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1° maggio1945 a Cremona.La figura di Dante Bernamonti | G.C.Storti

1° maggio 1945 : Piazza Duomo rosseggiava di bandiere ed era come incendiata dalla commozione

| Scritto da Redazione
1° maggio1945 a Cremona.La figura di Dante Bernamonti | G.C.Storti

Subito dopo l’insurrezione del 1945 si costitui’ la Camera del Lavoro presieduta da Dante Bernamonti,  in qualità di segretario generale ed appartenente alla componente comunista (PCI). Gli altri componenti la segreteria erano: Giuseppe Formis,segretario aggiunto della Democrazia Cristiana,Ottorino Fassi ( Partito Socialista Italiano ) poi  sostituito Dario Caporali  segretario aggiunto del Partito Socialista Italiano.Per la Federterra i segretari erano : Errico Bon etti ( Pci), Angelo del Varo Rossi ( Psi) ed Aldo Cervi ( Democrazia Cristiana). Furono costituite succursali a Crema,Soresina e Casalmaggiore. Ci ricorda Emilio Zanoni . “ La prima manifestazione di massa della classe lavoratrice cremonese non poteva aver luogo che il 1° maggio 1945. L’ultimo 1° maggio di lotta e di libertà era stato celebrato ai margini della cui vegliava l’occhiuta orda di Farinacci. Il primo maggio ’45 si celebrava nella piazza maggiore fra i monumenti eretti dell’amore e della forza creativa dei lavoratori del duecento. Piazza del Duomo rosseggiava di bandiere, Piazza del Duomo era come incendiata dalla commozione e dall’anelito di migliaia di lavoratori. Vecchi,  contadini e operai, memori del movimento prefascista . giovani lavoratori e intellettuali che da pochi giorni avevano deposto le armi vindici di libertà. Piazza del Duomo era il crogiuolo ove si confondevano ricordi , speranze,aneliti, certezze. La Camera del Lavoro e gli organismi sindacali si misero tosto all’opera per la attuazione dei principi per cui i lavoratori avevano lottato e lavoravano”. Ercole Onagro , nel suo libro Camera del Lavoro  e lotte nelle campagne Cremonesi, ci evidenzia che : “ Il movimento dei lavoratori agricoli, riorganizzandosi sul piano sindacale in modo unitario, in base all’impegno sottoscritto nel “ patto di unità d’azione, da democristiani, socialisti  e comunisti già durante il periodo clandestino, proclamò anzitutto l’abrogazione dei contratti  fascisti “ conclusi in condizione di assoluta soggezione dei contadini di fronte agli agricoltori” e il ritorno ai principi dei vecchi Patti Colonici. Pertanto la commissione esecutiva della Camera del lavoro di Cremona e provincia, insediandosi ai primi di maggio 1945, come suo primo atto deliberò che “ l’orario di lavoro di ogni categoria contadina è di 8 ore, come nel Patto colonico del 1919”. Questo primo atto, dopo un lungo , intenso anno di discussioni, di confronti con gli agrari, di dibattito politico sul ruolo dei Consigli di Cascina , porto alla sigla, nel maggio del 1946, del primo patto colonico del dopoguerra  ( l’ultimo  era stato sottoscritto nel 1919). L’uomo che guidò questa prima fase della ricostruzione del sindacato unitario ( fra le tre principali  componenti politiche , la democristiana, la socialista e la comunista) fu eletto nel 1946 deputato per  il PCI alla Assemblea Costituente. La vita di Dante Bernamonti è una vita tribolata di un militante, prima socialista e poi comunista, che si era schierato da sempre contro il fascismo e che per lunghi anni aveva vissuto nell’ombra, nelle carceri e per lunghi anni come clandestino a Milano. Uomini duri che non si piegarono al fascismo e che ebbero la forza non solo di resistere ma di ricostruire le strutture democratiche del paese. A questi uomini, che ci hanno passato il testimone, rendiamo omaggio e rispetto. Se oggi il paese è democratico e pluralista il merito è tutto loro. In questa giornata di  festa, il 1 maggio, ricordiamoli è come “ cantare un inno alla vita e brindare al futuro”.Gian Carlo Storti

Biografia di Bernamonti Dante.Nato a Cremona il 10-3-1898, deceduto il 17 gennaio 1953. Insegnante. Dal 1914 aderente alla Federazione Giovanile Socialista di Cremona, ne fu poi eletto segretario. Il 14 agosto 1917 fu condannato insieme a 5 altri cremonesi (Sidoli, Morandi, Ferrari, Pederneschi, Chiari) a 5 anni di reclusione dal Tribunale Militare di Pradamano (1), per aver svolto propaganda contro la guerra.Fu uno dei fondatori con Tarquinio Pozzoli, Ferruccio Ghinaglia, Cabrini, Rosolino Ferragni, il dottor Maffezzoni, Andrea Zeni, Marabotti, Piero Biselli, Rino Agosti ed altri del P.C.d’I. a Cremona.Per la sua attività antifascista venne ferocemente aggredito dai fascisti il 5 dicembre 1923. In seguito fu costretto a lasciare Cremona e a vivere nella clandestinità a Milano. Scoperto nel 1933 dalla polizia, venne arrestato e poi condannato nel 1934 a 5 anni di confino a Ventotene. Insieme a Bernamonti venne arrestato e condannato al confino Giuseppe Marabotti. Nel 1943 riprese i contatti con la Resistenza cremonese tramite il compagno Libero Scala. Fu eletto dopo la Liberazione , nel 1945 segretario della Camera del Lavoro di Cremona e poi deputato alla Costituente nel 1946.Al momento della sua improvvisa scomparsa il 17 gennaio 1953 dirigeva il movimento cooperativo cremonese.

(1) Comune in provincia di Udine. Durante la guerra 1915-’18 nella villa Giacomelli di Pradamano si installò il comando operativo Nord-Est delle truppe italiane. Dopo la ritirata di Caporetto qui entrò in funzione un Tribunale Militare che divenne tristemente famoso per la sua ferocia repressiva. Vennero condannati a morte e fucilati con il metodo della decimazione centinaia di soldati italiani accusati di diserzione. Altre centinaia di italiani vennero condannati a lunghe pene detentive con l’accusa di aver diffuso idee pacifìste contro la guerra in corso.

fonte: www.anpi.cremona.it

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Bernamonti, deputato alla Assemblea Costituente del 1946. La Costituente operò dal 2 giugno 1946 al 31 gennaio 1948.

BERNAMONTI Dante,CREMONA, 10 marzo 1898 - 17 gennaio 1953,Diploma magistrale; maestro elementare, sindacalista,Eletto nel collegio VII (MANTOVA),Lista di elezione: Partito Comunista Italiano,Proclamato il 6 giugno 1946,Elezione convalidata il 18 luglio 1946,Iscritto al gruppo parlamentare: COMUNISTA dal 28 giugno 1946 al 31 gennaio 1948,Componente di organi parlamentari: GIUNTA PER IL REGOLAMENTO INTERNO dal 26 giugno 1946 al 31 gennaio 1948.

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L’attività politica di Dante Bernamonti dal 1921 al 1922 .Note ed appunti ricavati dall’Eco dei Comunisti di Cremona, di Gian Carlo Storti.

1921.Il numero 1 dell’Eco dei Comunisti esce il 5 febbraio 1921. Il 21 gennaio era stato fondato a Livorno il Partito Comunista d’Italia.Bernamonti , in un articolo intitolato “ Perché uscimmo” fra l’altro scrive: “ Non è necessario fare la cronistoria degli avvenimenti che precedettero lo storico Congresso di Livorno…. V’era chi riteneva che il Partito ( socialista) dovesse compiere un giro adestra, altri che credevano possibile la continuazione dell’equivoco del riformismo esistente……altri ancora che ritenevano indispensabile la costituzione di una massa omogenea nel Partito, decisamente orientata verso i metodi di lotta e il programma della III° Internazionale, con l’esclusione della destra del Partito.La nostra opera è tracciata dal programma della Terza\ Internazionale votato a Livorno”. Nel numero 4 , del 26 febbraio, firma un articolo di commento del congresso della Camera del Lavoro Locale. Il titolo dell’articolo è eloquente “ A destra! “. Il testo chiude così “ La svolta a destra per reazione contro il nuovo Partito…..è……il segno evidente della nuova strada che ha preso, che doveva fatalmente prendere quel Partito che conserva nel suo seno tutta una potente e attiva corrente riformista.”Nell’edizione del 30 aprile , il numero 13, si evidenzia il contrassegno elettorale del Partito Comunista ( corona di alloro con all’interno la falce ed il martello incrociati) con stampata la lista dei candidati in ordine alfabetico. Dante Bernamonti è al numero uno della lista. Al termine della stessa lista sono indicate le preferenze da esprimere a Franceschini e Grandi. Evidentemente Bernamonti non era stato indicato fra gli eleggibili. Nella stessa pagina spicca un articolo, non firmato, intitolato “ Contro l’astensione” al voto.Nei numeri seguenti il simbolo del partito con la lista viene ripubblicato sotto la scritta “ Tutti alle urne: per il Comunismo, per la Rivoluzione !!”.Nel numero 16 , del 21 maggio, vengono pubblicati i voti del Partito nella provincia di Cremona che risultano essere pari 8.117. Il titolo di prima pagina è eloquente del risultato e della insoddisfazione “ Le elezioni di terrore e di sangue hanno trovato il proletariato fermo al suo posto. Lavoratori avanti !. “

1922: La sigla d.b. riappare nell’edizione del 18 marzo del ’22 e firma due articoli. Il primo dal titolo “ I fascisti sequestrano e la questura fa il resto” dove ormai è chiaro ed evidente il connubio fra gli organi statali e le organizzazioni fasciste.Il secondo articolo è sulla Camera del lavoro e si intitola “ Salviamo l’organizzazione”. L’apertura del ragionamento è singolare “ La nostra serena polemica sulla situazione della Camera del Lavoro e sulle responsabilità ad esse inerenti ha gettato l’allarme tra i dirigenti socialisti che hanno capito la giustezza delle nostre critiche”. L’articolo chiosa un articolo della presidenza della Camera del Lavoro che accuserebbe i comunisti di essere dei “ ragazzetti” ecc. “ Dall’articolo si apprende che d.b. sarebbe stato , per qualche tempo, impiegato della Cavalli & Poli.L’ultimo numero consultabile dell’Eco dei Comunisti, divenuto nel frattempo, Organo del Partito Comunista d’Italia di Cremona,Brescia e Mantova è quello del 9 dicembre 1922. Della firma Dante Bernamonti o d.b nessuna traccia. I compagni che lo hanno conosciuto però dicono che la parte del giornale sulla C.d.L. ( Camera del Lavoro) era frutto della sua penna e del suo impegno. Infatti in quegli anni il P.C. d’Italia cercava di conquistare i quadri sindacali delusi, come si diceva allora “ dalla politica riformista dei socialisti”.

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Il patto di Roma del 9 giugno del 1944 denominato "dichiarazione sulla realizzazione dell’unità sindacale”. L’evento. La firma del Patto di Roma è un evento straordinario, non solo per gli effetti che produce (l’apertura di una fase straordinaria nella storia del sindacalismo italiano, quella della CGIL unitaria [1944-1948]), ma anche per il lavoro di tessitura unitaria che lo precede e per il modo in cui viene siglato. È bene sempre ricordare, infatti, come l’intesa venga raggiunta in piena clandestinità durante l’occupazione nazista; la prima firma viene posta nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1944, prima della Liberazione della capitale da parte degli Alleati, mentre l’accordo ufficiale porta la data del 9 giugno 1944. L’eccezionalità dell’evento è dunque accentuata soprattutto dalla drammaticità del momento; l’uccisione da parte dei nazisti del socialista Bruno Buozzi, ultimo Segretario Generale della CGL prefascista e indiscusso protagonista del Patto di Roma, avvenuta poche ore prima della firma dell’intesa, è la testimonianza più intensa di quella barbarie. Il Patto di Roma trae la sua forza da due elementi. In primo luogo, dal coraggio dei suoi firmatari, che nei mesi precedenti tessono una trama unitaria “sotto il naso dei tedeschi”  I primi incontri tra Buozzi e Di Vittorio avvengono nel carcere parigino della “Santé” nel febbraio 1941; nel 1942, quando Di Vittorio è al confino a Ventotene, si hanno incontri importanti a Torino tra Grandi e Buozzi e tra Buozzi e Roveda. Sono proprio questi uomini i protagonisti della ricostruzione del sindacato libero e democratico già a partire dai primi giorni dopo la caduta di Mussolini del 25 luglio 1943 quando, con la regia di Leopoldo Piccardi, nuovo Ministro dell’Industria, del Commercio e del Lavoro del Governo Badoglio, i vecchi sindacati fascisti vengono commissariati; Buozzi andrà a guidare la Confederazione ddei lavoratori dell’industria (col comunista Roveda e il democristiano Quarello come Vice), Grandi la Confederazione dei lavoratori dell’agricoltura (con Vice Lizzadri), mentre Di Vittorio guiderà i braccianti. E sarà proprio Buozzi, insieme al Commissario di Confindustria Mazzini, che il 2 settembre 1943 firmerà il primo accordo sindacale libero dopo la fine della dittatura. L’accordo ripristina nelle fabbriche italiane le Commissioni Interne, cancellate dal fascismo con l’accordo di Palazzo Vidoni dell’ottobre 1925. Per molti anni le Commissioni Interne saranno l’unica forma di rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro. La Cgil unitaria ( comunisti,socialisti e democristiani) si romperà nel 1948 a seguito della proclamazione dello sciopero generale dopo l'attentato a Palmiro Togliatti  con l'uscita dei democristiani e la costituzione della CISL.

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