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Alle origini nostra civiltà : storia della Torre Ciapela | De Moro-Flammia

Uno dei simboli più importanti della città di Sanremo

| Scritto da Redazione
Alle origini nostra civiltà : storia della Torre Ciapela | De Moro-Flammia

Alle origini della nostra civiltà : la storia della Torre della Ciapela | Gianni De Moro - Christian Flammia

 Uno dei simboli più importanti della città di Sanremo

 La torre della Ciapela, che sorge ai piedi della Pigna, il vecchio centro storico di Sanremo, costituiva una delle più importanti fortificazioni a difesa della città. La torre fu fatta costruire nel secolo XVI dalla Repubblica di Genova a scopi difensivi e di contrasto verso le incursioni dei barbareschi, che in quegli anni bui per la Liguria depredavano persone e ogni cosa delle nostre coste.

 Di seguito la relazione dello storico Gianni de Moro : "Reperto fondamentale dell'antica architettura militare sanremasca, il bastione della "Ciappella" o "Ciapella" (trovo entrambe le forme) faceva parte della cinta muraria cittadina realizzata in corrispondenza del Borgo e del "Ciàn" o Piano(subito al di là deltorrente, oggi coperto). Non nasce dunque isolato come si percepisce oggi di fronte al mercato annonario, avanzato verso il centro della piazza.

 Le case del Borgo vennero totalmente eliminate nel 1934 ed anche la torre rischiò la stessa sorte nel dicembre 1959 per un inconsulto tentativo di abbattimento. Venne invece salvata e restaurata nei mesi successivi conservando a Sanremo un caratteristico segno della poliorcetica cinquecentesca a vocazione antibarbaresca.

 La torre (talvolta definita anche bastione) era nata infatti addossata alla precedente muraglia trecentesca in corrispondenza dell'angolo acuto rappresentante il vertice ovest della difesa cittadina d'epoca tardomedievale. A brevissima distanza, il ponte della "Ciapella" (così denominato da una caratteristica roccia dilavata posta sulla riva del sottostante torrente San Romolo) forniva adito tra il Borgo e l'area del Piano. In zona, insistevano proprietà agrarie della famiglia Berruto per cui talvolta, nei documenti, il ponticello viene ancheindicato come "pons Berruti".

 Come si può vedere attualmente, il dispositivo difensivo è completamente funzionale all'uso delle armi da fuoco ed anzi le aperture presenti del fusto e nel coronamento torrigiano conservano profili tecnicamente adeguati alla tipologia degli strumenti d'offesa utilizzati.

 Quanto alle specifiche vicende relative alla costruzione del bastione (a partire dal 1550, progettato sicuramente dall'ingegnere lombardo Gio Maria Olgiati ed eretto dall'impresario locale Gio Battista Palmaro fu Giacomo), sono già state ricostruite dal Calvini che ricorda, fra l'altro, la documentazione dei pagamenti come anche i danni prodotti dal cantiere nell'orto, limitrofo, del Magnifico Gio

Batta Bottini risarciti dal Comune con 11 scudi d'Italia.

 L'edificazione del bastione tronco-conico leggermente scarpato in basso (inserito nel muragliato pregresso al punto da non interromperne il cammino di ronda) è riconducibile, come sopra accennato, agli albori del sesto decennio del XVI secolo quando appunto, secondo Lamboglia, "il Comune di Sanremo, in seguito al rincrudire delle incursioni barbaresche e in base a un piano generale ordinato dalla

Repubblica di Genova, decise di rinforzare le mura e costruirlo".

 Nelle sue fondazioni scorreva anche una bealera sotterranea derivata più in alto dal torrente citato di cui permangono tracce ipogee.

Oggi il monumento costituisce uno degli emblemi della Sanremo antica proprio sotto alla vetusta Pigna che lo domina visivamente.

 Gianni De Moro - Christian Flammia

 05 08 2021 

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