È paradossale che Trenord, azienda di trasporto in mano a una regione
guidata dalla Lega Nord, sia “preoccupata” per la cessazione dello
stato di emergenza, che dovrebbe terminare il 31 marzo. Anziché
rallegrarsene per poter riprendere in pieno l'attività di trasporto per
i pendolari lombardi e dare così il proprio contributo al ritorno della
normalità, Trenord è preoccupata perché teme che saltino i sostegni
economici previsti per far fronte all'emergenza Covid.
Si tratta dell’ennesima dimostrazione che le aziende monopoliste al
riparo dalla concorrenza e inefficienti, come Trenord, preferiscono
perdere passeggeri ma avere i ristori dallo Stato piuttosto che
guadagnare producendo un buon servizio e riducendo i costi (che nel
caso
dell’azienda lombarda sono di 20 euro per km percorso, contro i 12
della media nazionale).
L'allarme lanciato da Trenord durante la recente audizione in Regione,
dove i vertici dell’azienda hanno affermato che prevedono 90 milioni
di euro di ricavi in meno rispetto al 2020, ha il solo scopo di
ricevere
più risorse governative vista l'inefficienza aziendale.
Nel periodo pandemico, l’azienda ha mostrato grossi scompensi
operativi, che peraltro sono gli stessi che l’hanno caratterizzata
negli 11 anni della sua storia, solo accentuati: scarsa puntualità,
soppressioni di corse, scioperi (media record di uno al mese) comfort
inesistente, stazioni abbandonate di questi ultimi 10 anni di nascita
dell'azienda.
Ferrovie nord Milano (FNM), la capogruppo controllata dalla regione
Lombardia, oltre che gestire Trenord nel 2020 ha speso 519 milioni
(Regione, approvato bilancio. Le Nord entrano in Serravalle [1]) per
assicurarsi il controllo e tentare l'impossibile rilancio della costosa
scatola vuota di Pedemontana lombarda, ferma da 10 anni e oramai
divenuta una palla al piede per i cittadini e una minaccia all'ambiente
della Brianza.
REGIONE, APPROVATO BILANCIO. LE NORD ENTRANO IN SERRAVALLE
Il Pirellone cede le sue quote per un valore di 519 milioni. Tra le
opere finanziate il completamento della Paul...
In questa fase di crisi energetica, anziché chiedere soldi allo Stato,
Trenord dovrebbe chiederli al suo azionista FNM, che invece preferisce
spenderli per la Pedemontana. Non basta giustificare la riduzione dei
passeggeri trasportati con il Covid e lo smart working i pendolari
preferiscono l'automobile vista l'inaffidabilità dei treni.
È questo il momento di fare scelte concrete per la transizione
ecologica, abbandonando Pedemontana alla sua sorte e rilanciando il
trasporto ferroviario lombardo, sempre più in crisi a causa della sua
inefficiente gestione e dell’errata strategia “multimodale”
ferrovia-strada, priva di logica e di funzionalità.
TRENORD PREOCCUPPATA PER LA FINE DEI SUSSIDI PER L’EMERGENZA COVID
EUROPA VERDE (BALOTTA), L’AZIENDA COPRA LE PERDITE CON LE RISORSE DESTINATE A PEDEMONTANA TROPPO ALTI I COSTI DI GESTIONE DELLE FERROVIE LOMBARDE

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