Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 22.08

SIAMO DIVENTATI TUTTI VIROLOGI… DISHONORIS CAUSA… Arnaldo De Porti

Risposta : “ Caro amico medico, ma si dovrà vivere proprio secondo detto tuo assunto ?”

| Scritto da Redazione
SIAMO DIVENTATI TUTTI VIROLOGI… DISHONORIS CAUSA… Arnaldo De Porti

SIAMO DIVENTATI TUTTI VIROLOGI… DISHONORIS CAUSA… Arnaldo De Porti

Siamo al paradosso più paradossale:   oggi la scienza medica rincorre unidirezionalmente il Covid allo scopo - ci vorrebbe altro che non fosse così – di sconfiggerlo riportando  la gente ad una tanto agognata normalità. E qui non ci piove. Temo però,  come sto scrivendo da due anni “pandemici” anche su questo giornale,  e quindi in tempi non sospetti, che in questa nuova era che stiamo affrontando, si debba necessariamente guardare anche altrove, e cioè sulle cause che originano le infezioni, altrimenti, quand’anche si dovesse ad arrivare ad un antidoto efficace volto a debellare questo  Covid definitivamente, e cioè al cento per cento, attraverso una terapia vaccinale che, come sappiamo, non è esente da ingredienti che vanno tenuti in seria considerazione (un veleno si sconfigge infatti con altro veleno), si finirebbe automaticamente per instaurare un sistema sanitario che si fonda sull’equilibrio dei veleni. Come dire: di volta in volta si cerca in laboratorio un veleno in grado di annientare quello precedente. E le premesse oggi ci sono tutte per pensarlo stante la potenziale procrastinazione di validità riguardante anche l’inoculazione dei cosiddetti  booster.

Secondo me, uomo della strada, autocertificatomi “virologo” come una nutrita schiera di altri a seguito delle continue devianti e confusionarie performance dei virologi veri, autorizzati a parlare in base al cosiddetto “toco de carta” rilasciato da qualche Ateneo, sarebbe ora di guardare altrove, è cioè sulle cause che sicuramente generano i vari virus: prodotti dell’alimentazione e conseguente alimentazione, allevamenti animali ad uso umana alimentazione,  concentrazioni urbane, ospedaliere,  aria, argomenti tutti che devono essere presi subito  in esame sotto ingrandimento a livello mondiale, rendendoci conto che il progresso ci ha portato in una nuova era che per il momento non avvertiamo  solo perché siamo ancora sotto influsso di quella precedente, realtà quest’ultima che, inevitabilmente, dovremo lasciarci alle spalle.

Ogni tanto, parlando dei decessi attuali per Covid, c’è chi fa emergere qualche nota di speranza mettendo a confronto i tantissimi morti dell’anno scorso con il numero più contenuto di quelli  di quest’anno. Detta considerazione  sembra avere il senso di una consolazione, di una speranza a cui credo poco, proprio per il fatto che non vedo all’orizzonte chi guarda altrove, e cioè sulle potenziali cause della pandemia che, a mio avviso, sono chiare, limpide ed alla luce del sole, realtà tutte che vengono messe in stand by da un mondo di ipovedenti, audiolesi, profittatori ignoranti che stanno privilegiando il profitto rispetto alla salute planetaria, fors’anche calcolando il loro tempo di permanenza su questa terra, e lasciando quindi i problemi alle nuove generazioni.

Ieri sera, dopo aver sentito in tv il grande numero di decessi Covid nel nostro paese, ho telefonato con molta preoccupazione ad un mio amico medico, dicendogli che sarebbe ora che la scienza medica stessa più zitta in tv e sui giornali, ad evitare di far ammalare e morire più gente del Covid stesso a causa di patologie riconducibili a stress mentali, ansie e quant’altro. Ecco la risposta, papale papale :

“… cerca di avere meno paura e  non ascoltare le varie Capua che la gente valorizza attraverso la cassa risonanza di voi giornalisti aumentando l’audience;  forse non conviene contestarli sulla serietà della loro preparazione anche perché, prima o dopo, dobbiamo ricorrere a loro…”

Sensato, razionale ed anche condivisibile quanto mi è stato detto dall’ amico-medico,  anche  perché proveniente da un uomo di spessore sanitario,  tuttavia, sviluppando il senso fra le righe, dovrei-dovremmo tristemente far finta di metabolizzare un concetto che disegna un clima di passiva accettazione ? Se non addirittura di impotenza di fronte ad un  nuovo futuro ? Forse tutto da inventare ?

Risposta : “ Caro amico medico, ma si dovrà vivere proprio secondo detto tuo  assunto ?”

 Arnaldo De Porti

Belluno Feltre

 

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