Martedì, 07 maggio 2024 - ore 09.43

Sudan-Sud Sudan: la prima sessione dei negoziati conclusa senza nessun accordo

| Scritto da Redazione
Sudan-Sud Sudan: la prima sessione dei negoziati conclusa senza nessun accordo

Se ne sono andati senza la firma di nessun accordo i rappresentanti dei governi di Sudan e Sud Sudan, seduti al tavolo dei negoziati iniziati il 29 maggio ad Addis Abeba. Le due parti avevano accettato di riprendere il dialogo solo dopo la minaccia di dure sanzioni da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e l’ordine perentorio di ritirare le rispettive truppe dalle zone contese, entro 48 ore dall’approvazione della risoluzione ONU 2046 del 2 maggio scorso.

Al centro delle discussioni di questa prima tornata la questione della sicurezza,  e la definizione dei 1,800 km di confine tra i due stati rimane il nodo più problematico.

Secondo Khartoum le aree in discussione sono solamente quattro, così come stabilito dal comitato per la definizione dei confini e da quanto emerge “dalla mappa in uso negli ultimi 6 anni”, ha dichiarato il ministro della difesa sudanese Adbel Rahim Hussein. La delegazione di Juba afferma, invece, che le aree contese sono nove, tra cui Heglig, importante località petrolifera da cui il Sudan ricava circa il 50% del suo greggio. Ad aprile le forze sud sudanesi avevano occupato militarmente la zona, rivendicando la sua appartenenza  al Sud Sudan. L’episodio aveva fatto precipitare le relazioni tra le due parti e Juba aveva ritirato le proprie truppe sotto le pressioni della comunità internazionale. Secondo il governo di Juba, Heglig ha sempre fatto parte di Unity, stato appartenente  al Sud Sudan [vedi Newsletter 95 di aprile 2012]. Khartoum, invece, si appella alla sentenza della Corte Penale di Arbitrato che, nel definire i confini della zona di Abyei, ha stabilito che Heglig si trova al di fuori di questa regione e dunque, secondo l’interpretazione sudanese, nel territorio dello stato del Kordofan Meridionale, appartenente al Sudan. Poco prima dell’inizio dei negoziati, però, l’inviato speciale delle Nazioni Unite, Haile Menkarios, ha precisato che la Corte era stata chiamata ad esprimersi solamente per quanto riguarda i confini di Abyei, e non a risolvere la controversia sull’appartenenza di Heglig all’uno o all’altro stato.

Mancato accordo anche su Abyei. Ad un anno dall’occupazione militare di Abyei da parte del SAF avvenuta a maggio del 2011, e dopo l’approvazione della risoluzione 2046 dell’ONU, i due governi avevano concordato il ritiro delle rispettive truppe dalla regione contesa. Al termine dei negoziati, però, le due parti non sono riuscite a trovare un accordo per l’amministrazione temporanea dell’area, in attesa del referendum per l’autodeterminazione, previsto dal Trattato di pace del 2005, ma non ancora svoltosi. Khartoum ha infatti accusato Juba, di non voler rispettare l’accordo firmato a giugno del 2011, secondo il quale la funzione amministrativa dell’area sarebbe stata assegnata ad un rappresentante nominato da Juba, mentre il capo dell’organo  legislativo sarebbe stato nominato dal governo sudanese. Ad aumentare la tensione, la presenza di 150 forze di polizia sudanese, rimaste nella zona petrolifera dopo il ritiro delle truppe di Khartoum, nonostante le pressioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU e le proteste di Juba.

Continui scontri e reciproche accuse. Secondo la delegazione sud-sudanese, ripetuti attacchi aerei e via terra a numerose località del sud Sudan si erano verificati pochi giorni prima l’inizio dei negoziati. Gli episodi non avevano potuto essere verificati da fondi indipendenti trattandosi di località remote e di difficile accesso.

973 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria