Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 06.21

Cgil Lombardia Afghanistan, subito corridoi umanitari. Pronti all’accoglienza

Torna quindi determinante che l’ONU giochi il suo ruolo, facendo valere il peso della istituzione che deve guidare la comunità internazionale.

| Scritto da Redazione
Cgil Lombardia Afghanistan, subito corridoi umanitari. Pronti all’accoglienza

Cgil Lombardia Afghanistan, subito corridoi umanitari. Pronti all’accoglienza

 “Come sindacato, a partire dalle nostre strutture in tutta Europa, dobbiamo spingere sulle istituzioni Europee e sui governi degli stati membri, già nei prossimi giorni, affinché vengano costruite e garantite vie di uscita e una vera e diffusa accoglienza per il popolo Afghano, donne, uomini, bambine e bambini, illusi e traditi da vent’anni di scelte scellerate fatte nel nome di un’illusoria e fallimentare ingerenza democratica dell’intero mondo occidentale!”

 Cosi il segretario generale della Cgil Lombardia Alessandro Pagano all’indomani della caduta di Kabul. “Non attendiamo. Agire. Unire. Informare. Adesso”.

 Sarà necessario garantire ai profughi una adeguata accoglienza e chiamare tutte le istituzioni ad un impegno reale e concreto, tale da attuare un piano che dovrà proseguire oltre l’emergenza di questi giorni.

Torna quindi determinante che l’ONU giochi il suo ruolo, facendo valere il peso della istituzione che deve guidare la comunità internazionale.

 La Cgil invita a firmare questa petizione.

 “L’Europa e l’Italia – scrivono i firmatari- si preparino per una politica di corridoi umanitari nei confronti dei rifugiati provenienti dall’Afghanistan, cioè per accogliere con generosità chi nei prossimi mesi arriverà, dall’Afghanistan e via terra.

 L’Europa dovrà essere anche pronta per aiutare i paesi vicini che saranno investiti da ondate di profughi. Sarebbe vergognoso se alcuni paesi europei riproponessero atteggiamenti carichi di egoismo e indifferenza opponendosi al dovere di accogliere i profughi afghani”.

 CGIL Lombardia sarà impegnata a sviluppare a breve delle iniziative, nostre e di carattere unitario, di solidarietà concreta, a cui stiamo già lavorando. Riteniamo importante sostenere le organizzazioni umanitarie che resteranno attive nel paese, perché rimangano presidi in aiuto della popolazione, ma anche perché vi sia laggiù una rete di organizzazioni a monitoraggio della situazione, per tentare di evitare recrudescenze ulteriori. Vogliamo quindi cercare immediatamente interlocutori che possano darci contezza oggettiva del quadro dal terreno e con cui sia possibile trarre consiglio anche su quale ruolo dei paesi occidentali possa essere utile perpetrare nel paese.

 

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