Giovedì, 18 aprile 2024 - ore 23.18

Anche i lavoratori della Camera di Commercio di Cremona contro la riforma Renzi

Questa riforma delle Camere di Commercio è un danno per le imprese, per i professionisti, per i lavoratori. Ci vuole una riforma che potenzi il sistema delle Camere di Commercio, che ne faccia il fulcro della ripresa delle aziende italiane.In tutta Italia è stato pertanto indetto lo stato di agitazione del personale delle Camere di Commercio.

| Scritto da Redazione
Anche i lavoratori della Camera di Commercio di Cremona contro la riforma Renzi

Il personale della Camera di Commercio di Cremona e dell'Azienda Speciale Servimpresa ha aderito all’iniziativa nazionale unitaria di CGIL CISL e UIL che, con assemblee in tutte le Camere d'Italia, alla vigilia dell’emanazione del decreto del Consiglio dei ministri dedicato alla riforma camerale, dà avvio alla mobilitazione contro una riforma che svuota le Camere di funzioni e servizi qualificanti dedicati alle imprese.

A seguito dell'assemblea del personale è stato elaborato un comunicato che trasmettiamo in allegato con la cortese richiesta di pubblicazione

Nei prossimi giorni il Consiglio dei Ministri potrebbe varare il decreto legislativo di riordino del sistema delle Camere di Commercio che, secondo le indiscrezioni, intenderebbe spogliare le Camere di buona parte delle loro funzioni eliminando o riducendo drasticamente la possibilità di:

-supportare le pmi per l’accesso al credito, con servizi di microcredito o con il sostegno ai consorzi garanzia fidi (confidi)

-supportare con contributi e finanziamenti le imprese per fiere o eventi per il sistema turistico locale o la promozione dei prodotti tipici

-supportare con corsi di formazione la nuova imprenditoria e l’imprenditoria femminile

-organizzare convegni e seminari gratuiti su tematiche di interesse per le imprese o i professionisti (su novità normative, sulla gestione di impresa, su argomenti specifici per ciascun settore economico)

-sostenere l'internazionalizzazione (con missioni in paesi esteri, con i certificati di origine, etc.);

-spportare le imprese sull’innovazione, sulla digitalizzazione e sulla fatturazione elettronica

-fornire servizi di conciliazione, mediazione e arbitrato;

-supportare la promozione turistica e dell'economia locale;

-raccogliere dati e pubblicare studi sull’economia locale, sui trend economici e approfondimenti sui vari settori economici

Inoltre, la nostra Camera rischia di non poter più:

-sostenere gli insediamenti universitari presenti sul territorio,

-sostenere infrastrutture importanti, come CremonaFiere,

-sostenere la filiera turistico-ricettiva, co-finanziando iniziative promozionali sul territorio e mettendo a disposizione la propria sede come centro congressi (nel solo 2015 si sono tenute circa 1.800 incontri nelle sale camerali, tra cui numerose iniziative ospitate gratuitamente per favorire le attività commerciali del centro storico),

-sostenere la promozione dei nostri prodotti tradizionali e della liuteria cremonese,

-operare per affermare Cremona come luogo unico dove organizzare masterclass musicali.

I lavoratori del sistema camerale, esprimendo grande preoccupazione per il proprio destino lavorativo, manifestano il loro sconcerto per la drastica riduzione di risorse a favore delle imprese (in particolare quelle piccole e medie) e dell'economia del territorio e denunciano la progressiva distruzione del "sistema camerale", considerato per efficienza e professionalità una delle eccellenze della Pubblica Amministrazione italiana.

In tutta Italia è stato pertanto indetto lo stato di agitazione del personale delle Camere di Commercio.

La riforma delle Camere di Commercio - che il Governo vuole chiudere in questi giorni estivi - è un danno per le imprese italiane, per i professionisti e per i lavoratori delle Camere di Commercio, che dispongono di professionalità uniche nel sistema della pubblica amministrazione italiana.

Questo è quanto sottolineiamo con forza.

In un periodo storico-economico in cui sarebbe necessario potenziare gli strumenti a supporto del mondo del lavoro, e tra questi le Camere di Commercio, il Governo vuole ridurle a enti burocratici che non saranno più in grado di offrire servizi moderni alle aziende italiane. La strada di riforma della pubblica amministrazione deve basarsi sull’innovazione, non sulla riduzione dei servizi alle imprese.

Per far ripartire il sistema imprenditoriale italiano le Camere di Commercio vanno rafforzate, con servizi nuovi e innovativi, che vadano a sommarsi ai servizi attualmente esistenti. Le imprese non ci chiedono altro che celerità e innovazione.

Per questi motivi chiediamo al Governo e a tutti i parlamentari e alle forze politiche che hanno a cuore il futuro delle imprese italiane, di modificare subito il decreto di riforma che potrebbe passare in Consiglio dei Ministri prossimamente, che non crea altro che disservizi al sistema imprenditoriale, e chiediamo che sia riscritto, focalizzandosi su innovazione, ampliamento di servizi, mantenimento del personale e delle sedi territoriali.

Le aziende vogliono una pubblica amministrazione come loro, non enti burocratici. E per questo è necessario che tutto miri all’offerta di servizi di qualità. Per fare questo occorre mantenere e rafforzare il personale esistente, occorre mantenere le Unioni Regionali, occorre mantenere le aziende speciali e le sedi secondarie, perché sono tutti aspetti e componenti di un’unica realtà: il sistema delle Camere di Commercio, che per funzionare a livelli ottimali necessita di ogni parte del suo corpo.

Gli imprenditori, come evidenziano ripetute indagini e testimonianze, hanno trovato nel sistema camerale (presente in ciascuna provincia e quindi vicino al proprio territorio) e nella professionalità dei suoi lavoratori, competenza, onestà e imparzialità, e apprezzati servizi a titolo gratuito o con un costo molto inferiore a quello di mercato.

Le Camere di Commercio, quindi, non vanno ridotte, nel numero, nelle sedi, nel personale, nelle funzioni, ma vanno invece potenziate, mantenendo sedi e personale e attribuendo loro servizi nuovi e aggiuntivi rispetto a quelli già esistenti, per farne il fulcro della ripresa economica del Paese.

Questo è quanto deve passare nel Consiglio dei Ministri della prossima settimana, questo è quanto chiediamo.

Per le Segreterie di CGIL FP – CISL FP - UIL FPL - FILCAMSCGIL Cremona

La RSU e tutto il personale della Camera di Commercio di Cremona e dell’Azienda Speciale Servimpresa

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