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Casalmaggiore I CANTI DELLA TERRA – Tradizioni contadine casalasco-piadenesi

DOMENICA 1° FEBBRAIO 2015. E’ PARTICOLARMENTE GRADITO IL TABARRO!

| Scritto da Redazione
Casalmaggiore I CANTI DELLA TERRA – Tradizioni contadine casalasco-piadenesi

DOMENICA 1° FEBBRAIO 2015, PROPRIO NEI GIORNI DELLA MERLA, DALLE ORE 16.00 RIVIVE LA TRADIZIONE CONTADINA IN PIAZZA GARIBALDI CON L’ACCOMPAGNAMENTO DEL CORO “I GIORNI CANTATI” DI CALVATONE E PIADENA. COME DI CONSUETO, LA PRO LOCO DI CASALMAGGIORE DISTRIBUIRA’ CECI, LUPINI, CASTAGNACCIO E VIN BRULE’ A TUTTI I PARTECIPANTI.

La leggenda più diffusa narra che una coppia di merli dal piumaggio candido, il 30 gennaio, non poteva più vivere nel suo nido a causa del freddo intenso. La coppia trovò rifugio in un comignolo. I due, però, avevano fame e il maschio decise di andare in esplorazione per cercare del cibo. Volò per due giorni senza risultati. Finalmente il 1° febbraio riuscì  a trovare qualche insetto e felice tornò verso il comignolo. Ma la femmina, durante quel tempo, si era sporcata il piumaggio con la fuliggine del camino ed era diventata tutta nera. Così, il maschio non la vide e si perse nel gelo. Da quella volta i merli nacquero tutti neri.

Attualmente, i cosiddetti “giorni della merla” (30-31 gennaio e 1° febbraio) sono noti quasi esclusivamente per essere i più freddi dell’anno. Nel tempo, infatti, è andato perduto il senso rituale di quel periodo, legato a usanze per invocare la protezione di Dio sul lavoro e sulla vita delle campagne. Questi riti variavano da zona a zona, ma avevano alcuni aspetti in comune, tra cui alcuni canti corali. In questi giorni i ragazzi delle cascine, percuotendo barattoli di latta con dei bastoni, annunciavano a tutti che si era entrati nei “giorni della merla”. La sera, poi, nell’aia venivano accesi i falò per far arrostire le castagne, mentre i giovani, arrampicati su carri pieni di fascine di gelso o sulle fascine stesse, si davano botta e risposta mediante canti antichi. Talvolta, o per la foga del canto o perché la catasta era poco stabile, tutto andava a rotoli e i membri dei cori si ritrovavano in terra, con gran divertimento dei presenti. Le fascine su cui era stata “cantata la merla” venivano poi suddivise fra le varie famiglie che le utilizzavano per scaldare l’acqua nella quale si scioglieva la liscivia con cui, due volte l’anno, si lavavano le lenzuola.  I canti della merla affondano le proprie radici addirittura nel 1400 o 1500. Molti sono purtroppo andati perduti, soprattutto dopo che, negli anni Cinquanta del Novecento, l’avvento delle fibre sintetiche ha ridotto drasticamente nelle nostre campagne l’allevamento dei bachi da seta e, di conseguenza, i canti propiziatori ad esso collegati. Alcuni di essi, fortunatamente, sono stati recuperati in diversi centri della provincia, da gruppi di canto popolare che ne conservano la memoria.  (Archivio Pro Loco Casalmaggiore)

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