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Una documentazione necessaria sulla questione tunnel | Rosario Amico Roxas

| Scritto da Redazione
Una documentazione necessaria sulla questione tunnel | Rosario Amico Roxas

Mi aspettavo le richieste di approfondimento circa la mia affermazione riguardante il tunnel realizzato in area demaniale, capace di contenere un sommergibile, il tutto nella proprietà privata di Berlusconi.

Devo ammettere che molti link sull’argomento sono scomparsi da Internet, ma gli interessati non poteva cancellare le medesime notizia dall’archivio storico del Corriere della Sera; così mi sono premunito in tempo per documentare le mie affermazioni, che NON stanno producendo assolutamente nulla; ovviamente l’ordine del silenzio-stampa funziona ancora come alternativa a quella famosa spina che potrebbe essere staccata.

Sembra proprio che si attendano i tempi della prescrizione e dell’usucapione, alla faccia dei contribuenti che hanno pagato.

A suo tempo, quando uscì la notizia, fu  Paolo Bonaiuti a sminuire i fatti affermando che tutto era stato fatto a spese del cavaliere, senza gravare sulle casse pubblico; non si rese conto, il povero Bonaiuti, di aggravare la situazione: a quale titolo, infatti,   il presidente del consiglio in carica, a sue spese realizza un segreto di Stato appropriandosi dei aree demaniali, trasformandole in proprietà privata ????

Accludo le coordinate della nota del Corriere della Sera, nonché l’indirizzo  link.

Rosario Amico Roxas

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Tunnel segreto nella villa sarda del Cavaliere


http://archiviostorico.corriere.it/2004/maggio/25/Tunnel_segreto_nella_villa_sarda_co_9_040525041.shtml



martedì, 25 maggio 2004



Il sommergibile che arriva dal mare e attraverso una grotta si infila proprio dentro la montagna, dove un tunnel scavato nella roccia conduce direttamente dentro la villa. Uno scenario preso in prestito dal film 007 la spia che mi amava , con un doppiopetto, quello di Silvio Berlusconi, al posto dello smoking dell’aitante Roger Moore. Il Cavaliere come il mitico James Bond, insomma. Il paragone suona forse un po’ azzardato, ma è proprio su questa immagine da paradosso che gioca il settimanale Oggi , nel numero di questa settimana, raccontando i retroscena della costruzione di un approdo protetto sul promontorio di Punta Lada, a Porto Rotondo, dove sorge la principale delle residenze sarde del premier, villa «La Certosa». I lavori sono in corso ormai da alcune settimane, ma sono coperti da segreto di Stato. Un decreto del ministro delle Infrastrutture, Roberto Lunardi, lo scorso 7 maggio ha infatti classificato le opere come relative alla «sicurezza nazionale»: il cantiere ora è coperto da ampi teli e anche i progetti sono stati secretati. La mossa del ministro ha spiazzato anche la Procura di Tempio Pausania, che sulla vicenda aveva aperto un’inchiesta per capire se i lavori fossero stati autorizzati, essendo le coste demanio pubblico. Il decreto di Lunardi ha però congelato ogni accertamento. I lavori proseguono spediti. Gli operai non si fermano neppure di domenica e la notte lavorano alla luce di un faro. Le nuove opere hanno messo in allarme i movimenti ambientalisti e il Movimentu patrioticu sardu, in Parlamento sono state presentate alcune interrogazioni e il Codacons protesta commentando che «Villa Certosa non è Camp David» e contestando la trasformazione di una proprietà privata in luogo istituzionale. Il premier, del resto, è solito ricevere nella residenza di Porto Rotondo ospiti illustri e perfino capi di Stato e di governo (lo scorso anno toccò al russo Vladimir Putin)  (oltre alla valanga di escort e accompagnatori, trasportati con volo di Stato  ndr).

«Sono semplici migliorie in una proprietà privata» taglia corto Paolo Bonaiuti, portavoce di Palazzo Chigi, realizzate dal Cavaliere «senza gravare sulle casse dello Stato».

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