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Siria. Tacciano le armi. L’intervento di Obama è un errore |G.C.Storti

| Scritto da Redazione
Siria. Tacciano le armi. L’intervento di Obama è un errore |G.C.Storti

Siria. Tacciano le armi. L’intervento di Obama è un errore |G.C.Storti
Sembra che in queste ore  Obama, Hollande e Cameron stiano per decidere, a seguito dell’uso dei gas da parte di Assad, un intervento militare in Siria, al di fuori di qualsiasi mandato dell’Onu mutuando l’esperienza fatta in Libia. Non sono uno stratega militare né un raffinato politico ma solo un semplice cittadino e ritengo che tale iniziativa sia un errore madornale in quanto , come qualcuno ha detto, si darebbe fuoco ad una regione intera.

Il sito www.welfarenetwork.it lancia un sondaggio.
Per dire la tua clicca qui:
http://www.welfarenetwork.it/index.php?option=com_apoll&view=apoll&id=29:sondaggio-qsiete-favorevoli-o-contrari-allintervento-armato-in-siriaq


Ritengo che il modo di intervenire doveva e debba essere un altro e cioè quello di aiutare le forse anti-Assand che si sono mosse in Siria. Purtroppo questo non è avvenuto in questi ultimi due anni e la situazione è oggi assai pericolosa. Fino a qualche tempo fa anzi si aveva l’impressione che le cancellerie dei paesi più influenti sperassero in una vittoria militare dello stesso Assad, come del resto lo stesso Padre Dall’Oglio aveva denunciato.
Intervenire oggi in questo modo significa dar fuoco alle polveri e basta. Certamente Assad va condannato e deposto. Il mondo, Onu compreso,  è stato troppo indulgente nei confronti del dittatore Siriano e non ha aiutato le forze dell’opposizione in quel paese.

Il Papa Francesco ha lanciato l’appello per far tacere le armi in quel martoriato paese. Orbene per raggiungere questo obiettivo è necessario aiutare le popolazioni siriane a sollevarsi per far cadere il dittatore.
Questo intervento , così come annunciato, senza fra l’altro la copertura dell’ONU rischia di peggiorare la situazione in Siria e nell’intera area mediorientale.
Gian Carlo Storti
direttore sito www.welfarenetwork.it

Di seguito le posizioni di Emma Bonino ( Ministro degli Esteri) e Fausto Raciti ( Partito Democratico)

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La posizione Emma Bonino (Ministro degli Esteri)
“Senza una decisione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu l’Italia non intende prendere parte ad azioni militari in Siria, sebbene il governo italiano si associ “pienamente alla energica condanna internazionale” all’attacco chimico lanciato il 21 agosto scorso alle porte di Damasco, “a cui dovrà corrispondere una risposta adeguata della stessa comunità internazionale. Il governo italiano si associa pienamente alla energica condanna internazionale a questo attacco a cui dovrà corrispondere una risposta adeguata della stessa comunità internazionale - ha detto il ministro - ma credo che debba essere il Consiglio di sicurezza Onu ad assumersi con tempestività le responsabilità che discendono dal suo ruolo di garante della pace internazionale. Il consiglio deve pronunciarsi in modo inequivocabile e senza distinguo. L’Italia non prenderà attivamente parte ad azioni militari deliberate e attuate al di fuori del contesto del Consiglio di sicurezza, che rimane l’unico e imprescindibile quadro di riferimento giuridico. Il nostro Paese è impegnato al limite e oltre il limite della nostra capacità in diversi teatri della regione, come Libano, Afghanistan e Libia. L’impegno italiano in questi teatri è consistente e al limite delle nostre possibilità e non verrà meno”.

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La posizione di Fausto Raciti (Partito Democratico)
“Poche cose sarebbero più stupide che pensare di risolvere le guerre civili che attraversano il medioriente con un ennesimo intervento militare. Dieci anni di fallimenti non hanno insegnato nulla?
C'è un ex premier inglese di grande successo e spregiudicatezza. Nella sua storia personale la macchia dell'invenzione di prove false sulle armi in possesso del regime di Saddam Hussein e alcuni anni alla guida del quartetto in Medioriente che definire insignificanti è un complimento. Nel frattempo ha però trovato il tempo per inventarsi consulente per le banche d'affari. Oggi invoca un nuovo intervento militare. Si chiama Tony Blair, ma è peggio di Nerone “.

27/08/2013

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