Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 08.57

Salone della CSR-Autoguidovie come si costruisce la mobilità del futuro

3 italiani su 4 utilizzano ancora l’auto per spostarsi in un raggio inferiore ai 10 km. Una riduzione del 20% dell’utilizzo del mezzo privato porterebbe ad un traffico più sostenibile

| Scritto da Redazione
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Il rapporto tra mobilità e sostenibilità è sempre più evidente e riconosciuto in ambito europeo e internazionale. Proteggere l’ambiente per migliorare la vita delle persone significa investire in ricerca e innovazione per definire strategie di mobilità che coinvolgono diversi attori, in una collaborazione stretta tra pubblico e privato. Di questo si è parlato nel convegno dedicato a “Energia, clima, mobilità: scenari in evoluzione” in programma lunedì 3 ottobre ore 11:00 a Milano, nel corso del Salone della CSR e dell'innovazione all'Università Bocconi. Al tavolo di lavoro ha partecipato Natalia Ranza Consigliere Delegato di Autoguidovie, che con il suo intervento ha condiviso l’esperienza e le azioni concrete che Autoguidovie ha intrapreso in ottica di sostenibilità. “La riduzione del traffico automobilistico ed il passaggio culturale da mezzo individuale a servizio pubblico di qualità deve essere ancora capito e assimilato. Non è una possibilità ma priorità globale. Oggi troppi servizi non sono coperti e i viaggiatori scelgono il mezzo individuale; quindi trasformare i bus a gasolio in bus elettrici non risolve il problema se non si limitano gli spostamenti inquinanti dei mezzi personali. Una riduzione del solo 20% del traffico automobilistico, porterebbe ad un traffico più sostenibile ed a un servizio pubblico più equilibrato economicamente”. Ha dichiarato Natalia Ranza, Consigliere Delegato di Autoguidovie. In media gli italiani trascorrono in coda 38 ore all’anno. Nel 2020 l’Italia risulta ultima in Ue per gli investimenti pubblici con l’1,9% del Pil rispetto al 2,8% della media europea. Abitudini e retaggi del passato influenzano ancora le scelte di mobilità di molti italiani: 3 persone su 4 utilizzano ancora l’auto per spostarsi in un raggio inferiore ai 10 km. L’impatto che il modello di mobilità ha nel condizionare i comportamenti degli individui e della società è infatti significativo. Non c’è consapevolezza riguardo gli impatti dei mezzi di trasporto scelti e utilizzati quotidianamente per gli spostamenti di persone e merci. Un altro aspetto riguarda la questione della condizione sociale e culturale. Il possesso di un veicolo privato è ancora un elemento rilevante per la definizione dello “status sociale” “Cosa si può e si deve fare: da una parte modificare la domanda di trasporto – cercando di offrire alternative più sostenibili e di cambiare alcune abitudini di comportamento consolidate – dall’altra lavorare per ridurne gli impatti – attraverso infrastrutture, mezzi e tecnologie che limitino o azzerino le emissioni. Se vogliamo trasportare più passeggeri e incoraggiare chi ancora non lo fa a lasciare a casa l’auto dobbiamo mettere “Cliente al centro” conoscere i suoi bisogni di mobilità, soddisfarli per essere una reale alternativa di viaggi. Sostenibilità vuole dire anche dare una reale alternativa al trasporto privato a fronte di un vantaggio economico e ambientale collaborando come sta facendo Autoguidovie con il territorio creando sinergie con gli Enti. Come Autoguidovie abbiamo studiato tariffe agili per chi fa smart working, abbonamenti annuali agevolati per gli studenti (Bus2school) e collaborato con le università per sconti ai dipendenti e studenti. Abbiamo una flotta moderna che rispetta l’ambiente e crediamo nell’importanza di dare valore alle nuove idee supportando gli incubatori (PoliHub) e le più importanti università (Politecnico e Memit Bocconi) per costruire un sistema di mobilità che aiuti lo sviluppo sostenibile”. Ha concluso Natalia Ranza.

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