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WelLibri Federico Ruozzi presenta Duecento lettere di Lorenzo Milani

Villa Arrivabene, Firenze Venerdì 18 settembre, ore 17.30

| Scritto da Redazione
WelLibri Federico Ruozzi presenta Duecento lettere di Lorenzo Milani

WelLibri Federico Ruozzi presenta Duecento lettere di Lorenzo Milani

 

Bologna, 14 settembre 2023. Venerdì 18 settembre alle 17.30 a Firenze, nella suggestiva cornice di Villa Arrivabene, Federico Ruozzi, Professore in storia del cristianesimo, fellow della Fondazione per le scienze religiose e responsabile dell’Archivio Milani, presenta la raccolta Duecento lettere di Lorenzo Milani (EDB, 2023) in dialogo con Vanessa Roghi, storica e autrice de La lettera sovversiva. Da don Milani a De Mauro, il potere delle parole (Laterza, 2017). A moderare l’incontro sarà don Andrea Bigalli, referente di Libera Toscana e membro del direttivo della rivista Testimonianze.

La raccolta di lettere, pubblicata in occasione del centenario della nascita del priore di Barbiana, è stata curata da Federico Ruozzi, Josè Luis Corzo e Adele Corradi, insegnante che collaborò alla stesura di Lettera a una professoressa. Aggiungere due righe sulla raccolta, qualcosa del genere: Le duecento lettere selezionate nella raccolta tra le oltre mille conosciute, ritenute più incisive, per stile e tematiche, permettono di approfondire la vita e il pensiero di Lorenzo Milani, figura attuale, lodata, amata, ma anche criticata e oggetto di semplificazioni: «E se io prete mi interesso alla tua istruzione non è per farti della propaganda, ma perché ho la certezza che allargando la tua mente a qualsiasi cosa bella vera e buona ti farò fare cosa grata al tuo Dio che te l’ha data per questo».

«L’idea di proporre in occasione del centenario della nascita di don Milani una selezione di lettere private scritte da Milani a vari corrispondenti (la madre Alice, gli amici Pecorini, Meucci, Ichino, Pirelli Brambilla, i confratelli Bensi, Mazzolari, tra gli altri) è venuta direttamente ad Adele Corradi», racconta Federico Ruozzi. «Un’idea che sia io che Corzo abbiamo sostenuto con forza. Come si sa Adele, tra le pochissime persone ad essere accettata dal priore come insegnante a Barbiana, ha scritto pochissimo su Milani, scegliendo un altro tipo di testimonianza rispetto all’esperienza da lei vissuta sul Monte Giovi dal 1963 al 1967, ovvero quella di continuare a insegnare ai ragazzi e alle ragazze, non facendo parti eguali tra diseguali; l’idea dunque di provare a fare una selezione delle oltre mille lettere private scritte (giocando anche scherzosamente con il titolo, duecento lettere per un centenario) ci è apparsa subito importante, anche per la condivisione dell’obiettivo finale: don Milani è ormai un personaggio celebre e pubblico. L’idea del libro non è stata quella di far cambiare opinione rispetto a chi lo ama o non lo ama, bensì quella di far conoscere meglio questo protagonista del Novecento, non solo ecclesiale, quello di evitare di trasformarlo in un santino o di incastrarlo in stereotipi rodati (il maestro; il prete rosso) o in slogan poco efficaci. E di farlo conoscere proprio a partire dalle lettere private, mostrando così la complessità di quello che era prima di tutto un prete, la radicalità della sua scrittura, ma anche l’ironia e anche la dolcezza. Come ha scritto Adele, conoscere quanto don Milani amava l’ironia e anche lo scherzo aiuta, anzi è indispensabile per non prendere alla lettera tante sue provocazioni».

Ufficio stampa @Marietti1820

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