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Repubblica Ceca, nuove prospettive per la sinistra

| Scritto da Redazione
Repubblica Ceca, nuove prospettive per la sinistra

Si sono tenute, nelle giornate di venerdì 25 e sabato 26 ottobre le votazioni per il rinnovo della Camera bassa del Parlamento ceco (200 membri, eletti ogni 4 anni col sistema proporzionale con sbarramento al 5%). I votanti sono stati il 59,48% degli aventi diritto.

La precedente maggioranza di centro-destra, tendenzialmente antieuropeista, ne è uscita battuta. Il governo, con premier Petr Nečas (ODS), da essa espresso poteva contare su una maggioranza parlamentare di 118 deputati, ma si è dimesso nel giugno scorso. Il Capo dello Stato, Milos Zeman, un ex socialdemocratico di sinistra, aveva quindi nominato un governo di transizione, costituito da tecnici e presieduto dall´economista Jiri Rusnok.

Il Partito Social Democratico Ceco (CSSD) di Bohuslav Sobotka, membro del PSE e dell´Internazionale Socialista, ha subito una flessione (dal precedente 22,08% del 2010 è sceso al 20,45% attuale), che gli ha fatto perdere 6 seggi. Ma il calo della destra ne ha confermato il posto di primo partito della Repubblica.

Quindi l´incarico di formare il nuovo governo spetterà probabilmente ad un esponente della socialdemocrazia, che, per trovare una maggioranza parlamentare, potrebbe avvalersi del sostegno del partito comunista o di quello della nuova formazione centrista ANO 2011, guidata da Andrej Babiš, la vera rivelazione di queste elezioni, o di tutti e due. Questi i risultati definitivi:

Socialdemocratici (CSSD) 20,45% (50 seggi), ANO 2011 (“Associazione dei cittadini scontenti”) 18,65% (47), comunisti 14,91% (33), TOP 09 (“Tradizione, Responsabilitá, Prosperitá”) 11,99% (26), ODS (“Partito Democratico Civico”) 7,72%  (16), Usvit (“Alba”) 6,88% (14), cristiano-democratici 6,78%  (14). Tutti gli altri (le liste partecipanti erano 23) non hanno superato la soglia del 5%.

(Ferdinando Leonzio)

Il risultato del CSSD segna, in realtà, il peggior risultato ottenuto da quel partito dal divorzio dalla Slovacchia di vent’anni fa. L’entrata nell’arena di Andrej Babiš, il cosiddetto “Berlusconi ceco”, imprenditore miliardario che ha fatto negli ultimi mesi razzia di media cechi per crearsi una forte base di lancio sul pubblico, con la sua impostazione centrista-populista ha raccolto l’insoddisfazione e l’ostilità dei cittadini verso una classe politica detestata che ha perso molta della sua credibilità. Qualunque sia la coalizione che eventualmente si formerà per guidare il Paese, la grande frammentazione non porterà presumibilmente che a una continuata instabilità politica. (PS)

 

Fonte: http://www.buongiornoslovacchia.sk/index.php/archives/40759

 

DA REDAZIONE, IL 29 OTTOBRE 2013

 

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