Martedì, 23 aprile 2024 - ore 11.07

ARCI Cremona Sul non riconoscimento della doppia maternità da parte di Galimberti

Ci piace definire Arci come qualcosa che tiene insieme ciò che insieme, naturalmente, non starebbe. Da sempre ciò che facciamo è stare con le persone, cercando di rafforzare i legami delle comunità in cui operiamo, partendo dal conoscerci, confrontarci e creare nuove opportunità e nuove prospettive di crescita.

| Scritto da Redazione
ARCI Cremona Sul non riconoscimento della doppia maternità da parte di Galimberti

ARCI Cremona Sul non riconoscimento della doppia maternità da parte di Galimberti

Ci piace definire Arci come qualcosa che tiene insieme ciò che insieme, naturalmente, non starebbe. Da sempre ciò che facciamo è stare con le persone, cercando di rafforzare i legami delle comunità in cui operiamo, partendo dal conoscerci, confrontarci e creare nuove opportunità e nuove prospettive di crescita.

È con questo spirito che desideriamo esprimerci sulla scelta del Sindaco Gianluca Galimberti di non riconoscimento della doppia maternità, scelta da cui siamo assai distanti e sulla quale pensiamo di poter dare un contributo alla discussione.

Capiamo la difficoltà di un amministratore nel dover compiere delle scelte laddove la normativa ancora non esiste, ma crediamo fortemente che la priorità, in questi casi, sia innanzitutto quella di tutelare la vita che già esiste, che è davanti a noi e ci chiede di essere considerata nella sua complessità. Riconoscere la doppia maternità è un’azione che in nessun modo potrà danneggiare un bambino, ma anzi potrà garantire solo opportunità. Pur essendo chiamato ad una scelta quasi personale, un amministratore può decidere che questo non è il terreno di conferma per proprie convinzioni morali, ma un’ennesima occasione per agire nell'esclusivo interesse di chi è nato o nascerà, che è o sarà un cittadino esattamente al pari degli altri.

Ci sono diversi passaggi nella lettera del Sindaco su cui potremmo insistere ulteriormente e ribadire la nostra distanza: l’educazione alle differenze di genere vista come possibile solo all'interno della famiglia e solo all'interno di una famiglia di tipo tradizionale (e le famiglie allargate? E le famiglie mono genitoriali? Vi è forse meno possibilità per i figli nati in queste famiglie di sviluppare la propria identità e le proprie capacità?); l’equivalenza tra genitorialità/maternità e generatività di una coppia (e chi adotta o viene adottato in una coppia eterosessuale? Siamo in grado di dire con certezza che si sentirà meno genitore o meno figlio solo perché non ha o non è stato generato nella coppia?).

Ma soprattutto un passaggio ci lascia l’amaro in bocca, ovvero quello in cui si dice che “desideri, esigenze, aspirazioni e bisogni personali non sempre devono o possono rappresentare diritti generali cui dare risposte”: questo può valere per un desiderio futile come un paio di scarpe o un vestito nuovo, non certo per il desiderio di essere genitori e di fare figli, che non è mai una scelta facile né leggera, a maggior ragione per chi già sa che questa scelta comporterà difficoltà giuridiche sociali e politiche. Crediamo che nessuno, né omosessuale ne etero, si meriti un pre-giudizio simile quando si parla di genitorialità.

Ringraziamo comunque il Sindaco Galimberti per la trasparenza e la mitezza che lo contraddistinguono e che, in un’epoca di offese, scontri e sproloqui, restano comunque merce rara. Lo ringraziamo anche per aver reso pubbliche le sue dichiarazioni e di aver dato la possibilità di aprire un dibattito pubblico su questi temi, perché siamo convinti che il dibattito e il confronto di qualità facciano crescere la comunità. Saremo quindi lieti di continuare a confrontarci in altre sedi, se lo vorrà.

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