Sabato, 27 aprile 2024 - ore 03.46

Cgil CAMUSSO: OGGI ANDREMO A SENTIRE COSA PROPONE IL GOVERNO. MA IN ASSENZA DI RISPOSTE CONTINUEREMO LA MOBILITAZIONE

Oggi i sindacati andranno all’incontro con il governo sui temi del lavoro e delle pensioni. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, chiudendo il suo intervento alla manifestazione di sabato a Milano ha detto che il 16 ottobre “andremo a sentire cosa a da darci il governo. A quel punto decideremo cosa fare: ma senza risposte, la mobilitazione non si fermerà certo”.

| Scritto da Redazione
Cgil CAMUSSO: OGGI ANDREMO A SENTIRE COSA PROPONE IL GOVERNO. MA IN ASSENZA DI RISPOSTE CONTINUEREMO LA MOBILITAZIONE

Molti gli spunti dal suo intervento in piazza a Milano e molti i messaggi rivolti al governo e al Paese. Per quanto riguarda le misure previdenziali, il segretario generale della Cgil ha ribadito la richiesta al governo di bloccare l’aumento dell’aspettativa di vita e ha spiegato le tante falle sull’Ape sociale e in generale sulle mille norme che determinano oggi le pensioni. Sarebbe necessario invece ricostruire il sistema di perequazione. Tanti pensionati continuano a vivere in condizioni di difficoltà. Ma delle pensioni la leader della Cgil ha voluto parlare solo dopo aver rilanciato un allarme generale sulla ripresa e gli effetti della crisi sull’aumento delle diseguaglianze. E quindi sulla necessità di rilanciare gli investimenti per creare lavoro e costruire un futuro previdenziale per i giovani. Intanto, alla vigilia del 2018, abbiamo ancora il tema della salvaguardia degli esodati. E’ una vicenda vergognosa per il nostro Paese. E basta appropriarsi di risorse che sono destinare alla previdenza, come nel caso dell’opzione donna.

“Il governo deve smettere di dire che va tutto bene – ha detto Camusso -  Continuiamo ad avere una disoccupazione giovanile che è la più grande in Europa, mentre la ripresa non è frutto di scelte strutturali. Si continua intanto a mantenere la ricchezza per pochi. In Italia servono investimenti, ma questo non significa dare decine di miliardi alle imprese. In questi anni abbiamo dato alle aziende 40 miliardi di euro, è praticamente tutto ciò che si è speso, ma ben poco è tornato in termini di innovazione o di lavoro per i giovani. Occorre dare al mondo del lavoro e delle pensioni ciò che serve, cominciare a ridistribuire un po’ di ricchezza". E non è vero che è impossibile creare lavoro, ci sono tante cose che si possono fare, a partire dalla messa in sicurezza del paese: “Si potrebbe mettere in atto un piano di investimenti che attrarrebbe anche capitali privati. E provare poi a distribuire al mondo del lavoro un po’ di ricchezza. E questo è molto diverso da quello che ci appare dalle anticipazioni di questi giorni sulle scelte per il 2018. Bisogna creare lavoro e si può farlo”. Questo è stato il primo messaggio che il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha voluto lanciare al governo e al Paese durante la manifestazione di sabato a Milano.

Il secondo messaggio è stato dedicato al Welfare. Basta tagliare sulla spesa sociale.  “Se 11 milioni di persone hanno smesso di curarsi – ha scandito dal palco – non c’è alcun risparmio, ma solo un costo per le persone e per il paese e allora bisogna capire perché rinunciano. Il problema non sono solo i ticket, ma anche e soprattutto la riduzione dell’offerta sanitaria sul territorio”. E c’è un solo modo per risolvere questo nodo: “Smettere di tagliare il Fondo sanitario nazionale. Invece nel Def c’è scritto chiaramente che noi siamo l’unico paese in Europa che continua a tagliare la spesa sanitaria rispetto al Pil”. Mentre in tutto il mondo si procede al contrario: visto il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione l’indicazione è quella di aumentare la spesa sanitaria, non tagliarla. Occorre quindi ricominciare a investire e “smettere di dire che si tratterebbe di un costo, perché non lo è”.

La leader della Cgil ha insisto poi sulla lotta alla povertà e ha spiegato che investire in sanità significa soprattutto investire sul benessere di tutte le persone che vivono in questo paese. Rispetto all’occupazione giovanile, è chiaro che “la decontribuzione per le assunzioni non serve a nulla. Si creano rapporti di lavoro brevi e precari che finiscono quando termina lo sgravio. Perché non sfruttare l’apprendistato, invece, cioè una forma contrattuale che permette di lavorare e essere formati, assicurando un percorso professionale non usa e getta? Una volta esaurito lo sconto fiscale, infatti, le imprese non assumono, ma magari offrono uno stage o un tirocinio quasi gratuito”. In sostanza, il governo continua a dire che il lavoro a tempo indeterminato deve costare meno, “ma questo obiettivo non lo si raggiunge con gli sconti fiscali: se autorizzi tirocini a 300 euro al mese non ci sarà mai una vera concorrenza tra le due forme. Insomma: non si rilancia un paese facendo fare a giovani lavori quasi gratuiti”. Duro anche il giudizio sull’alternanza scuola lavoro, non sullo strumento in sé ma su come lo si sta attuando: “Laddove si sono fatti accordi e ci sono i tutor le risposte sono state positive. Ma servire caffè dietro a un bancone o fare fotocopie non è alternanza, ma semplice sfruttamento di lavoro gratuito”.

 Il segretario generale ha poi rilanciato tutte le richieste dei sindacati sulle pensioni, ha parlato del bluff degli ammortizzatori sociali e ribadito la centralità del rinnovo dei contratti nazionali di lavoro:  “Il rinnovo del contratto dei pubblici è responsabilità del governo – ha detto Camusso –. E il fatto che ancora non ci sia l’atto d’indirizzo per quello della scuola indica una volontà precisa: non rinnovarlo. Le parole non bastano più, servono atti concreti”. Naturalmente ci sono anche i tanti contratti privati: grande distribuzione, multiservizi. Con situazioni paradossali: “Il turismo batte tutti i record, i consumi riprendono ma ai lavoratori si nega il contratto e magari gli si chiede di garantire aperture 24 ore su 24”.

In particolare sulle pensioni Susanna Camusso ha ribadito la centralità delle scelte da fare per i giovani e per l’aspettativa di vita. Non si possono rimandare le scelte per le pensioni dei giovani a quando sarà troppo tardi, mentre sull’aspettativa di vita non è vero che è continuamente in crescita. Ma poi una domanda: può essere sempre una rincorsa infinita, si allunga continuamente l’uscita dal mondo del lavoro. Intanto le aziende spingono per cacciare i cinquantenni. Insomma tanti continuano a parlare di previdenza senza sapere di cosa parlano. E’ necessario fare verifiche sull’aspettativa di vita in base al lavoro che si svolge. Non è la stessa cosa stare su un’impalcatura in un cantiere o fare il professore universitario.

 

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