Sul ponte di Casalmaggiore nessun lavoro in corso di Ernesto Biagi (Casalmaggiore)
Sono convinto che un paio di traghetti, tipo quelli che trasportano sabbia, uno che va e l’altro che viene, farebbero i soldi a palate. Per concludere, per usare le parole di Dante, dico: lasciate ogni speranza oh voi che entrate (sulla salite dal ponte)
Signor direttore, c’è un proverbio che dice: chi vive sperando muore cantando. Qui da noi, riferendomi alla riapertura del ponte sul Po, ne ho coniato uno simile: chi vive sperando muore disperato. E questo non per sentito dire, ma per averlo constatato io stesso.
Ieri, domenica, inforcata la bicicletta, ho preso d’infilata il ponte e mi sono recato fino al luogo del ‘dis ast ro ’ per vedere cosa stavano facendo. Ci crede? L’unico mezzo di lavoro abbandonato lì era era uno di quei cestelli che i lattonieri usano per sostituire i canali.
Oggi, lunedì, speravo di trovarlo in movimento. Macché, era sparito anche lui e neanche un’anima a cui chiedere come stessero le cose. Solo autisti e camionisti incavolatissimi per il giro che sono costretti a fare.
Sono convinto che un paio di traghetti, tipo quelli che trasportano sabbia, uno che va e l’altro che viene, farebbero i soldi a palate. Per concludere, per usare le parole di Dante, dico: lasciate ogni speranza oh voi che entrate (sulla salite dal ponte). Bene ha fatto il nostro sindaco, che, fiutando l’aria, a recarsi a Padova per chiedere l’intervento urgentissimo del Genio