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Anniversario 24 maggio 1915 . Rapporto tra l’interventismo ed il fascismo Cremonese | G. Azzoni

Risulta certo che le stesse persone che fondarono il fascismo e ne ressero le sorti fino al 1945 furono alla testa del più esasperato interventismo.

| Scritto da Redazione
Anniversario 24 maggio 1915 . Rapporto tra l’interventismo ed il fascismo Cremonese | G. Azzoni

Signor Direttore, nel recente incontro organizzato dall’Anpi per l’anniversario del maggio 1915, si è anche parlato del rapporto tra l’interventismo ed il fascismo. Si è visto che non si può parlare di identità tra i due fenomeni. Infatti molti ed importanti furono gli Interventisti che col fascismo non ebbero niente a che fare ed anzi vi si contrapposero. Risulta certo però che le stesse persone che fondarono il fascismo e ne ressero le sorti fino al 1945 furono alla testa del più esasperato interventismo. Questo a Cremona come in Italia. Qui parliamo di Roberto Farinacci, Alessandro Groppali, Paolo Pantaleo, Tullo Bellomi ecc.: il gruppo del settimanale ultra interventista “La Squilla” nato nel novembre 1914 e sempre rivendicato come “pietra di fondazione” del fascismo cremonese. Ebbene un elemento che vale la pena evidenziare è il totale rovesciamento di essenziali assunti che essi hanno operato tra il periodo 1914-18 e quello successivo. Mi limito a cinque essenziali enunciati non potendo qui entrare in dettagli e citazioni. Uno. Sosteneva La Squilla che l’Italia doveva entrare in guerra perché solo la sconfitta degli Imperi Centrali avrebbe visto prevalere finalmente i principi della libertà, della democrazia e della autodeterminazione dei popoli. No comment su teorie e pratica successive del fascismo (e delle stesse persone citate) in proposito. Due. Sosteneva La Squilla che per conseguire una pace sicura e duratura bisognava fare questa guerra. Era indispensabile sconfiggere gli Imperi Centrali essendo essi il motore di aggressioni e guerre barbare presenti e future. No comment come sopra. Tre. Sosteneva La Squilla che gli alleati naturali dell’Italia per ragioni storiche, politiche, culturali e di stirpe erano la Francia e l’Inghilterra. Ragioni che rendevano avversi all’Italia gli austroungarici ed i tedeschi. I neutralisti erano dunque contro l’Italia, austriacanti e filotedeschi. No comment idem come sopra. Quattro. Sosteneva La Squilla che solo la guerra ed il sangue avrebbero permesso di riunire all’Italia le terre irredente, fine sacro per il quale non valevano trattative o compromessi. Assunto pare dimenticato dalle stesse persone quando nel 1943 la RSI lasciò quelle stesse terre al Reich che le ribattezzò Alpenvorland ed Adriatisches Kustenland. Cinque. I fascisti (ancora oggi!) considerano un tradimento verso il Reich l’armistizio del governo Badoglio con gli Alleati del 1943, in nome del principio della irrinunciabile fedeltà alle alleanze contratte. Gli stessi con La Squilla giustificarono ed esaltarono i comportamenti del governo Salandra e del re che, senza denunciare il trattato del 1882 con Germania ed Austria (dunque rimanendo con essi formalmente alleati pur se neutrali) trattarono segretamente a Londra e poi attuarono un totale rovesciamento, dalla Triplice all’Intesa, con l’entrata in guerra.

Giuseppe Azzoni (ANPI Cremona)

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