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Amnesty FILIPPINE, RICHIEDENTE ASILO IRANIANA BLOCCATA DA TRE SETTIMANE IN AEROPORTO

"Le autorità filippine hanno l'obbligo in base al diritto internazionale di astenersi dal rimandare chiunque in un paese in cui potrebbe essere a rischio di gravi violazioni dei diritti umani".

| Scritto da Redazione
Amnesty FILIPPINE, RICHIEDENTE ASILO IRANIANA BLOCCATA DA TRE SETTIMANE IN AEROPORTO

Amnesty FILIPPINE, RICHIEDENTE ASILO IRANIANA BLOCCATA DA TRE SETTIMANE IN AEROPORTO

Una richiedente asilo iraniana di 31 anni, Bahareh Zarebahari, rischia di essere rinviata in Iran dove potrebbe essere detenuta e torturata, ha dichiarato oggi Amnesty International. Una decisione sul suo caso sembra essere imminente. Sta entrando nella sua quarta settimana di detenzione, bloccata nell'area di transito del principale aeroporto di Manila.

“Bahareh Zarebahari è stata una critica fervente delle autorità iraniane e un’oppositrice pubblica del velo forzato. Se le autorità filippine la manderanno in Iran, rischierà l'arresto, la tortura e altri maltrattamenti, nonché processi e detenzioni iniqui", ha dichiarato Nicholas Bequelin, direttore regionale per l’Asia orientale e sud-orientale di Amnesty International.

"Le autorità filippine hanno l'obbligo in base al diritto internazionale di astenersi dal rimandare chiunque in un paese in cui potrebbe essere a rischio di gravi violazioni dei diritti umani".

Zarebahari, che ha vissuto nelle Filippine negli ultimi cinque anni e ha rappresentato l'Iran al concorso di bellezza Miss Intercontinental del 2018 a Manila, è stata arrestata all'arrivo a nella capitale filippina proveniente da Dubai il 17 ottobre 2019, sulla base di un mandato di arresto dell'Interpol emesso dalle autorità iraniane. Non le è ancora stato detto quali accuse affronterebbe in Iran.

Da allora si trova in una stanza del Terminal 3 dell'aeroporto internazionale Ninoy Aquino di Manila. Secondo quanto appreso da Amnesty International, il mandato di arresto si riferisce a un reato che le autorità iraniane sostengono che abbia commesso in Iran nel 2018, ma Zarebahari afferma di non essersi recata in Iran dal 2014. Nei suoi post sui social media come Facebook e Instagram, ha affermato che le autorità iraniane vogliono punirla per la sua opposizione alla Repubblica islamica.

Studentessa di odontoiatria nelle Filippine, Zarebahari ha espresso pubblicamente sostegno all'ex principe ereditario Reza Pahlavi. Durante il concorso di bellezza del 2018 a Manila, ha mostrato un manifesto di Reza Pahlavi e si è avvolta nell'antica bandiera nazionale dell'Iran, che porta l'emblema del leone e del sole, associato alla famiglia reale deposta.

In un'intervista del 21 ottobre, Zarehbahari ha affermato che i suoi problemi nelle Filippine sono iniziati dopo aver partecipato al concorso di bellezza e che da allora ha iniziato a ricevere messaggi minacciosi da un funzionario dell'ambasciata iraniana nelle Filippine, che le ha intimato di presentarsi in ambasciata.

“È spaventoso che sia trattenuta da così tanto tempo nell’area di transito aeroportuale, in condizioni così deplorevoli", ha detto Nicholas Bequelin. "Le autorità filippine hanno il chiaro obbligo legale internazionale di tenerla al sicuro e di non rimandarla in Iran, dove potrebbe andare incontro a violazioni dei diritti umani".

In una serie di messaggi sui suoi profili Facebook e Instagram, Zarebahari ha denunciato che le autorità aeroportuali di Manila la trattano come una prigioniera e le hanno negato qualsiasi visita al di là degli scarsi contatti coi suoi avvocati filippini.

È stata sgridata mentre cercava di dormire, esposta a luci intense per 24 ore al giorno e privata di acqua calda. La sua salute fisica e mentale è peggiorata. Non riesce a dormire e soffre di mal di testa costanti.

Zarebahari ha poi riferito che tre settimane fa agenti della sicurezza l'hanno ammanettata, tirandola per i capelli, le braccia e le gambe e hanno cercato di costringerla a salire su un aereo per l'Iran. Nei giorni scorsi, nonostante abbia presentato domanda d’asilo, le autorità aeroportuali hanno cercato di costringerla a firmare documenti per la sua espulsione in Iran. In recenti post su Facebook, ha affermato di non avere alcun aggiornamento da parte delle autorità filippine sul suo caso, sebbene, secondo alcune notizie, una decisione sia imminente.

In precedenza, Mark Perete, sottosegretario presso il dipartimento di Giustizia filippino, ha affermato che "l'unica ragione per cui è stata detenuta all'aeroporto [...] è solo a causa di quel mandato emesso contro di lei".

Il 6 novembre, Leila de Lima, senatrice filippina e prigioniera di coscienza per Amnesty International, ha espresso preoccupazione per il caso di Bahareh Zarebahari e ha esortato il governo delle Filippine a considerare la domanda di asilo in conformità con il diritto internazionale dei diritti umani.

In base al diritto internazionale, tutti gli stati hanno il diritto di regolare l'accesso e la residenza degli stranieri sul loro territorio e di rimpatriare le persone che sono irregolarmente presenti sul loro territorio nel loro paese di origine. Tuttavia, come qualsiasi altro stato, le Filippine sono vincolate dal principio di non respingimento, che è la pietra angolare del diritto dei rifugiati, sancito dal diritto internazionale consuetudinario. In base a questo principio, ai governi è vietato rimpatriare chiunque in un paese in cui sarebbe a rischio di gravi violazioni dei diritti umani.

Roma, 7 novembre 2019

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