Sabato, 27 aprile 2024 - ore 04.35

Chiusura Tribunale di Crema . Ancora pesanti critiche a Pizzetti da Tino Arpini e Ermete Aiello

La polemica sulla chiusura del Tribunale di Crema non si smorza. Il bersaglio è il cremonese Luciano Pizzetti (senatore e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio). Ed il sindaco Bonaldi ed il Pd di Crema non dicono nulla? Il loro silenzio significa consenso alle critiche a Pizzetti ?

| Scritto da Redazione
Chiusura Tribunale di Crema . Ancora pesanti critiche a Pizzetti  da Tino Arpini e Ermete Aiello

Ecco le due lettere  che rilanciano le critiche.

Tino Arpini (consigliere comunale di Crema) :Sig. direttore, (…) ho letto l’ammissione da parte del senatore Pizzetti del suo essere stato favorevole alla chiusura del Tribunale e della Procura della Repubblica di Crema nel 2013, anche se poi chiosa «non l’ho decisa io».  Si sa che la revisione della geografia giudiziaria in Italia è stata attuata dal governo tecnico, previo parere delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato. Ora, mentre la commissione Senato aveva già deliberato di salvare Crema, quella della Camera, di cui era membro Pizzetti, ha dato invece il suo parere favorevole alla soppressione. Niente di più gradito all’esecutivo per attuare la pseudo riforma in nome della spending review, molto di moda in quel momento per illudere cittadini ignari del fatto che, invece, in molti casi, come il nostro, avrebbe comportato molte più spese di adattamenti strutturali, affitto di nuovi spazi, contraccolpi sull’or ganico fino a compromettere l’efficienz a del servizio, gravi disagi all’utenza cremasca, sia in termini di distanza, sia in termini temporali relativamente alla risoluzione delle cause, essendo stato, quello soppresso, cremasco, il Presidio numero due in graduatoria nazionale circa l’efficienz a. Ne sono prova anche le famose ‘grida di dolor e’ sia della Presidente Marini sia, soprattutto, del Procuratore Generale Di Martino, allorquando si videro raddoppiare il lavoro e gli archivi provenienti da Crema, nonostante si siano prodigati loro stessi a ‘fare il boccone’ a favore di Cremona. Questione di carriere, prestigio personale, garanzia della conservazione del proprio ruolo, quando non di avanzamenti. Infatti si parla della Marini candidata a presiedere il Tribunale di Bergamo. La piazza di Crema era stata lasciata agonizzare per mesi e mesi, senza provvedimenti di rimpiazzo dei magistrati assentatisi per varie ragioni, forse per poterlo annoverare fra gli ‘accor p abili’, ma la responsabilità di Pizzetti, nel frattempo nominato sottosegretario, nel decretare la chiusura della nostra moderna struttura è chiara a tutti e non solo all’avvocato Ajello.

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Ermete Aiello ( Crema) Egregio direttore, le chiedo spazio per l’ultima volta per chiudere la polemica col senatore Pizzetti, la cui replica piccata e arrogante, con espressioni ingiuriose nei miei confronti, non posso lasciar cadere. Nelle mie due lettere precedenti avevo criticato l’ex sottosegretario alle riforme sia per le ‘div ertent i’ (tali le avevo qualificate) dichiarazioni all’i n d o ma n i della vittoria del No sia per la rinnovata carica assegnatagli, richiamando i concetti di dignità e responsabilità. Critiche politiche, come facile riscontrare ma che il neo Sottosegretario ritiene «eccedano in astio, offese e falsità». E per giustificare tali cortesie, ritira in ballo la chiusura del Tribunale di Crema, di cui io non sarei «in grado di assumerne consapevolezza», avendolo anche accusato (ma ciò è falso) di un suo voto determinante per tale soluzione, tacciandomi quindi di bugiardo e r idicolo. (...) Il ripescaggio dell’ex-neo sottosegretario rappresenta un vero boomerang: evidentemente privo di logico e chiaro argomentare sulle mie valutazioni sul referendum e sull’etica politica, rispolvera il problema del Tribunale di Crema, del tutto assente nelle mie lettere. Excusatio non petita direbbero i letterati. (...) Con riferimento poi al gran rifiuto alla presidenza della Commissione affari costituzionali del Senato, perché non condivide il paventato ritorno al proporzionale, ho l’impressione che trattasi più di convenienza che di convinzione, considerato il precedente. Ci si batte per le proprie idee, non si scappa. Per finire. Non ho mai usato nei confronti del mio interlocutore o di altri, espressioni o valutazioni di carattere strettamente personale; credo debba essere sempre questione di stile. Ma se il senatore Pizzetti ritiene, come scrive, che per me «sarà sempre quel barbaro ignorante cremonese», quantomeno per educazione non posso far altro che prenderne atto.

 

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