Lunedì, 06 maggio 2024 - ore 12.11

Tassi di vaccinazione COVID-19 nella popolazione HIV+

Analoghi a quelli della popolazione generale.

| Scritto da Redazione
Tassi di vaccinazione COVID-19 nella popolazione HIV+

Screening e trattamento precoce per ridurre il cancro anale nelle persone HIV-positive.

Lo screening delle lesioni precancerose del canale anale e il loro trattamento precoce riduce del 57% il rischio di progressione in cancro nelle persone HIV-positive: questi i risultati di un importante studio clinico presentato questa settimana alla Conferenza su Retrovirus e Infezioni Opportunistiche (CROI 2022).

Tra le persone con infezione da HIV, l'incidenza del cancro anale è più alta rispetto alla popolazione generale. Questo tipo di neoplasia – come anche il cancro del collo dell’utero – è causata dal papillomavirus umano (HPV), un virus in grado di causare alterazioni cellulari anomale che possono progredire in displasia precancerosa (detta anche lesione intraepiteliale squamosa di alto grado, o HSIL) e cancro invasivo.

Lo screening e il trattamento precoce hanno mostrato di ridurre drasticamente i tassi di prevalenza e mortalità del cancro cervicale, ma non sono interventi compresi negli standard di cura per le persone a rischio di cancro anale. La ragione, ha spiegato il prof. Joel Palefsky alla Conferenza, è che finora mancavano evidenze della loro efficacia.



Il trattamento molto precoce può portare alla remissione dell’HIV nei bambini?


Quasi un terzo dei bambini HIV-positivi trattati con una terapia antiretrovirale (ART) subito dopo la nascita continua a non presentare tracce di anticorpi HIV a due anni di distanza, si apprende da uno studio presentato a CROI 2022.

Nel 2013 era stato reso noto il caso di quella che sarebbe stata soprannominata 'la bambina del Mississippi’, che per oltre un anno era riuscita spontaneamente a mantenere irrilevabile la carica virale dopo aver ricevuto una terapia antiretrovirale 30 ore dopo la nascita. Allora si era sperato che i bambini potessero essere i primi a beneficiare di quella che è nota come “cura funzionale”, in cui l’HIV viene soppresso al punto tale che non torna più rilevabile. Dopo 27 mesi senza assumere farmaci, però, l’HIV è tornato rilevabile nell’organismo della bambina.

Da allora sono stati osservati i casi di pazienti adulti in grado di controllare spontaneamente la riattivazione della replicazione virale dopo aver sospeso la terapia (i cosiddetti post-treatment controllers), che hanno consentito di raccogliere maggiori informazioni circa i meccanismi che tengono a bada l’HIV.



India, l’offerta di assistenza virtuale aumenta l’adesione all’autotest HIV.


L’offerta di un servizio di assistenza virtuale in India si è dimostrato un utile strumento per promuovere l’adesione da parte di alcune popolazioni chiave al test HIV, sia del tipo fai-da-te che quelli eseguiti da operatori sanitari in struttura: è quanto emerge da uno studio presentato a CROI 2022.

In India, una persona HIV-positiva su quattro non è consapevole del proprio status HIV, e lo scoppio della pandemia di COVID-19 ha ulteriormente rallentato l’adesione al test nel paese.

Nella seconda metà del 2021, degli operatori selezionati all’interno di gruppi di popolazione chiave hanno preso contatti con 9691 adulti in India attraverso app di appuntamenti e piattaforme social, indirizzandoli a un sito web su cui potevano ordinare un kit per l’autotest HIV. L'autotest poteva essere eseguito autonomamente o con l'assistenza dell’operatore in collegamento telefonico o video-chiamata.



L’efavirenz in gravidanza interferisce con l’accrescimento del bambino più del dolutegravir.


Dai dati raccolti da uno studio clinico randomizzato presentato a CROI 2022 emerge un ulteriore elemento che fa propendere per la somministrazione del dolutegravir in gravidanza al posto dell’efavirenz: si sono infatti osservati meno casi di bambini di peso o statura anormali a un anno d’età.

Nei paesi ad elevata prevalenza di HIV, un numero significativo di bambini nasce da madri HIV-positive, e diversi studi hanno osservato che questi bambini crescono più stentatamente e presentano altri problemi di salute. È difficile distinguere in che misura questo fatto sia causato dagli effetti dell'esposizione all'HIV, dell'esposizione agli antiretrovirali o delle difficili condizioni sociali.

Lo studio presentato alla Conferenza è stato disegnato per confrontare sicurezza ed efficacia di tre regimi antiretrovirali somministrati a donne in gravidanza e allattamento in Botswana, Brasile, India, Sudafrica, Tanzania, Thailandia, Uganda, Stati Uniti e Zimbabwe.



PrEP, confermata dopo quasi cinque anni la superiorità del regime iniettabile con cabotegravir.


A CROI 2022 è stato presentato un aggiornamento su HPTN 083, lo studio che ha stabilito la superiorità – in uomini omo-e bisessuali e donne trans – di un regime di PrEP (profilassi pre-esposizione, ossia l’assunzione regolare di farmaci per prevenire l’infezione da HIV) somministrato per via iniettiva una volta ogni due mesi rispetto all’assunzione quotidiana dei farmaci per via orale.

Per HPTN 083 sono stati reclutati 4566 partecipanti in Stati Uniti, America Latina, Thailandia e Sud Africa, che sono stati randomizzati per ricevere un'iniezione di cabotegravir ogni due mesi (dopo cinque settimane di assunzione di cabotegravir per via orale) oppure assumere la PrEP ogni giorno per via orale con tenofovir disoproxil fumarato più emtricitabina (TDF/FTC). Un partecipante su otto era una donna transgender; due terzi avevano meno di 30 anni all’ingresso nello studio e metà dei partecipanti statunitensi erano neri.



Tassi di vaccinazione COVID-19 nella popolazione HIV+ analoghi a quelli della popolazione generale.


L’adesione alla campagna vaccinale anti-COVID-19 da parte della popolazione HIV+ sta seguendo un andamento simile a quello osservato nella popolazione generale, con notevoli disparità all’interno dei singoli paesi e tra paese e paese: sono i risultati di uno studio presentato a CROI 2022.

Evelynne Fulda del Massachusetts General Hospital e la sua equipe hanno analizzato i dati relativi ai partecipanti di REPRIEVE, uno studio internazionale mirato a valutare l'efficacia della terapia con statine come strategia di prevenzione degli eventi cardiovascolari in persone HIV-positive di età compresa tra 40 e 75 anni.

I ricercatori hanno considerato il numero complessivo di persone che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino COVID-19 nel periodo tra gennaio e dicembre 2021 tra 6951 partecipanti attivi di RETRIEVE, confrontando il dato con quello registrato per la popolazione generale.

 

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