo e dalle dittature militari oppressive.

Così a noi è apparsa la vostra realtà durante le ultime due decadi: un moto di popoli e di culture, felicemente in controtendenza…”

Fine del ciclo? Non sarebbe un dramma poiché chiuso un ciclo se ne apre un altro! Speriamo migliore del precedente.

A mio avviso, la questione che si pone alla sinistra, ai movimenti progressisti latino- americani non è quella di piangere sul ciclo concluso, ma di pensare a prepararne, organizzarne uno nuovo, coinvolgendo tutte le forze disponibili.

Consapevoli che per spezzare il fronte avversario si devono cercare nuovi alleati con i quali condividere lotte e sacrifici, ma anche i programmi e le responsabilità di governo.

Aprirsi agli altri e non barricarsi dietro parole d’ordine non sempre comprensibili e mobilitanti come mi sembra quella del “socialismo del XXI° secolo” lanciata dai dirigenti chavisti del Venezuela.

Affascinante, ma poco mobilitante, quella parola d’ordine visto che i problemi attuali, più urgenti sono l’attacco virulento della destra, l'emergenza politica e il rifornimento alimentare della popolazione.

Per leggere tutto l’articolo clicca qui  http://montefamoso.blogspot.it/2016/12/dal-messico.html

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