Nel 2008, dunque ben 5 anni fa quando neppure si parlava di sopprimere i vitalizi, cessato dalla carica di Consigliere regionale ho ritenuto opportuno rinunciare al mio vitalizio. Perché? Per il fatto che essendo stato eletto Deputato avrei sommato alla fine ben due vitalizi, la qual cosa mi sembrava completamente sbagliata e fuori luogo.
Ho chiesto perciò la restituzione di quanto mi era stato trattenuto. Facendo ciò ho rinunciato ad ogni rivalutazione. Non solo. Calcolando il periodo medio di vita e moltiplicandolo per il vitalizio mensile che avrei percepito (ben 2920 euro mensili allora!) ho rinunciato a gran parte di quanto avrei potuto incassare nel tempo, con un grande risparmio per la finanza pubblica.
Se tutti avessero agito come me, l’istituto del vitalizio sarebbe morto di fatto, con enorme beneficio per la spesa pubblica.
Segnalo al fustigatore altrui che da Deputato, nel 2011 ho votato pure a favore dell’eliminazione del vitalizio parlamentare nel mentre egli si dedicava al cinguettio via twitter.
Una parte consistente di quanto restituitomi l’ho versata al mio Partito. Capisco che a chi trova la propria primaria fonte di legittimazione sul web di Casaleggio il concetto di Partito faccia venire l’orticaria. Ciò non di meno la storia moderna insegna che una democrazia senza web è tranquillamente prosperata, una democrazia senza Partiti semplicemente non è mai esistita.
L’altra parte l’ho messa in un fondo pensione integrativo, stante il fatto che il mio datore di lavoro (il PCI-PDS-DS) pagava stipendi assai bassi con coperture contributive altrettanto basse, cosicché la mia pensione sarà ovviamente bassa.
Per concludere, ogni Nazione moderna si basa almeno su due pilastri reciprocamente incassati: la democrazia e l’economia. Io ho dato un notevole sostegno al primo. Toninelli lo dia al secondo, devolvendo parte della propria indennità al Fondo per le Piccole e Medie Imprese lombarde che tanto gli sta giustamente a cuore. Cosi entrambi avremo dato un contributo alla nuova Italia.
Luciano Pizzetti
