Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 22.58

Cgil PENSIONI. L’EMENDAMENTO DEL GOVERNO CONFERMA PLATEE E RISORSE IRRILEVANTI.

IL 2 DICEMBRE LA MOBILITAZIONE NAZIONALE DELLA CGIL “L’emendamento del Governo sulle pensioni alla proposta di legge di Bilancio 2018 conferma e rafforza ulteriormente le valutazioni negative espresse dalla Cgil. Per questo il 2 dicembre saremo in piazza per cambiare il sistema previdenziale, per sostenere sviluppo e occupazione, per garantire futuro ai giovani”. È quanto ha dichiarato dal segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli.

| Scritto da Redazione
Cgil PENSIONI.  L’EMENDAMENTO  DEL  GOVERNO CONFERMA PLATEE E RISORSE IRRILEVANTI.

Anche se il Governo continua ancora a fornire dati ampiamente sovrastimati - prosegue il dirigente sindacale - è evidente che si tratta di un intervento del tutto marginale per le platee, le risorse impegnate, le materie trattate. Ricordiamo ad esempio - sottolinea - che sono assenti misure a favore dei giovani, del lavoro discontinuo, delle donne, e del lavoro di cura. Interventi quindi distanti dalle richieste sindacali, ma anche da quanto condiviso con il verbale del 28 settembre 2016”.

Alla luce dell'emendamento sulle pensioni alla manovra del Governo, l’Ufficio previdenza della Cgil ha aggiornato la sua analisi e evidenzia come gli annunci dei giorni scorsi, che parlavano di una platea tra i 20 e 30 mila lavoratori interessati dall’esonero, siano stati contraddetti da quanto  avanzato dal Governo che parla di soli 14.600 lavoratori nel 2019. Ma anche questo dato, secondo la Cgil, è ampiamente sovrastimato, in particolare perché non viene considerato adeguatamente l’effetto limitativo delle clausole d’accesso: 7 anni su 10 e 30 anni di anzianità contributiva. Inoltre, non si valuta che, per le caratteristiche delle 15 attività considerate gravose, ben pochi lavoratori raggiungeranno il requisito contributivo dei 42 anni e 10 mesi (41 e 10 per le donne) previsto per la pensione anticipata.

Per la Cgil è opportuno considerare che una componente numericamente importante delle attività gravose, quella dei braccianti agricoli, sarà praticamente esclusa dal beneficio se la normativa proposta non verrà modificata, perchè quasi nessuno potrà raggiungere il requisito dei 7 anni su 10. Stessa situazione per i lavori usuranti, per le salvaguardie e per l’opzione donna, per le quali le stime di spesa erano state sovrastimate rispetto al reale tiraggio della misura.

Secondo Ezio Cigna, responsabile previdenza pubblica della Cgil nazionale “dall’aggiornamento delle nostre stime emerge invece che la platea realmente coinvolta da queste misure sarà di circa 8mila lavoratori nel 2019, e di 8.800 nel 2020”.

“Anche per le misure relative alla previdenza complementare per i lavoratori pubblici i conti non tornano e l’emendamento non esplicita nei dettagli le modalità di calcolo. Inoltre, senza un impegno complessivo sulla valorizzazione delle finalità di quest’ultima si rischia di perdere un’occasione”.

“Tutto ciò comporta - prosegue Cigna - un rilevante ridimensionamento delle previsioni di spesa nel triennio rispetto alle stime dell’Esecutivo, che per noi ammontano alla luce delle nuove proposte dell’esonero dell’innalzamento dell’età pensionabile, anche per le pensioni anticipate, a 4.539.174 euro nel 2018 (per questa annualità anche i dati del Governo prevedono un impegno decisamente modesto), 65.193.000 nel 2019, 74.782.000 nel 2020”.

 

Infine, secondo la Cgil, dall’emendamento emergono due importanti novità negative: il blocco dell’innalzamento dei requisiti di pensionamento è limitato ai soli 5 mesi decorrenti dal 2019, mentre quelli successivi seguiranno la loro normale dinamica. Inoltre, il blocco non riguarda i requisiti anagrafici e contributivi necessari per accedere all’Ape sociale e agli interventi per i lavoratori precoci.

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