Martedì, 23 aprile 2024 - ore 13.04

Torchio G.Petrolio nel Cremasco.

| Scritto da Redazione
Torchio G.Petrolio nel Cremasco.

Petrolio nel Cremasco. Problemì aperti: compensazioni e servitù energetiche
Il TGR della Lombardia ed il TG 1 economia, con servizi in onda giovedì 18
alle 14, hanno ripreso l'argomento delle ricerche degli idrocarburi nel
Cremasco da parte del gruppo Eni, un argomento che sollecita l'attenzione di
sindaci ed amministratori locali soprattutto oggi alle prese con gli
annunciati dolorosi tagli di bilancio. Nei servizi il giornalista Francesco
Rositano, accompagnato  dall'operatore Federico Bellin, ha intervistato i
sindaci di Crema, Bagnolo Cremasco, Credera Rubbiano, Ripalta Guerina
(Bruttomesso, Aiolfi, Fortini e Denti) ed il consigliere provinciale
Giuseppe Torchio che, da anni, si sta battendo per adeguate compensazioni
territoriali per le servitù energetiche imposte al nostro territorio.
In particolare le scelte del colosso energetico Eni vanno in direzione di
potenziare lo stoccaggio di gas metano nel sottosuolo del cremasco
(Sergnano, Ripalta Guerina, Ripalta Cremasca) che, sommandosi al
megadeposito di Bordolano, sta diventando il più importante riferimento
strategico dell'Italia del Nord.
I ritardi della politica nel rilasciare i permessi per i cosiddetti
"rigassificatori", che dovrebero interessare le realtà costiere, ha reso
sempre più cogente la necessità di contribuire a sviluppare le possibilità
di stoccaggio con il riuso dei vecchi pozzi utilizzati dopo le scoperte
avvenute ad opera del presidente Enrico Mattei, in particolare nell'area
Cremasca.
Le recenti scelte energetiche del colosso con le sei zampe si muovono ad un
raddoppio, o forse ancor più, delle possibilità di stoccaggio attraverso la
consociata Stogit fortemente interessata ad ampliare l'area operativa dei
vecchi pozzi e a introdurre il raddoppio della pressione, aumentando con le
atmosfere di compressione del gas anche le quantità stoccate. Intrecciata a
queste scelte la politica di ricerca di idrocarburi nel Cremasco che vede
Eni, insieme ad altri gruppi come Enel Gas a Romanengo o altri soggetti a
Rivolta d'Adda, particolarmente attiva, potendo disporre di specifiche
autorizzazioni ministeriali.
Quello che, però, preoccupa è la sensazione che Eni, attraverso le
consociate Stogit e Snam Rete Gas sia interessata, soprattutto, a realizzare
pozzi di collegamento diretto agli aumentati stoccaggi sotterranei di gas,
una volta fatte le trivellazioni alla ricerca degli idrocarburi che
rivestirebbero, invece, un aspetto secondario anche se di sicuro effetto
mediatico, dell'intera questione.
Rispetto alle preoccupazioni dell'era Mattei, che puntavano a fornire
adeguate compensazioni territoriali ed occupazionali alle aree di
sfruttamento energetico, come nel caso della scuola Snam di Credera
Rubbiano, della sede di Crema e degli stessi insediamenti di Cortemaggiore,
i nuovi dirigenti sono giustamente preoccupati del bussines ma molto restii
a tenere buone relazioni con i livelli di governo territoriale applicando un
misto tra lesina e sistema torre d'avorio impenetrabile.
Prova ne sia che la scuola Snam di Credera, che insiste su un'area di oltre
76 mila metri, esenti da Ici, é stata dismessa e non è stata riconsegnata al
territorio, come ripetutamente richiesto nel corso della gestione Torchio.
Inoltte dopo le intese per un contributo di 2,8 milioni equamente divisi tra
comune di Bordolano e Amministrazione Provinciale, non si é più saputo nulla
del contributo di circa 4 milioni negoziato con l'allora presidente Eni Poli
e Snam rete Gas Meomartini per il metanodotto Poggio
Renatico-Cremona-Sergnano così come le compensazioni viabilistiche per gli
impianti delle due Ripalta sembrano di là da venire.
Un vero problema perchè si stanno costruendo le premesse per un "dialogo tra
sordi' che non promette nùlla di buono e ci porterà a rivivere  le
drammatiche condizioni di azioni simili a quelle dei "no Tav".
Una cosa, in particolare colpisce i comuni interessati, molti dei quali di
piccola dimensione, ed é l'entità degli utili di Stogit (circa 200 milioni
di euro) per non parlare del gruppo Eni, della Snam, etc.     
È evidente che la pratica di un buon rapporto con il territorio non può
prescindere né dalle buone maniere, né dalla concretezza degli atti da
sviluppare sul territorio. Una questione sulla quale Torchio ha posto e
porterà, anche in futuro, l'attenzione del Consiglio e della Giunta
Provinciale, anche attraverso specifico ordine del giorno che sarà presto
presentato

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