Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 08.16

Solidarity day per il Kashmir, Milano - Piazza Castello, ore 13 – 4 febbraio

Un'imponente raduno di solidarietà e protesta contro le violazioni dei diritti umani in Kashmir, anche questo febbraio a Milano. Presente anche una delegazione di Cremona

| Scritto da Redazione
Solidarity day per il Kashmir, Milano - Piazza Castello, ore 13 – 4 febbraio Solidarity day per il Kashmir, Milano - Piazza Castello, ore 13 – 4 febbraio Solidarity day per il Kashmir, Milano - Piazza Castello, ore 13 – 4 febbraio Solidarity day per il Kashmir, Milano - Piazza Castello, ore 13 – 4 febbraio

Solidarity day per il Kashmir, Milano - Piazza Castello, ore 13 – 4 febbraio

Un'imponente raduno di solidarietà e protesta contro le violazioni dei diritti umani in Kashmir, anche questo febbraio a Milano. Presente anche una delegazione di Cremona

Circa 1500 persone. donne e uomini, Pakistani, Kashmiri della diaspora, e attivisti italiani, arrivati da tutta Italia in pullman e mezzi privati, per affollare pacificamente la piazza e gridare lo sdegno, la protesta, la rabbia per un conflitto dimenticato, un 'illegittima occupazione, controllata dall'esercito indiano da oltre 70 anni, malgrado le risoluzioni ONU, e che tiene in regime di vero apartheid un intero popolo, comprese donne e bambini.

Sul palco allestito in piazza, ospite d'eccezione il presidente dell' AJK Diaspora Overseas Europe, (acronimo di Azadi Jammu Kashmir, “azadi” significa libertà), Muhammad Ghalib, attivista noto a livello internazionale, e Muhammad Bashir, da Roma. Tanweer Qadar, Brescia, organizzatore delle iniziative che hanno preceduto la manifestazione, Aftab Ahmed, il presidente dei giornalisti pakistani, da Cremona e l'attivista cremonese Rosanna Ciaceri ( Ass.ne Immigrati Cittadini onlus)

Interventi sia di solidarietà ma anche di proposta, ribadita da tutti i presenti, per una soluzione che stavolta superi l'impasse in cui versa un intero continente, Asia Sud - Est, per l'incapacità di vedere oltre i nazionalismi, e che metta d'accordo, come hanno ribadito sia l'attivista Ghalib che Tanweer l'obbligo di tutela della popolazione civile, che la sicurezza dell'area e una pace equa. Utile a garantire diritti umani ma anche investimenti.

Forse l'unico linguaggio efficace, che governi finora sordi riescono a intendere.

R.C.

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