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Un convegno di giovani ispira speranza e azione nella Repubblica Centrafricana

BANGUI, Repubblica Centro africana, La mattina del 15 giugno, oltre 400 giovani dalla Repubblica Centrafricana si sono riuniti in grande aspettativa per il primo incontro di un convegno che stavano aspettando da lungo tempo.

| Scritto da Redazione
Un convegno di giovani ispira speranza e azione nella Repubblica Centrafricana

È l’ultimo di 114 convegni che hanno avuto luogo in alcune città del mondo.Questo convegno, come gli altri 113, era previsto per il 2013. Ma nel marzo si quell’anno, Bangui, la capitale della Repubblica centroafricana, è stata travolta dall’ondata di violenza che ha spazzato il paese. La situazione era troppo instabile per prevedere un convegno.

In questi mesi, la comunità baha’i ha cercato di aumentare i suoi contributi alla pace nel paese, soprattutto intensificando le attività educative e costruendo ponti con altri gruppi che lavorano per l’armonia sociale. I giovani hanno atteso pazientemente un’altra opportunità per tenere il loro convegno.

Quando è stato annunciato che il convegno avrebbe avuto luogo dal 15 al 17 giugno, la notizia ha suscitato un grande entusiasmo non solo nel paese ma anche all’estero.

Nella prima sessione del convegno, sulla quale sono stati mandati in onda servizi da Television Centrafricaine, Radio Centrafrique e Radio Notre Dame, i partecipanti sono stati salutati da una lettera indirizzata loro dalla Casa Universale di Giustizia.

«Sono trascorsi quasi due anni da quando oltre 80 mila vostri coetanei si sono riuniti negli storici convegni che abbiamo indetto in tutto il mondo l’8 febbraio 2013», diceva il messaggio.

«Nel periodo in cui i convegni sono stati indetti la situazione della Repubblica Centrafricana vi ha impedito di tenere il vostro incontro e di intrecciare fra voi le conversazioni che hanno ispirato i cuori e illuminato le menti dei vostri coetanei in altri paesi», proseguiva.

«Siamo felici che anche voi abbiate ora l’opportunità di incontrarvi e di prendere decisioni come loro».

«Indubbiamente le vostre discussioni vi aiuteranno a migliorare la vostra visione di una società materialmente prospera, che voi potrete contribuire a creare con le vostre parole e le vostre azioni. In questa luce dovete perseverare nella convinzione che il progresso e la felicità di ciascuno di voi sono inestricabilmente legati al progresso e alla felicità delle vostre comunità».

L’incontro ha fornito ai giovani uno spazio per riflettere sul posto che essi occupano nel mondo. Essi hanno studiato assieme il materiale preparato per il convegno in piccoli e grandi gruppi e hanno preso l’impegno di lavorare per il miglioramento delle loro comunità, un impegno che merita un elogio quando si consideri la situazione di conflitto settario e di sofferenza in cui versa il loro paese in questo momento.

Nei tre giorni del convegno, i partecipanti hanno discusso alcuni temi, come le caratteristiche della gioventù e il ruolo che i giovani della loro età possono svolgere nel produrre il cambiamento sociale, che cosa significa che la società deve avanzare tanto materialmente quanto spiritualmente, come favorire un ambiente di reciproco supporto nel quale il contributo di tutti coloro che vogliono lavorare per il bene comune sia benaccetto e l’importanza di aiutare le generazioni più giovani a gestirsi presto nell’adolescenza, aiutandoli a evitare gli effetti delle forze sociali distruttive.

Nei gruppi si è creato un tale entusiasmo che alcuni volevano stabilire immediatamente quali tipi di servizio alla comunità avrebbero offerto dopo il convegno, ha spiegato Nganyade Zowe Tiba, uno degli organizzatori.

Riflettendo sui preparativi del convegno, il signor Tiba ha spiegato: «L’organizzazione di questa manifestazione in un paese le cui infrastrutture sono state distrutte, in cui l’acqua e l’elettricità sono un lusso ha richiesto un grande impegno logistico».

Ma ciò nonostante l’annuncio del convegno ha «suscitato una tale eccitazione che molti giovani che vivono in zone ancora sotto il controllo dei ribelli hanno espresso il desiderio di partecipare», anche se poi molti non sono potuti venire per l’instabilità del paese.

«Alcuni hanno viaggiato per un settimana per partecipare», ha detto il signor Tiba.

Questo convegno è stato l’ultimo delle serie di convegni indetti dalla Casa Universale di Giustizia nel 2013.

 

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