Con il presumibile ritorno ai treni regionali questi saranno ancor più presi d’assalto dai passeggeri e le condizioni di viaggio peggioreranno. La regione per conto di Trenord aveva promesso nuovi treni (Frecce verdi) che invece non sono all’orizzonte.
Si lamentano anche i pendolari della bergamasca preoccupati di trovare nelle loro stazioni i treni già pieni che provengono da Brescia e diretti a Milano. Non solo ma l’innesto dei treni Tav a Treviglio sulla linea tradizionale comporterà un effetto “imbuto” e la modifica della collaudata simmetria oraria che porterà nuovi disagi (minori tempi di fermata nelle stazioni, minori possibilità di recuperare ritardi).
Scoprire che la TAV della Milano Venezia non aiuta, anzi danneggia il trasporto pendolare e merci è sconfortante.RFI e regione erano avvertiti dalla deludente apertura della tratta TAV Torino Milano una linea a 300 km/h frequentata da soli 32 treni al giorno spesso vuoti. La TAV ha bisogno di grandi distanze e di collegare grandi città per avere una giustificazione economica e raggiungere le performance tecniche di velocità. La tratta Torino Milano Venezia è invece caratterizzata da tante e vicine aree urbane che si susseguono una dopo l’altra. Si tratta di una domanda di traffico prevalentemente pendolare/residenziale che necessità di treni locali, interregionali o intercity.
Fortunatamente almeno il raddoppio della linea Milano Treviglio, progettato trent’anni fa, è stato realizzato con gli standard tradizionali (velocità max 220 km/h) ed infatti consente il transito di ben 350 treni giornalieri Frecce, Regionali e merci (180 treni sulla linea storica e 228 sulla linea nuova). Diversa sarà invece la situazione della TAV Treviglio Brescia che permette il transito di “soli” 220 treni al giorno, 52 Frecce Rosse sulla TAV e 168 treni (regionali e merci) sulla vecchia linea. I 40 km di TAV da Treviglio a Brescia, costati 2,8 miliardi, possono essere esclusivamente utilizzati dai treni superveloci e ciò riduce di 130 treni la capacità giornaliera della tratta. Ecco perché serve un ripensamento del progetto TAV Brescia-Verona.
Dario Balotta responsabile trasporti Legambiente della Lombardia