Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 15.42

Bologna Il ruolo delle comunità locali per una transizione giusta

Quasi un terzo dei cittadini dell'Unione Europea - circa 136 milioni di persone - vive in zone rurali

| Scritto da Redazione
Bologna Il ruolo delle comunità locali per una transizione giusta

Bologna Il ruolo delle comunità locali per una transizione giusta e sostenibile delle aree rurali

Il progetto Horizon Europe RURACTIVE, coordinato dall'Università di Bologna, svilupperà soluzioni digitali ed inclusive ideate e testate in 12 casi pilota in Europa, per guidare una transizione giusta e sostenibile delle comunità rurali

 Con un kick-off meeting in corso a Bologna fino al 15 settembre, è partito ufficialmente RURACTIVE, progetto di ricerca Horizon Europe coordinato dall'Università di Bologna e finanziato dalla Commissione Europea con 6,5 milioni di euro. Il progetto, animato da un consorzio di 26 partner europei, insieme a 3 partner associati, ha l'obiettivo di sviluppare soluzioni digitali ed inclusive per guidare una transizione giusta e sostenibile delle comunità rurali.

 Quasi un terzo dei cittadini dell'Unione Europea - circa 136 milioni di persone - vive in zone rurali. La Commissione Europea sta puntando molto sullo sviluppo di queste aree, sia attraverso l’implementazione del Green Deal europeo sia tramite la "Visione a lungo termine per le aree rurali" che riconosce il ruolo cruciale delle zone rurali per la coesione economica e sociale. L’UE sottolinea anche il contributo vitale di queste aree nel raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali europei.

 Le sfide da affrontare su questo fronte sono significative, considerato anche il divario economico e sociale sempre più ampio tra cittadini delle aree urbane e delle zone rurali. Il fenomeno di abbandono, le carenze nei servizi e nelle infrastrutture digitali e di trasporto sono alcuni degli ostacoli che le comunità rurali devono fronteggiare.

 Questi territori possiedono però grandi potenzialità che possono portarli a trasformarsi in vivaci centri di innovazione basati sulla ricchezza delle loro risorse naturali e culturali, su iniziative nate dal basso, sulla creatività e sull’inclusione sociale, supportati anche dallo sviluppo di competenze specifiche. Grazie all’utilizzo di nuovi strumenti digitali e all’innovazione sociale generata dalle comunità locali, le zone rurali possono valorizzare le loro risorse e aspirare a diventare luoghi attrattivi per tutti e tutte, in cui vivere, lavorare e abitare.

 "Elemento centrale di RURACTIVE è l'implementazione di forti reti di relazioni tra gli attori locali", spiega Simona Tondelli, professoressa ordinaria di Pianificazione urbanistica e territoriale al Dipartimento di Architettura dell'Università di Bologna e coordinatrice del consorzio RURACTIVE. "Daremo vita a ecosistemi di innovazione rurale multi-attoriali: comunità di persone, di luoghi e di pratiche che condividono interessi in settori specifici in 12 aree pilota in tutta Europa”.

 Il progetto porrà grande enfasi sulla definizione e il rafforzamento di modelli di governance interscalari, sulla formazione e lo sviluppo delle competenze delle comunità locali e sui processi partecipativi, includendo anche i gruppi più vulnerabili come gli anziani, le persone con disabilità, i migranti e i rifugiati. Verrà inoltre incentivata la partecipazione femminile ai processi di innovazione per enfatizzare il ruolo delle donne nello sviluppo locale.

 “Insieme a un’ampia gamma di portatori di interessi locali, compresi i cittadini, il progetto migliorerà la competenze delle comunità di co-sviluppare, implementare e monitorare soluzioni digitali e sociali affrontando sei argomenti chiave: la mobilità multimodale, la transizione energetica, l’agroalimentare e l’agroecologia, la cultura e l’innovazione culturale, la salute e il benessere, nonché il turismo culturale e naturalistico”, dice ancora la professoressa Tondelli. “Inoltre, ci concentreremo sulla mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, sulla biodiversità e sulla giustizia sociale come priorità trasversali, perché crediamo che non possa esistere una transizione giusta se non riflettiamo sulle questioni climatiche e sull’inclusione sociale".

 Università di Bologna - Ufficio Stampa

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