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Zona Gialla Riapertura Museo civico di Crema e dal Cremasco dal 2 febbraio 2021

Con l’ingresso in zona gialla della Regione Lombardia è finalmente possibile riaprire i Musei durante la settimana.

| Scritto da Redazione
Zona  Gialla Riapertura Museo civico di Crema e dal Cremasco dal 2 febbraio 2021

Zona  Gialla Riapertura Museo civico di Crema e dal Cremasco dal 2 febbraio 2021

Con l’ingresso in zona gialla della Regione Lombardia è finalmente possibile riaprire i Musei durante la settimana.

Museo Civico di Crema e del Cremasco riaprirà da martedì 2 febbraio con i consueti orari ed esclusione del fine settimana

-martedì 14,20 -17,30

-dal mercoledì al venerdì 10,00 -12,00 e 14,00-17,30

Secondo le disposizioni l’accesso sarà controllato e contingentato permettendo l’ingresso ad un massimo di 10 visitatori in contemporanea con obbligo di mascherina personale e igienizzazione delle mani.

All’ingresso sarà rilevata la temperatura e rispettata la procedura di contact tracing.

Non sarà possibile sostare nei Chiostri del Museo che rimarranno chiusi al pubblico.

La visita a Chiostri, Sala Pietro da Cemmo, Casa cremasca, Sezione di Arte organaria e Sezione Archeologia fluviale sarà possibile con l’accompagnamento degli operatori.

All’interno del percorso museale è visitabile la mostra Omaggio a Raffaello. Le stampe di traduzione del Museo Civico di Crema e del Cremasco, allestita a fine ottobre 2020 in occasione del cinquecentenario della morte di Raffaello Sanzio (1483-1520) che è stata aperta solo una decina di giorni prima della chiusura dei luoghi della cultura.

Il Museo Civico di Crema e del Cremasco prolunga quindi l’esposizione e mette in mostra  sei stampe incise tra la seconda metà del Settecento e l’Ottocento che raffigurano celebri opere dell’artista urbinate e della sua scuola.

La stampa di traduzione o d’après riproduce in scala ridotta un capolavoro utilizzando la linea come unico strumento per creare i volumi e dare vita a un piccolo quadro monocromo che rievoca il manufatto originale.

Dall’inizio del Cinquecento, per oltre tre secoli, l’incisione è stata un veicolo fondamentale attraverso il quale le invenzioni, il linguaggio e i valori della pittura di Raffaello sono stati interpretati secondo il gusto di ogni epoca, contribuendo a creare e diffondere il mito del grande maestro. Fino al XIX secolo, grazie alla devozione religiosa e all’apprezzamento estetico dell’attività dell’artista, le collezioni di sensibili amatori o le cornici sulle pareti delle case del ceto medio hanno continuato ad ospitare le riproduzioni delle sue opere.

In mostra, accanto alle stampe tratte da un arazzo della Scuola Nuova, dall’affresco del Profeta Isaia, e dai dipinti raffiguranti la Madonna Colonna, la Trasfigurazione e la Madonna di Foligno, è presente l’incisione del milanese Giuseppe Stuppi che, dopo essere stato premiato all’Esposizione agraria-artistica-industriale Cremasca del settembre 1864, sotto l’immagine a fianco della sua firma e della data, indicò come luogo «Crema» come riconoscimento e omaggio alla città.

In questo modo anche Crema entra a far parte di quella grande rete universale di immagini in bianco e nero che Raffaello iniziò a tessere fin dall’inizio del Cinquecento.

 

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