Sono esplose anche in Sudan le proteste dei fedeli islamici contro il film “Innocence of Muslims” prodotto negli Stati Uniti e contro le vignette satiriche pubblicate del settimanale francese Charlie Hebdo. Nei giorni scorsi i dimostranti sono scesi più volte nelle strade di Khartoum, prendendo di mira i principali uffici e le sedi diplomatiche di Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna. In cinquemila hanno manifestato contro l’ambasciata tedesca dove è stato appiccato un incendio. La polizia sudanese è stata costretta ad intervenire in tenuta antisommossa e la scorsa settimana il bilancio parlava di quattro vittime (due accertate), decine di feriti tra i manifestanti e almeno una cinquantina tra le forze di polizia. La manifestazione prevista per venerdì scorso davanti all’ambasciata francese è invece stata annullata per la mancata autorizzazione da parte della polizia.
Tensioni diplomatiche. Il governo sudanese si è opposto all’invio di marines americani, ribadendo di aver la situazione sotto controllo e di essere in grado di garantire la sicurezza e l’incolumità dei diplomatici presenti in tutto il territorio nazionale. Stati Uniti e Germania hanno comunque deciso di ridurre il personale in loco e di chiudere temporaneamente le proprie ambasciate danneggiate dalle violente proteste. Tensioni anche tra il ministro degli affari esteri sudanese Ali Karti e la controparte inglese William Hague che in una telefonata intercorsa tra i due ha accusato il governo sudanese di non aver messo in campo adeguate misure di sicurezza per proteggere la sede diplomatica inglese dall’assalto dei dimostranti.