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Presidio di protesta per il Kashmir a Milano, 5 febbraio 2017 ore 13-18, sotto il Consolato Indiano.

Human Rights Watch ha da tempo denunciato casi di “desaparecidos, documentate dall'attivista Parvez, e segnalate all'ONU, di persone sparite nel nulla, di fosse comuni, oltre che i disagi quotidiani da parte dei civili impossibilitati ormai a vivere una vita normale, dopo il coprifuoco imposto a seguito dell'assassinio dell'attivista Burhan Wani.

| Scritto da Redazione
Presidio di protesta per il Kashmir a Milano, 5 febbraio 2017 ore 13-18, sotto il Consolato Indiano. Presidio di protesta per il Kashmir a Milano, 5 febbraio 2017 ore 13-18, sotto il Consolato Indiano. Presidio di protesta per il Kashmir a Milano, 5 febbraio 2017 ore 13-18, sotto il Consolato Indiano. Presidio di protesta per il Kashmir a Milano, 5 febbraio 2017 ore 13-18, sotto il Consolato Indiano.

La Comunità Pakistana d'Italia invita a una grande mobilitazione per il presidio di protesta autorizzato sotto il Consolato Indiano a Milano, il 5 febbraio, allo scopo di sensibilizzare la popolazione sulle gravissime violazioni dei diritti umani ai danni della comunità kashmiri nella zona al confine tra India e Pakistan.

Il conflitto India-Pakistan del Kashmir, nato nel 1947, è tra quelli di lunga durata potenzialmente più pericolosi per la stabilità dell'area asiatica, colpisce le comunità e le minoranze musulmane che sopravvivono a fatica,  vittime di azioni violente e rappresaglie dei militari indiani, con il pretesto della sicurezza. Il governo indiano da tempo usa il polso forte con il Kashmir, tiene sotto pressione le popolazioni e gli attivisti musulmani, per scoraggiare qualsiasi mira di secessione o autonomia, nel timore che il Pakistan voglia governare la zona.

Human Rights Watch ha da tempo denunciato casi di “desaparecidos, documentate dall'attivista Parvez, e segnalate all'ONU, di persone sparite nel nulla, di fosse comuni, oltre che i disagi quotidiani da parte dei civili impossibilitati ormai a vivere una vita normale, dopo il coprifuoco imposto a seguito dell'assassinio dell'attivista Burhan Wani.

In Kashmir sono censurati giornali e altri mezzi di comunicazione, per impedire di  documentare le violenze e atrocità subite dai civili, e tacere al mondo la verità.

La Comunità Pakistana d'Italia invita a solidarizzare con i kashmiri e a rompere il muro di omertà internazionale su una violazione dei diritti umani fondamentali di così lunga durata.

I popoli hanno diritto alla loro autonomia, all'autodeterminazione, a scegliere le forme di governo.

Invita i giornalisti, tutta la stampa italiana, a partecipare al presidio numerosa, anche per denunciare le violazioni del diritto alla libera informazione in una zona che somiglia sempre più ad un lager, con muri e reti di protezione.

Invita tutte le associazioni impegnate nei diritti umani presenti a Milano, e nel Nord, a esprimere concretamente la loro solidarietà al Kashmir, denunciando pubblicamente le gravi violazioni subite dalle comunità e far giungere alla comunità internazione, all'ONU, un forte appello affinchè  si metta fine al conflitto nel rispetto all'autodeterninazione del popolo Kashmiri.

Fonte Comunità Pakistana Italiana

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