Giovedì, 16 maggio 2024 - ore 03.15

Sudan – Darfur: La situazione continua ad essere instabile

| Scritto da Redazione
Sudan – Darfur:  La situazione continua ad essere instabile

All’origine degli scontri che si sono verificati tra sabato e domenica scorsi a nord di Zalingei nello stato del Darfur centrale ci sarebbe l’ennesima razzia di bestiame tra tribù rivali. Secondo alcuni testimoni, membri della comunità Mahariya avrebbero rubato numerosi capi di bestiame appartenenti alla comunità araba dei Misseriya. Durante il tentativo di riconciliazione da parte delle autorità locali, un membro Mahariya avrebbe poi ucciso deliberatamente un Misseriya. Da qui sarebbero scaturiti scontri diretti e altri episodi di violenza che si sono perpetrati per i successivi due giorni. Il bilancio sarebbe di una cinquantina di vittime e numerosi feriti trasportati all’ospedale di Zalingei e Saraf Omra, nel Darfur del Nord. Numerosi altri episodi di razzie di bestiame e scontri tra comunità rivali per il controllo della terra e delle fonti d’acqua si sono verificati nei mesi di luglio e agosto. Uno dei più gravi ha causato la morte di 58 persone coinvolte in un pesante scontro tra il comunità Riziygat e ancora una volta la comunità Misseriya.

Continui scontri anche tra gruppi ribelli e governo centrale. Khartoum è da sempre accusato di favorire esclusivamente  le comunità di origine araba e di marginalizzare gli altri gruppi etnici che vivono nella regione. All’inizio di agosto numerosi episodi di violenza si sono verificati nel Darfur del Nord. Quattro persone hanno perso la vita durante un attacco ad un mercato locale da parte di un gruppo di uomini armati che avrebbe dato fuoco anche ad una stazione di polizia nei dintorni del campo profughi di Kassab. Secondo quanto riportato dai media ufficiali, un altro gruppo armato ha teso un’imboscata a Abdelrahman Mohammed Eissa, capo del distretto di Al-Waha nel Nord Darfur che ha perso la vita nei pressi della località di Kutum. Il giorno successivo il gruppo avrebbe assaltato la sede del WFP della zona, sottraendo computer, forniture di carburante e altro materiale. A metà agosto un portavoce di uno dei movimenti ribelli attivi nel Darfur, l’SLM-MM, ha rivendicato l’uccisione di una decina di soldati dell’esercito governativo (SAF) che ha però smentito la notizia. All’inizio di settembre l’altra fazione dell’SLM, l’SLM-W, ha rivendicato l’assalto alla località di Fanga Suk, una delle basi del SAF nel Western Darfur  e la presa di 32 mezzi militari.

La settimana scorsa un numeroso gruppo di comandanti del Justice and Equality Movement, il Jem uno dei movimenti ribelli attivi in Darfur, ha annunciato di essere pronto ad intraprendere nuovi colloqui di pace con il governo Sudanese per risolvere le radici del conflitto in Darfur.

Le proteste dei cittadini. A fine luglio centinaia di cittadini darfuriani, soprattutto studenti, sono scesi in piazza nella capitale Nyala per protestare contro il governo di Khartoum. Motivazioni principali il caro petrolio e l’aumento dei prezzi che esaspera una situazione economica già molto grave e la mancanza di servizi e infrastrutture che rendono la regione una delle più arretrate di tutto il Sudan. Gli scontri con la polizia locale hanno causato numerose vittime e decine di feriti.

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