Giovedì, 02 maggio 2024 - ore 19.33

A Taranto la prima pala eolica offshore d’Italia e del Mediterraneo. Ci sono voluti 14 anni per installarla

Ciafani e Muroni: velocizzare i processi e snellire la burocrazia, ne trarranno giovamento clima e tasche dei contribuenti

| Scritto da Redazione
A Taranto la prima pala eolica offshore d’Italia e del Mediterraneo. Ci sono voluti 14 anni per installarla

A Taranto è stata installata, al largo del molo polisettoriale, la prima turbina del parco eolico offshore Beleolico che verrà realizzato da Renexia, la società del Gruppo Toto attiva nelle energie rinnovabili in Italia e negli Usa.

L’Associazione nazionale energia del vento (ANEV), spiega che «L’impianto produrrà 60 mila Mwh di energia, pari al fabbisogno annuo di 60 mila persone e, nell’arco dei 25 anni di vita prevista, consentirà un taglio di en missioni di gas serra equivalenti a circa 730 mila tonnellate di Co2. Un contributo importante per la transizione ecologica. Siamo pronti per affrontare le sfide del futuro e cogliere le opportunità che il vento ci porta, grazie all’eccellente lavoro di squadra delle aziende italiane».

Il presidente di Legambiente Stafano Cifani ha accolto con favore la notizia ed ha scritto sul suo profilo Facebook. «E’ stata installata la prima di 10 pale eoliche, per un totale di 30 MW, nel porto di Taranto, E’ il primo impianto eolico nel mare italiano, anzi in tutto il Mediterraneo. Finalmente».

Ma Ciafani ricorda che quella di Taranto «È un caso simbolico delle follie autorizzative del Paese. La proposta progettuale viene presentata nel 2008 (ben 14 anni fa). La Sovrintendenza è riuscita nell’impresa di dare parere negativo per l’impatto visivo generato (lì davanti ci sono le ciminiere dell’ex Ilva, della raffineria Eni e del cementificio e le gru del porto industriale). Un vero capolavoro».

Non è la prima volta che succede: perplessità simili sono state avanzate (anche da Italia Nostra) per Piombino, dove le pale eoliche onshore – che sono già entrate in funzione – avrebbero deturpato lo skyline industriale delle acciaierie e della ex centrale a carbone Enel di Tor del Sale.

Secondo il presidente del Cigno Verde «Bisogna decuplicare la velocità di installazione degli impianti a fonti rinnovabili – in primis eolico, a terra e a mare, fotovoltaico sui tetti e agrivoltaico – per chiudere le centrali a carbone entro il 2025, non costruire nuovi impianti a gas, dismettere gradualmente quelli esistenti entro il 2040. Il Pianeta non può più aspettare. Le tasche di chi paga la bolletta pure».

Prendendo spunto dalla vicenda di Taranto, la deputata di FacciamoEco Rossella Muroni Rossella Muroni, accusa: «Il governo continua a sbagliare e a puntare sul gas per mitigare il caro bollette. Peccato che questa è una falsa soluzione che contrasta contro gli impegni sul clima assunti a livello internazionale e che non farà scendere le bollette. La soluzione c’è, basta smetterla di ostacolare le rinnovabili e investire su fonti pulite, sistemi di accumulo, innovazione e smart grid. L’installazione della prima pala eolica del Mediterraneo, a Taranto, va proprio in questa direzione. Non deve essere un fatto isolato, deve diventare sistema: velocizziamo i processi e snelliamo la burocrazia, ne trarranno giovamento anche le nostre tasche».

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